Camorone - terza pagina
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I segni delle gravi ferite inferte dalla frana
La Chiesa e le contrade di Cabbalino e Grialezzo


Le immagini parlano da sole
Un angolo di casa e il giardino trascinati a valle La frana ha gravemente  mutillato alle fondamenta  una bella casetta, trasportandone a valle una parte e il giardino
La frana ha mutilato irreparabilmente la casa
La frana ha distrutto la  casa alle fondamenta, portandosene via un pezzo
Brandelli di casa e della sua storia
Brandelli di casa e della sua storia
Grande casa minata dalle crepe: da abbattere
Casa a pochi metri dalla chiesa; minata dalle crepe della frana, dev'essere abbattuta.
Alcune case ai bordi della frana sono ancora chiuse
Case illese, ma ancora disabitate  per misura precauzionale
Un sentiero sulla frana... per raggiungere Caballino
Con pic e pala  si traccia un sentiero provvisorio sulla frana per raggiungere Caballino

Cabbalino (Cabbalì), ferita su un lato dalla frana, scesa al fianco e nella valletta antistante. Ora la contrada si raggiunge solo a piedi, attraverso un sentiero provvisorio, tracciato con 'pic e pala' sull'ammasso della frana dai residenti.
L'antico borgo di Cabbalino è situato sulla prima altura sopra la Contrada di Camorone. E' stata la contrada più popolata della zona, basti pensare che nel 1830 censiva 77 abitanti suddivisi in 8 nuclei familiari: formavano 4 nuclei i Gregis, due dei quali di 12 componenti, e 4 i Gervasoni (Pirèt), di cui una famiglia era costituita da 17 componenti. Considerando il numero di abitazioni e residenti, è facile immaginare come risultassero affollate quelle abitazioni, ma è ancora più difficile pensare come quei modesti terrazzamenti coltivati nella zona dei caseggiati abbiano potuto sfamare un così alto numero di abitanti. Gli approvvigionamenti idrici della contrada, fino alle prime decadi del Novecento, venivano effettuati alla sorgente che sgorgava a poca distanza sul sentiero che scendeva nella parte bassa della contrada.

Cabbalino (Cabbalì) in parte ferito dalla frana.
La contrada di Cabbalino, ferita al fianco dalla frana, ora isolata e disbitata
La frana ha reso isolato e inabitabile Cabbalino

La Chiesa della Presentazione di Maria Santissima al Tempio, sfiorata e risparmiata dalla frana. I Carabinieri, quando la frana minacciava anche la chiesa, si sono prodigati a mettere in salvo cose preziose.
Fin dalle sue origini la chiesa apparteneva sia al Comune che alla Parrocchia di Sedrina ed era dedicata alla Madonna della Salute. Fu ampliata nel 1905. Nel 1937 si rese parrocchia autonoma da Sedrina. Il vescovo Bernareggi la consacrò nel 1950 con il titolo attuale sigillando nella mensa dell'altare maggiore le reliquie della Madonna, di S. Alessandro e S. Adriano. L'altare maggiore fu progettato dall'arch. Mario Marenghi e realizzato dalla ditta Giovanni Arnoldi nel 1940. Il paliotto in bronzo dorato è di Pietro Bolis. L'altare della Madonna fu realizzato da Francesco Arnoldi nel 1956. Nell'ancona centrale sono collocati una bella tela di Francesco Cappella (m.1784) raffigurante la Madonna della Salute e un affresco del 1700, attribuito al Galiari, con S. Antonio Abate come soggetto. Le statue del Sacro Cuore e della Madonna furono scolpite rispettivamente nel 1940 e 1956 da Angelo Gritti. Tra il 1960 e il 1964 furono fatti importanti restauri all'esterno della Chiesa.
Il campanile fu costruito nel 1913 ad opera di Omobono Gervasoni. Il concerto di 5 campane in 'fa maggiore' venne fuso nel 1915 a Grosio. Con decreto vescovile del luglio 1986 la Parrocchia perde di personalità giuridica e viene accorpata a quella di Brembilla. Sulle pareti esterne della chiesa sono affissi gli stemmi delle due antiche famiglie più influenti, 'Moroni' e 'Berizzi'.

La chiesa di Camorone vista da sud-ovest
La Chiesa  della Presentazione di Maria S.S. al Tempio di Camorone
La Chiesa di Camorone vista da sud-est
La chiesa della Presentazione di Maria S.S. al Tempio vista da sud-est


Grialezzo (Grèaless)
, sfiorata dalla frana, della quale da qui si può osservare il più alto pundo d'origine.
La piccola contrada è situata sul cocuzzolo più alto della frazione di Camorone a sud della contrada del Tiglio. Per raggiungerla, prima della frana, ci si incamminava su un sentriero che iniziava al termine della strada carrozzabile. Oggi, dopo la frana che ha distrutto la carrozzabile e gran parte della mulattiera, bisogna raggiungere il tratto di mulattiera rimasto, salendo attraverso prati scoscesi sopra la chiesa e inerpicarsi per il fitto bosco per circa un quarto d'ora. Le case, poste su un lieve pendio, sono precedute da una chiazza prativa che fino agli annni '40 era la più coltivata a granoturco, frumento, patate e fagioli. Nel 1830 era abitata da due nuclei familiari, i Pesenti (Stèca) e i Pellegrini (Cirimbo?). Uno dei due fabbricati è disabitato ormai da diversi decenni. I proprietari dell'altro hanno abbandonato l'abitazione verso gli anni '80 per trasferirsi nella bassa Camorone e saltuariamente ritornano per ripulire il prato circostante e per arginare l'avanzata dei rovi e del bosco. L'ultima famiglia contadina della località è stata quella dei Gervasoni (Cinco).

La piccola contrada di Grialezzo (Grèaless)
La piccola contrada di Grialezzo (Grealèss) sullla sommità più alta di Camorone, da dove  è partita la frana
Stalle e fienili a Grialezzo
Stalle e fienili  antichi a Grialezzo
'Camurù öna olta'
('Camorone un tempo', poesia in dialetto di Alessandro Pellegrini)


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Per ulteriori notizie su Camorone si veda:
- “Brembilla-Viaggio nelle 141 contrade”, di Alessandro e Cristian Pellegrini, 1997, Ferrari Editrice, Clusone.

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