Up Da Pianezza lungo la valle del Gleno fino al passo di Belviso (2518 m.) l’11 luglio 2009 Slideshow

Undici luglio, estate avanzata in disavanzo di bel tempo, e tre spunti notevoli per la mia mente svolazzante in cerca di mete:

1) il Passo di Belviso, se non il più alto certamente fra i più alti valichi bergamaschi in assoluto (2518 m.)

2) La visione diretta del lago di Belviso, spesso ammirato in foto e che credo sia il lago più grande fra quelli incastonati tra le valli orobiche o confinanti con esse.

3) La lunga e selvaggia valle del Gleno, con l’eco storica del dramma della diga crollata nel 1923 sulle vite di mezzo migliaio di persone.

È così che, nell’ennesimo prealba brembano piuttosto perplesso esco di casa e sfreccio verso la Val di Scalve, splendida terra ricca d’indipendenza e di caratteri affilati come diedri montani. A Vilminore abbandono la provinciale per salire a Pianezza, dove lascio l’auto nella deliziosa piazza ai piedi del campanile che – con il suo suggestivo orologio a unica lancetta e quadrante di sole 6 ore al posto delle canoniche 12 – dimostra che qui la gente è abituata a non perdere tempo, soprattutto con quelli che hanno bisogno del numero doppio di lancette per capire in che spicchio di giornata stanno. Prendo atto dell’intelligente parsimonia scalvina e imbocco il sentiero 411, che sale deciso verso uno dei poster migliori della landa orobica: le pareti nord della Presolana e del Ferrante strapiombanti sul mare arboreo scalvino. Ma a colpire è anche la suggestione che il sentiero 411 regala quando più in alto si spiana e si scava nella roccia permettendo visuali aeronautiche della bassa valle e delle costole di cemento rimaste in petto allo sbarramento del Gleno. Quarantacinque minuti dopo la partenza sono alla diga, il sole è sorto e pare di buona luna, i ruderi della imponente costruzione sono più fascinosi che minacciosi e il primo pianoro della valle si mostra in una perfetta veste bucolica fatta di acque docili, cavalli al pascolo, erba di rugiada e silenzi biblici.
Troppa grazia, penso; il peccatore è notevole. Metto giù la testa e parto per il passo di Belviso, che in lontananza si sta facendo indovinare sotto l’orlo del cielo.

La Valle del Gleno è costituita da tre livelli, i primi due sono pianori verdeggianti segnati dai ruscelli, il terzo è alta montagna e quindi aspro e roccioso. I tre piani sono intervallati da due decisi salti di quota che si risalgono con un sentiero ben tracciato. Tutta l’ascesa è appagante per i sensi, e solo le prime nuvolone di mezza mattina compromettono i colori della mia marcia solitaria. Le ultime centinaia di metri le compio nella neve, che per fortuna non sprofonda, e sotto un cielo percorso da nebbioni. Anche il mio passo è ingrigito, e gli ultimi ripidissimi metri sono impegnativi. Tre ore e quisquilie dopo la partenza da Pianezza sono finalmente in cima, fra qualche bruma di troppo che compromette la lunga anima blu del lago di Belviso. Vorrei contornare l’elevazione rocciosa che sta alla mia destra, raggiungere il vicino passo dei Lupi e da lì ridiscendere in valle del Gleno, ma il freddo pungente e le nubi mi consigliano un rientro immediato: quindi via con le foto di rito aspettando qualche lampo di sole e poi giù sulla neve usando gli scarponi come sci. Alla diga mi aspettano Piero e la sua truppa, quindi il ritorno sarà rapido. Nelle 5 ore trascorse nella valle di Gleno ho incontrato una sola persona: se in via Gleno c’è la prigione di Bergamo, qui invece la libertà è assoluta.
Escursione molto bella: panorami superbi e supremi, i miei primi bastoncini della carriera che superano l’esame della lunga discesa col grazie convinto delle ginocchia, tre marmotte che fischiano la mia uscita dal campo perché a sostituirmi sono stormi di giovani rododendri, e decine di docce naturali per rinfrescarsi l’anima. Val del Gleno-Belviso: corso accelerato di storia e geografia. E vi dirò: val la pena farsi bocciare per ripeterlo

01 Spunta la luna dal Ferrante
02 Quarantacinque gradi di Presolana
03 Mar di Scalve
04 Balcone per cucù
05 Ossa rubate all'idroelettrica
06 Dal Gleno al Belviso il Passo non sarà breve
07 Glenocidio
08 Assemblea della Comunità Montana
09 Cartolina dal Paradiso
10 Chiare fresche e dolci acque
11 Se penso alla bellezza mi rodo dendro
12 Il secondo piano del Gleno's Resort
13 La Svizzera che è in noi
14 In alto il canalino innevato che porta in cima al M. Gleno
15 La bocca del drago
16 Corso diurno di geografia
17 Corso di recupero serale
18 Ultima neve al Passo di Belviso (al centro)
19 Lupo Alberto guarda il Passo dei Lupi
20 Una lacrima sul Belviso
21 La solitudine dei bastoncini primi
22 Una pila di neve
23 Cuor di barech
24 Canale di gronda
25 Non fate gli indiani, giratevi!
26 In Val di Scalve si va di fretta

Immagini totali: 26 | Ultimo aggiornamento: 26/07/09 8.27 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto