Up LENNA - MONTE MENNA Slideshow

Mercoledì 26 Giugno 2013.
Gira che ti rigira ecco che un bel giorno capito per caso alla chiesina del Cantone San Francesco, piccolissima frazione di Lenna, resto affascinato dal luogo e due cartelli escursionistici uno dirimpetto l'altro attirano la mia attenzione, indicano Roncobello e il Monte Menna: il tempo di organizzare per bene l'escursione e qualche giorno dopo sono di nuovo lì, salirò fin lassù per tentare un lungo giro ad anello. Parcheggio la macchina nello spiazzo retrostante la chiesetta e mi avvio sul viale alberato che sale ad una dismessa colonia estiva, dopo una cinquantina di metri lo abbandono per girare su una stradina laterale, ecco i due cartelli, prendo il sentiero che a destra si inoltra nel bosco, il cartello recita "Monte Menna - 2300m - 4 ore" : sono a 530 metri di quota, me ne mancano 1800 per arrivare in vetta, dovrò centellinare le forze pena il fallimento dell'avventura. Il sentiero sale dapprima costeggiando un canale detritico, il particolare microclima della zona rende il bosco suggestivo e ho l'impressione di trovarmi a quote più alte: si apre una prima veduta su Moio de Calvi e risalendo stretti tornantini ecco che sfocio su una mulattiera marchiata con evidenti e numerosissimi bolli gialli. Salgo un pendio racchiuso tra due profondi canali detritici finchè al loro culmine un bel passaggio a sbalzo mi porta in un nuovo canale dove il bosco si apre un pochino arricchendosi di faggi, la mulattiera è ampia e bollata all'inverosimile: finalmente capisco che le scritte e le frecce presenti sul tracciato indicano i tralicci dell'alta tensione che sorvolano la zona, che però non recano alcun disturbo in quanto celati dalla folta vegetazione. La mulattiera per fortuna non aggredisce mai di petto il pendio, ma si adagia a mo' di mulattiera militare su ripide serpentine, una piccola radura spezza il mio infinito procedere in questo bosco silenzioso e molto bello, la pace regna assoluta, non mi stupisco che proprio su questi pendii sia stato fotografato l'orso JJ5: il fondo della mulattiera è molto sassoso e per fortuna ho ai piedi scarponi robusti e alti, con calzature leggere qui si rischia seriamente di far scarrucolare fuori sede le caviglie ad ogni passo, però il tracciato mi sta entusiasmando, una volta rotto il fiato riesco a procedere con una certa velocità nonostante la pendenza faticosa. Salgo salgo salgo finchè un cartello su un pino indica 1300, spero sia la quota, la mulattiera diventa più disagevole per via del dilavamento e dall'evidente passaggio di motocross, quand'ecco che sbuco in un disboscamento ricco di felci: sono sotto la linea dell'alta tensione, pochi tornanti e il Passo dell'Ortighera è presto raggiunto, a destra si notano impianti per la cattura degli uccelli, a sinistra sul basamento di un possente traliccio si nota la freccia che indirizza verso il Menna, qualche istante per curiosare in zona e poi prendo quest'ultima direzione. Un sentierino, dopo una prima radura, tenendosi grossomodo sul crinale e nel bosco mi porta fino al Capanno Gervasoni, dove scompare totalmente: salgo a naso il pendio retrostante il capanno e tenendomi all'incirca sul crinale sbuco nei pascoli che pian piano mi dischiudono vedute sempre più ampie man mano salgo. Ecco che raggiungo il pannello ripetitore posto sulla vetta del Monte Valbona, resto folgorato dalla bellezza dei panorami, l'alta Valle Brembana mi si apre davanti con una veduta fantastica e qui comincia un tratto alquanto suggestivo: stando attendo alle buchette traditrici nascoste nell'erba scendo leggermente all'attiguo Passo dell'Orso e percorrendo fedelmente la debole traccia sul crinale mi intrufolo in un bianco cimitero di larici rinsecchi, un boschetto dall'atmosfera surreale, mentre alla mia sinistra il crinale muore all'improvviso con un profondissimo baratro che precipita sulla Valsecca. E' impressionante guardare giù, lo posso fare con sicurezza in quanto il tracciolino corre su un crinale alquanto ampio, che verso meridione fiorisce in vastissimi pascoli, ma a nord la montagna crolla con un salto verticale di svariate centinaia di metri: sono in bilico tra due mondi in violento contrasto tra loro, splendido angolo delle Orobie che mi accompagna con dolce e bellissima camminata ad una vicina e tondeggiante elevazione che tocca quota 1860. Ecco ora una secca discesa, riesco con moltissima circospezione ad affacciarmi da un balconcino naturale posto a metà della stessa, ammutolito mi rendo conto di essere a sbalzo su canaloni infernali, devo fare attenzione anche ad un vecchio fil di ferro arrugginito che probabilmente impediva alle mucche di avvicinarsi troppo ai dirupi, si nasconde nell'erba e tende a catturare il piede: arrivo alla zona delle ormai perdute Pozze Gemelle dopo aver perso quasi cento metri di dislivello, ma non importa, mai avrei immaginato che questo crinale fosse tanto meraviglioso e panoramico, il mio fantastico viaggio procede quasi pianeggiante verso un gobbone che cela il Collino di Campo, prativo valico con esile tracciolino che permette di abbassarsi sul versante nord. Ora la pendenza del crinale si impenna con gran decisione, il dislivello percorso è già tanto e le gambe giustamente prendono con calma questo ulteriore strappo di 200 metri che mi porta dritto dritto a due pianeggianti collinette dietro cui si apre il Passo di Menna, ora la strada la conosco, sono già passato da quì: ecco che risalgo quasi per intero un primo lunghissimo gobbone, il sentiero non ne tocca la cima ma si inoltra poi su un traverso affacciato sulla grande conca a nord del Chignol d'Aral e finalmente aggirata la costa ecco che appare la vetta del Menna, totalmente invisibile fino ad ora. Sfioro un caratteristico arco di roccia e profondissimi canaloni che graffiano in maniera impressionante il versante nord, ancora un tratto in cresta e la sbilenca Croce del Menna mi si para davanti dopo svariate ore e chilometri di cammino, tantissima la fatica spesa per domare i 1900 metri di dislivello complessivi che mi separano dalla partenza, umanissimo che mi senta un bel po' scoppiato: ma sono anche immensamente felice, davvero stupenda questa camminata, le nuvole che si sono addensate non riescono minimamente a scalfire la mia gioia. Non resto a lungo in vetta, la via del ritorno è ancora parecchio lunga e in parte sconosciuta, torno fedelmente sui miei passi fino al Passo di Menna, da lì scollino nel Vallone: prendo il zizzgante sentiero che poi non sempre evidentissimo conduce alla Baita dello Zoppo, scende poi a sfiorare la Corna Buca, sfociando infine poi sulla sterrata che costuisce la pista di fondo di Roncobello. La seguo brevemente verso destra per agganciare il sentiero che a sinistra porta al sottostante anello di ritorno, sbuco dirimpetto la bella frazione di Costa, che però non raggiungo: qui comincia un'avventura totalmente nuova per me, giro immediatamente a sinistra su un piccolo sentierino non bollato che si infila dentro il bosco diventando poi più ampio, scendo poi fin quasi a sfiorare il torrente Valsecca, dove noto resti di edifici, forse vecchi magli o mulini. Una prima apertura panoramica su Baresi anticipa il mio arrivo a Valsecca, minuscolo e bel agglomerato abitato dove non si arriva in auto e di cui ignoravo l'esistenza: la fresca fontana del paesino è la prima in assoluto che incontro dalla partenza, mi ritempra per il proseguo dell'escursione. Un'ampia mulattiera acciottolata mi fa scendere al torrente, che attraverso su un ponticello di pietra, mi accorgo di essere al famoso Mulino di Baresi: anche questa zona si rivela molto suggestiva e mi trattengo a lungo, sto scoprendo angoli che meritano davvero di essere visitati. Prendo la sterrata che costeggia il torrente e scendo, poco più a valle si allarga nello spiazzo adibito a parcheggio del Mulino, qui comincia una stradella asfaltata e pianeggiante nel bosco: dietro una curva sbuco sulla provinciale che però abbandono immediatamente per infilarmi a sinistra nella frazione Foppacava, altro gioiellino che avevo sfiorato decine di volte senza mai degnarmi di visitarlo, dopo aver attinto all'ottima fontana giro davanti alla chiesina e il sentiero abbandona le case per portarmi poco dopo nuovamente sulla provinciale, che percorro per soli 20 metri. In corrispondenza di un paletto giallo dell'Enel ritrovo la mulattiera selciata, mi riporta nel bosco per scendere a sfiorare prati con case, resto colpito dalle insolite vedute: questi antichi tracciati svelano prospettive che fanno saltare qualsiasi punto di riferimento, mi sento quasi spaesato di fronte ad una irriconoscibile Valle Brembana, la mulattiera mi conduce a Bordogna. Vicoli, piazzette, una bellissima chiesina della peste affrescata, passaggi coperti, ecco che ancora una volta l'incantesimo si ripete, ero passato tante volte sulla provinciale senza mai sospettare quanto di bello ci fosse appena a fianco del tornante della strada: una gioia stordente che si acuisce quando oltrepassato un portico giallo polenta scendo al cimitero immerso nel verde e mi volto, Bordogna si staglia in bellissima posa, mai avrei immaginato che questa seconda parte dell'escursione mi avrebbe regalato sorprese così grandi..!! La bella e larga mulattiera arriva ad un ponte sul Valsecca, che qui mette ancora in mostra belle pozze e saltelli, poi la mulattiera si dissolve in una sterrata: con pianeggiante e quantomai graditissimo andamento ecco che la stradella mi porta alla rifatta Cappella della S.S. Trinità, con fontana e tavolo picnic che accolgono la mia pausa merenda. Poco più avanti arrivo ad un trivio, sono già comparsi i bolli CAI 269, quindi prendo senza indugio la strada di mezzo, che sfiora un bacino dell'acquedotto: la strada scende un pochino ripida e risultano provvidenziali le lastre cementate che la caratterizzano, una radura mi consente di riconoscere il panorama su Moio de Calvi ammirato la mattina, capisco che Il Cantone San Francesco si avvicina. Aggiro dei bellissimi chalet di legno e all'improvviso mi ritrovo all'accoppiata di cartelli appena sopra la chiesa del Cantone, cinquanta metri di viale alberato e il cerchio si chiude, sono di nuovo al punto di partenza: ma la voglia di scoprire non si è esaurita, non pago dello sforzo fatto decido di andare a vedere la Pioda, curiosa formazione rocciosa dove passa il sentiero che porta al Cantone Santa Maria, seguo le indicazioni dei cartelli, attraverso prati e risalgo gradini scavati nella roccia, cinque minuti e sono arrivato. E proprio al "valico" scopro l'ennesimo gioiello, una piccola edicola dove è affrescata una Madonna col Bambino: il dolcissimo volto della Vergine è il più bello in assoluto che abbia mai visto tra quelli sparsi sulle Orobie, la mano illuminata che l'ha dipinto riesce a regalarmi l'ultima struggente emozione di questa indimenticabile avventura. Non immaginavo che questa escursione potesse regalarmi tanto, sorprendente ed inattesa la discesa dalla Valsecca: anche oggi la Valle Brembana ha saputo stupirmi, facendomi vivere una delle più belle avventure della mia vita.

01 La Chiesina del Cantone San Francesco
02 Il viale dell'ex colonia...
03 Dopo 50 metri si  gira a destra, si entra nel bosco...
04 Moio de  Calvi...
05 Il Pizzo dei Tre Signori...
06 Ecco finalmente il Passo dell'Ortighera...
07 Un primo panorama verso nord...
08 Il Pegherolo...
09  Incredibile, siamo a fine giugno e c'è neve fresca sul Corno Stella...
10 Panorama verso l'Ortighera, coi boschi bruciati dal gelo...
11 Risalgo i grandi pascoli...
12 I pascoli e l'Alben...
13 Il panorama verso il Tre Signori...
14 Monte Valbona. Panorama dal Laghetto del Bernigolo al Tre Signori...
15 Panorama sulla Valsecca e l'Alta Valle Brembana, ramo di Branzi...
16 Zoom su Roncobello...
17 Panorama verso il Menna, con la lunga dorsale da risalire...
18 Panorama d'Alben...
19 Selvino e il suo Monte Purito...
20 La foresta di larici morti...
21 Verso il Collino di Campo...
22 Panorama dalle Pozze Gemelle...
23 La grande conca delle Pozze Gemelle...
24 Collino di Campo...
25 In viaggio verso il Passo di Menna...
26 Le onde verdi del Valbona...
27 Contrafforti del Menna, nei pressi del passo omonimo...
28 La lunga dorsale del Valbona - Collino di Camnpo...
29 Chignol d'Aral...
30 Il Passo di Menna, col serpeggiante sentiero proveniente da Roncobello...
31 Ecco finalmente apparire il Menna...
32 Sulla cresta del Menna...
33 La sgangherata Croce di vetta del Menna...
34 Panorama verso l'Alben...
35 Panorama verso la bassa valle Brembana...
36 Panorama Ovest...
37 Zoom sul gruppo dei Tre Signori...
38 Panorama verso il Pizzo di Roncobello e le Orobie...
39 Monte Corte.  Sullo sfondo il Diavolone...
40 Zoom sui 3000 Orobici...
41 La conca sopra il Barbellino, col Monte Torena...
42 Dal Recastello al Tre Confini...
43 Panorama Est...
44 L'Arera...
45 Vetta dell'Arera...
46 Ciao ciao Menna..!!
47 I profondo dirupi del versante nord...
48 Verso il Passo di Menna...
49 Dalle Grigne al Monte Rosa...
50 Passo di Menna, è ora di scendere verso Roncobello, visibile sullo sfondo...
51 Baita dello Zoppo...
52 Angolino pausa mensa...
53 Baita dello Zoppo...
54 La Corna Buca...
55 La Madonna della Corna Buca...
56 Roncobello, frazione Costa...
57 Zoom su Piccarelli...
58 Baresi...
59 Scendo lungo la  Valsecca, sfiorando la piccola frazione omonima...
60 Il Mulino di Baresi...
61 Mulino di Baresi, datato 1673...
62 Benvenuti al Mulino di Baresi...
63 Il Valsecca nella zona del Mulino di Baresi...
64 Frazione Foppacava...
65 La chiesetta di Foppacava...
66 Scendendo verso Bordogna...
67 Bordogna...
68 Bordogna...
69 Bordogna...
70 Bordogna...
71 Bordogna...
72 Bordogna...
73 Bordogna...
74 Bordogna...
75 Si sfiora il cimitero di Bordogna...
76 Bordogna...
77 Il ponticello sul Valsecca...
78 Le cristalline acque del Valsecca...
79 Chiesina della SS. Trinità...
80 SS.Trinità...
81 Cantone San Francesco, panorama verso Moio de Calvi...
82 Chiesina alla Pioda...
83 Beata Vergine della Neve...
84 Il bellissimo volto della Vergine....
85 Ciao ciao Lenna...

Immagini totali: 85 | Ultimo aggiornamento: 14/10/13 21.29 | Generato da JAlbum & Chameleon | Aiuto