Lej da la Tscheppa e Lej Lagrev da Silvaplana-Engadina(CH)-4lu23

CHAMANNA COAZ in VAL ROSEG da Pontresina il 26 agosto 2016

CIMA FONTANA (3068 m) in Valmalenco il 29 luglio 2016

Da Chiareggio al GHIACCIAIO DEL VENTINA (20 luglio 2016)

GHIACCIAIO DEL FORNO dal Passo del Maloja (23 giugno 2016)

CAPANNA BOVAL AL GHIACCIAIO DEL MORTERATSCH (18 luglio 2016)

VAL MASINO - VALLE PREDA ROSSA - RIF. PONTI (23 giugno 2015)

VALFURVA-VAL ZEBRU' - RIF. QUINTO ALPINI (6-7 settembre 2014)

VAL MASINO - RIF. GIANETTI (27 agosto 2014)

VAL MASINO - RIF. ALLIEVI-BONACOSSA (23 agosto 2014)

Cattedrali di granito ai Rifugi Allievi – Bonacossa (2395 m) da S. Martino (Val Masino) il 23 agosto 2014

Al laghetto-invaso del torrente
Al laghetto-invaso del torrente
Riprendiamo la danza del sole sul ponticello in legno
Riprendiamo la danza del sole sul ponticello in legno
La secolare radice ha ingoiato il masso
La secolare radice ha ingoiato il masso
Campanula in primo piano
Campanula in primo piano
Splendide fioriture
Splendide fioriture

Il ‘Pieroweb’ in trasferta dalle Alpi Orobie alle Alpi Retiche ! L’input mi viene trasmesso dall’amica Maria Grazia che ci invita a visitare la sua valle d’origine, la Val Masino, quella che lei chiama ‘La mia valle incantata’ !
Accetto, insieme ad alcuni amici (Renato, Prisca, Raffaella) e via, sabato 23 agosto 2014, dopo due ore di macchina, eccoci a San Martino di ValMasino, pronti a camminare. Ma piove! Che facciamo ? Partiamo sperando , come da previsioni meteo, che in giornata schiarisca, come infatti avverrà.
Partiamo con la pioggia, entriamo nella nebbia, giunti al Belvedere e al successivo Pianone le nuvole si diradano e raggiungiamo il Rif. Allievi-Bonacossa con peziosi squarci di sereno che ci consentono di ammirare le cattedrali granitiche del circolo alto della Valle di Zocca.
Il rientro avviene con sorpresa finale…all’imbrunire un bel temporale nell’ultimo tratto di discesa arriva come benedizione alla nostra bella escursione !

Per la descrizione del percorso riporto quella precisa, dettagliata, esauriente del sito ‘Paesidivaltellina’, che ringrazio!

http://www.paesidivaltellina.it/val_masino/valledizocca.htm#1

I rifugi Allievi e Bonacossa (m. 2395) sono posti al centro dell'anfiteatro della splendida Valle di Zocca, laterale settentrionale dela Val di Mello (Val Masino).
Antenata dei rifugi fu la capanna Zocca (capàna da zòca), costruita nel 1897, a cura della sezione milanese del C.A.I.
Rifatta nel 1905, venne successivamente distrutta da una valanga.
Durante la prima guerra mondiale venne riedificata per ospitare un distaccamento di alpini per presidiare il passo di Zocca, che guarda alla Val Albigna, perché il generale Cadorna era convinto che lo stato maggiore svizzero avrebbe potuto concedere il permesso di passaggio alle truppe austro-ungariche, che avrebbero potuto quindi invadere la Valtellina dalla Valle di Poschiavo, dall'Engadina e dalla Val Bregaglia. Assunse, allora, la denominazione che onora Francesco Allievi, alpinista appassionato della Valle di Zocca.
Durante la seconda guerra mondiale venne usata come punto di appoggio dalle formazioni partigiane e quindi danneggiata durante il rastrellamento nazifascista del 1944. Ricostruita nel 1950, è affiancata, dal 1988, dal rifugio Bonacossa.
Nell'inverno del 2000 è stata seriamente danneggiato da una valanga, e successivamente ristrutturata. Uno dei più famosi alpinisti italiani, Walter Bonatti, ha definito la Val Màsino l’università dell’alpinismo. Se così è, la Valle di Zocca ("val da zòca") è sicuramente la sua aula magna, lo spazio più prestigioso e solenne, dove si tengono le lezioni più importanti.
Si tratta, infatti, della valle degli alpinisti per eccellenza, tanto numerose ed eleganti sono le possibilità di scalata che essa offre, su pareti e vette divenute anch’esse assai conosciute, la cima di Zocca, la punta Allievi, la Cima di Castello ("castèl"), la punta Ràsica, il pizzo Torrone occidentale.
È, però, anche la valle degli escursionisti, sia di quelli che la eleggono a meta ideale di un’uscita in Val di Mello ("val da mèl"), sia di quelli che ne fanno una tappa nel cammino del Sentiero Roma (senté róma).
Non c’era bisogno, per la verità, di un così ampio preambolo per invitare gli amanti dell’escursionismo a visitarla, ma è giusto sottolineare i diversi motivi di interesse che la valle regina fra le laterali settentrionali della Val di Mello ("val da mèl") offre.

Raggiungiamo dunque, staccandoci dalla ss 38 all’altezza di Ardenno e percorrendo la statale di Val Màsino, il paese di San Martino ("san martìn"), per poi addentrarci in Val di Mello ("val da mèl"), fino al parcheggio (che nei finesettimana estivi e, dalla seconda metà di luglio fino alla fine di agosto, per l’intera settimana è raggiungibile solo a piedi o con il servizio di bus-navetta).
Dal parcheggio incamminiamoci sul largo sentiero che si addentra nella valle, ignoriamo una prima deviazione a sinistra (non segnalata) per la val Qualido e raggiungiamo le baite della Cascina Piana (m. 1092).
Sempre rimanendo sul lato sinistro (per noi) della valle, proseguiamo fino ad incontrare, su un grande masso, la segnalazione del sentiero (senté da zòca) che si stacca sulla sinistra da quello principale e comincia a salire in Valle di Zocca.
Si tratta di una salita piuttosto faticosa, che non concede molti momenti di respiro, ma che, avvenendo in buona parte all’ombra degli alberi, non è resa più gravosa dalla calura estiva.
Dopo circa 500 metri dalla partenza possiamo osservare, a monte del sentiero (5 metri sopra, circa), nel bosco chiamato "pèsc", un larice monumentale (làres), a 1240 metri di quota: è alto 29 metri, ha una circonferenza di 590 cm ed è classificato fra gli alberi monumentali della Provincia di Sondrio.
Per un buon tratto rimaniamo sulla parte sinistra (sempre per noi) della valle; poi, sfruttando un bel ponte in legno che da qualche anno ha sostituito il precedente (a sua volta chiamato "èl punt nöf", perché costruito, negli anni sessanta del secolo scorso, in sostituzione di un ponte più antico - punt véc' -, collocato più in alto), passiamo sul lato opposto, ammirando l’aspetto selvaggio e suggestivo del torrente Zocca che, in questo punto (a 1500 metri circa), si precipita rabbiosamente verso il fondovalle, rinnovando la sua millenaria aggressione ai grandi massi di granito che ne costellano il letto.
Si capisce facilmente perché in questo tratto la valle sia chiamata "valàscia". La fatica della salita è ripagata dalla bellezza del sentiero, che, con un ottimo recente lavoro di risistemazione, è stato per lunghi tratti scalinato, il che attenua di molto i disagi per la pendenza spesso severa.
Anche la bellezza dei luoghi contribuisce a risollevare lo spirito fiaccato dalle lamentele del corpo: guadagniamo quota, infatti, all’ombra di un bellissimo bosco di larici, fra le cui fronde, ad un certo punto, occhieggia il torrione che nasconde la cima o punta di Zocca, che, pur non essendo, con i suoi 3147 metri, la più alta e neppure la più celebre vetta della testata della valle, si è meritata, anche per l’imponenza e la possanza del suo profilo, il privilegio legare il suo nome a quello della valle stessa.
A 1725 metri incontriamo, qualche decina di metri a lato del sentiero, la casera di Zocca (casèra da zòca), che serve l'alpe omonima (munt da zòca), la più ricca di pecore, almeno fino a qualche decennio fa, dell'intera Val Masino.
Poi il sentiero, superato un passaggio su placca chiamato "i punt", esce dal bosco ed affonda un lungo traverso che taglia il fianco orientale della valle, in direzione nord-ovest, avvicinandosi ad una strozzatura che introduce alla piana terminale della valle, detta Pianone (m. 2070).
Poco sopra il sentiero, sulla nostra destra, si trova una grotta naturale che veniva utilizzata dai Finanzieri negli appostamenti che servivano a sorprendere eventuali contrabbandieri che scendevano con il carico verso il fondovalle: per questo era chiamata "càmer di guèrdie" (ce n'è un altra, con lo stesso nome e la stessa funzione, a monte del sentiero che dai Bagni sale al rifugio Gianetti, in corrispondenza delle cosiddette Termòpili).
Sempre a monte del sentiero si trova il pascolo su pendio poco ripido che veniva chiamato "curt dai pòrsc", perché vi stazionavano i maiali. Prima di entrare nella piana oltrepassiamo un crocifisso, il "crusùn", posto a memoria dell'alpinista Agostino Parravicini, morto sullo spigolo sud del pizzo di Zocca nel 1935.
Poi, ecco la conca naturale, dove il torrente si concede una pigra sosta ed un caléc spartano lascia intuire quanto fosse dura la vita di chi caricava questi monti nel periodo estivo. Una conca, in dialetto “zocùn” (Pianone, sulla carta IGM): ecco la ragione del nome della valle. Mentre l'interesse attuale della valle è legato all'escursionismo ed all'alpinismo, dobbiamo ricordare che in passato questo era un alpeggio, proprietà del comune di Val Masino, che caricava 50 capi di bestiame. Attraversiamo la piana, rimanendo sul suo lato sinistro (per noi) e, seguendo i segnavia rosso-bianco-rossi, ritroviamo il sentiero che, superata una fascia disseminata di massi, riprende a salire per vincere l’ultimo grande gradone roccioso che ci separa dagli ultimi pascoli dell’alta valle, dove sono collocati i rifugi Allievi e Bonacossa ("capàna da zòca").
La prima parte del dosso, sul quale serpeggia il sentiero, viene chiamata "èl dòs de scàut", perché in passato, quando era consentito farlo, scout e campeggiatori vi collocavano le loro tende.
Ma prima di affrontare gli ultimi sforzi, fermiamoci ad ammirare la testata della valle, che dalla piana mostra già la sua splendida imponenza: già si vedono la punta Allievi, dall’elegante profilo (m. 3121), la Cima di Castello ("castèl", m. 3392, la più alta vetta del gruppo del Màsino) e la punta Rasica ("rèsga", m. 3305, così denominata per la forma del suo crinale di vetta, che richiama quella di una sega), ma è sempre, alla loro sinistra, il torrione di Zocca ad imporsi per gli impressionanti bastioni di granito che culminano nell’affilato profilo della vetta. Dalla piana ai rifugi ci vogliono circa altri tre quarti d’ora di cammino: poi, superato un valloncello, eccoci giunti alla meta, a m. 2395. Siamo in cammino da tre ore e mezza-quattro, ed abbiamo superato un dislivello di oltre 1350 metri. Se però abbiamo ancora energie residue, ci conviene concederci una pausa, per poi riprendere il cammino. La pausa ci permette anche di scoprire un altro protagonista della valle, che si mostra, un po’ defilato, sull’estremità di destra della testata: si tratta del pizzo Torrone occidentale (m. 3351), che ha la curiosa caratteristica di essere costituito da un massiccio basamento di granito sul quale pare poggiata una punta che, vista da qui, appare sfuggente e quasi insignificante.

PERCORSO IN FOTOGALLERY
Cattedrali di granito ai Rifugi Allievi – Bonacossa (2395 m) da S. Martino (Val Masino) il 23 agosto 2014  - FOTOGALLERY
Cattedrali di granito ai Rifugi Allievi – Bonacossa (2395 m) da S. Martino (Val Masino) il 23 agosto 2014  - FOTOGALLERY
Cattedrali di granito ai Rifugi Allievi – Bonacossa (2395 m) da S. Martino (Val Masino) il 23 agosto 2014  - FOTOGALLERY

 

Cattedrali di granito ai Rifugi Allievi – Bonacossa (2395 m) da S. Martino (Val Masino) il 23 agosto 2014  - FOTOGALLERY

 

Cattedrali di granito ai Rifugi Allievi – Bonacossa (2395 m) da S. Martino (Val Masino) il 23 agosto 2014  - FOTOGALLERY
Cattedrali di granito ai Rifugi Allievi – Bonacossa (2395 m) da S. Martino (Val Masino) il 23 agosto 2014  - FOTOGALLERY
Cattedrali di granito ai Rifugi Allievi – Bonacossa (2395 m) da S. Martino (Val Masino) il 23 agosto 2014  - FOTOGALLERY
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Cattedrali di granito ai Rifugi Allievi – Bonacossa (2395 m) da S. Martino (Val Masino) il 23 agosto 2014  - FOTOGALLERY
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Cattedrali di granito ai Rifugi Allievi – Bonacossa (2395 m) da S. Martino (Val Masino) il 23 agosto 2014  - FOTOGALLERY
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Al 'Pianone' (Zocùn) salendo la Valle di Zocca verso il Rif. Allievi-Bonacossa
Al 'Pianone' (Zocùn) salendo la Valle di Zocca verso il Rif. Allievi-Bonacossa
In vista del Rif. Allievi-Bonacossa
In vista del Rif. Allievi-Bonacossa
Splendide fioriture
Splendide fioriture
Cattedrali di granito nell'alta Val di Cozza attorno al Rif. Allievi-Bonacossa
Cattedrali di granito nell'alta Val di Cozza attorno al Rif. Allievi-Bonacossa
Cattedrali di granito
Cattedrali di granito
 
 
 
     
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