Cavaglia - seconda pagina


Il nome Cavaglia sembra doversi collegare a cavalli, postazione di cavalli. Secondo una suggestiva leggenda Cavaglia era la postazione della cavalleria della leggendaria regina che avrebbe dato il nome al Castel Regina.
Nel ‘300 Cavaglia con Gerosa faceva parte del Comune e Parrocchia di Brembilla. Dal 1442 e fino al 1779, sempre aggregata a Gerosa e insieme a Gaiazzo, Pasabona, Cadelfoglia e altre frazioni, rimane staccata da Brembilla.
Rientra a far parte del Comune di Brembilla appunto dal 1779.
Il Corno, 'Ol Còren'
Il Corno, 'Ol Còren'
Scale, ballatoi, 'lobbie'...fiori a Cavaglia
Scale, ballatoi, 'lobbie'...fiori a Cavaglia


A Cavaglia, dove termina la strada carrozzabile, l’escursionista può sostare l’auto e avviarsi per mulattiere e sentieri verso le sovrastanti montagne ed affrontare eventualmente anche una bel sentiero attrezzato che porta alla vetta del Corno da un versante all'apparenza impercorribile anche dai più esperti. Le mete da raggiungere sono il Corno, mt. 1200 (Còren), che giganteggiasopra Cavaglia, la Corna Scamoscera, mt.1343, il Pizzo Cerro, mt. 1285, Il Castel Regina, mt.1454, il Foldone, mt. 1502 e più in là il Sornadello, mt. 1580.
L’attuale chiesetta di Cavaglia fu costruita nel 1904 sul luogo dove prima sorgeva dal 1858 una piccola cappelletta. Dedicata alla Madonna de “La Salette” già dal 1858 dagli emigranti di Cavaglia di ritorno da Grenoble in Francia, dove la Madonna apparve appunto in quel periodo a “La Salette”. Viene festeggiata due volte l’anno, l’ultima domenica di gennaio e il 15 agosto.


Chiesetta della Madonna de "La Salette"
Chiesetta della Madonna de "La Salette"

Casa antica con 'sisterna' (cisterna) circolare

Casa con 'sisterna' (cisterna) circolare

Gaiazzo
, appena sotto il pianoro di Cavaglia, in ottima posizione soleggiaata, con ampi prati terrazzati che un tempo erano campi coltivati a frumento e granoturco, come testimonia il nome stesso Gajàs, il nome dialettale della membrana che avvolge il chicco di frumento. Il piccolo gruppo di case mantiene ancora un aspetto in sintonia con l'originalità rustica degli abitati. Facciate in sasso grigio, tetti tutti in coppi, porte in pietra di ottima fattura.
Al centro della contrada si osserva un’antica cisterna dalla struttura muraria esterna di forma esagonale, unica in tutta la valle.
Caseggiato antico a Gaiazzo con 'sisterna' quadrata
Caseggiato antico a Gaiazzo con 'sisterna' quadrata
Tetti in coppi a Gaiazzo
Tetti in coppi a Gaiazzo

Altre contrade degne di menzione sono:
- Ruderi di Camerata, un rustico casale risalente probabilmente al ‘500;
- Forcella Busi, piccolo nucleo di case che appare lontano e quasi nascosto. Raggiungibile solo a piedi per mulattiera in 10’. Il caseggiato presenta aspetti interessanti e incontaminati dell’architettura contadina: lobbie in legno e ballatoi.

- Grumello, piccola ma graziosa contrada, denominata nell'800 dei carbonai, perché un tempo ben tre delle quattro famiglie svolgevano il suddetto lavoro.
- Passabona, aggrappata alla montagna e in posizione riparata, è situata in un fitto bosco;il caseggiato presenta tracce di architettura medievale con il portale d'ingresso in stile gotico, unico esempio in valle di abitazione precedente alla distruzione del 1443.
- Tesoli, dal dialetto 'Tesoi', lastre rocciose, visibili nel muro di sostegno dell'abitazione. Risale al 1817.


Per ulteriori notizie su Cavaglia e Gaiazzo vedi:
- “Cavaglia da scoprire" di Angela Busi e Irma Carminati, Clusone 1994, Ferrari Editrice;

- "Brembilla, viaggio nelle 141 contrade" diAlessandro e Cristian Pellegrini, Clusone 1997, Ferrari Editrice

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©2002 - Piero Gritti -