Siamo in tre stavolta , Rosita, Giovanni, che salgono per la prima volta, ed io, che salgo in Manina e Sasna per la terza volta.
Saliamo di buon mattino in Val di Scalve e raggiungiamo Nona (1342 m.) di Vilminore, dove lasciamo la macchina nel piccolo parcheggio. Imbocchiamo il sentiero CAI 408 (Nona – Passo di Manina) , chiamato anche ‘Ol sinter de Olt’o ‘Via de Olt’ , una carrareccia costruita durante il periodo del massimo sfruttamento delle miniere della Manina.
La neve è poca e dura e in alcuni tratti ghiacciata nel primo tratto di salita e bisogna camminare con un po’ d’attenzione per non scivolare. Non ci sono soprattutto valanghe-slavine come il 23 febraio 2009! Raggiungiamo ben presto le ‘Baite Rosse’ , le costruzioni che ospitavano un tempo i minatori, che oggi sono in uso come Rifugio del G.A.C. (Gruppo Alpinistico Celadina). Vediamo in alto la chiesetta del Passo della Manina, proseguiamo sulla traccia di sci-alpinisti e ciaspolatori che ci han preceduto, arriviamo al Passo (1799 m.) e, poco sopra, alla chiesetta (1821 m.) della Beata Vergine Pellegrina (dopo un’ora e mezza circa di cammino da Nona), edificata nel 1949 in onore del ‘passaggio’ fatto a spalla della ‘Madonna Pellegrina’ , caratterizzata da due croci sul tetto e due altari identici all’interno, l’uno rivolto verso Lizzola in Valbondione-Val Seriana, l’altro verso Vilminore in Val di Scalve , così voluti per espressa volontà dei valligiani.
Lo spettacolo è impagabile a 360°, un panorama mozzafiato, da un lato verso la Val di Scalve con la Val Manina sottostante, il Pizzo Camino, la Presolana, il Ferrante, il Pizzo di Petto, il Barbarossa, il Pizzol, dall’altro verso la Valbondione con la sottostante Lizzola e i Giganti delle Orobie, Coca e Redorta di fronte oltre al Cimone, Recastello, Tre Confini, Gleno e il Sasna che stiamo per salire.
Proseguiamo quindi seguendo le tracce di sci alpinisti e ciaspolatori, alternando impennate a tratti quasi pianeggianti: un unico tratto necessita un po' di attenzione dovendo superare uno stretto ma profondo crepaccio del terreno. Per un primo tratto resistiamo senza ciaspole, ma ben presto, dopo vari affondi, calziamo le ciaspole.
Giungiamo così alla croce dell'anticima (2200 m) e subito dopo alla cima vera e propria (2229 m.) con un'altra croce più piccola.
Il cielo si mantiene sereno con leggere velature, non c’è vento e al sole si sta bene, quindi sostiamo un bel po’ in compagnia di altri escursionisti e sci-alpinisti per un buon pranzetto al sacco in quota !
Scendiamo quindi, calzando le ciaspole necessarie per la neve rammollita, in panoramica e divertente discesa alla luce del sole che sta tramontando.
Alla Chiesetta della Manina sostiamo per togliere le ciaspole e gustarci un goccetto di genepì riscaldante . Scendiamo infine a Nona , alle ultime luci del tramonto.

PERCORSO : E , facile, fino al Passo della Manina, EE, impegnativa in alcuni tratti, la salita a Cima Sasna per un dislivello di 888 m. (480 Nona>
Passo Manina) due e mezza di discesa

Nona di Vilminore di Scalve (1342 m.) > Passo-Chiesetta delal Manina (1821 m.)> Croce anticima Sasna (2200 m.) > Cima Sasna (2229 m.) e ritorno sul medesimo percorso di salita.