Vittorio Polli

LE ANTICHE CASE E LA LORO GENTE

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DEDICO QUESTO LIBRETTO

ALLA GENTE DELLA MIA VALLE;

QUELLA CHE HO CONOSCIUTO NELLA MIA GIOVINEZZA,

CHE MI HA INSEGNATO IL DIALETTO

E CHE MI HA FATTO AMARE IL SUO MONDO, LA SUA STORIA E IL SUO SPIRITO,

ANCORA OGGI VIVO
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Le antiche case delle nostre montagne nacquero in un tempo ormai lontano, da uomini soli; nacquero solitarie nei luoghi dove si poteva trovare da vivere per una famiglia.
Questi uomini cercavano un posto dove poter lavorare, dove ripararsi dalle intemperie, dove dormire le ore del buio.
L’edificio nacque sopra un terreno acquistato, che diventava la ‘sua terra’; intorno non c’era nessuno: solo montagne, boschi, prati, sguardi lontani e cielo.
L’uomo solitario aveva in tal modo creato, comprando la terra, il suo regno: aveva creato ciò che non aveva potuto fare altrove, il suo potere e la sua libertà. Era pronto per cominciare la lotta, da condurre con determinazione e da solo; contro le avversità, le fatiche contro il male: ma soprattutto contro le inclemenze della natura prodigiosa, per poter campare con la sua gente.

Il suo modo di vita si adatterà all’ambiente e sarà utile e duttile come fosse uno strumento di lavoro, buono per ogni necessità. Il contadino imparerà a far molto con le sue mani e saprà adattare la sua opera al luogo, al clima e alle stagioni.
Dall’inizio seppe che avrebbe incontrato molte difficoltà; ma nel momento stesso avvertì che quella nuova vita scorreva con il suo sangue e che sarebbe andato assai lontano, pur senza sapere dove.
Seppe che bisognava credere in se stesso, nella propria forza e nell’aiuto di Dio.
Casa, terra, ambiente e uomo; la sua opera sarà diretta a vincere le necessità, che la nuova esistenza veniva creando; la soluzione delle improvvise difficoltà sarebbe venuta dal mistero della sua mente, che era l’unica forza a guidarlo per un cammino soltanto suo.

La casa solitaria diventerà presto la culla degli avvenimenti della sua famiglia; le stanze si animeranno di gente, di sentimenti, di pensieri, di tempeste e di serenità.
Vita e morte si alterneranno all’interno di quei muri insieme al tempo creatore e distruttore.
Il connubio tra l’uomo e la sua dimora, tra l’uomo e la sua terra, acquisteranno duratura sostanza come gli eventi naturali, le stagioni, la salute, il bene e il male: come la vita e la morte.
Da quelle remote lontananze, dal momento dell’incerto inizio, l’uomo visse e vive della terra e della casa

- "Le antiche case e la loro gente", di Vittorio Polli, fotografie di Renato Amaglio, edito dal Museo della Valle di Zogno, Arti Grafiche Pinelli, 1999


La pubblicazione, di cui si consiglia vivamente la lettura, fa comprendere il connubio tra l'uomo e la sua dimora, tra l'uomo e la sua terra nella vita della gente d'un tempo nei borghi antichi, storici , della Valle Brembana.

Il libretto è disponibile nella sede del Museo della Valle di Zogno e nelle Biblioteche della Valle.Bibliotecehe
©2003 - Piero Gritti