PIZZO REDORTA (3038 m) da Fiumenero-Rif. Brunone il 10-11 settembre 2016

Anello dal RIF. BRUNONE al IF. MERELLI AL COCA sul Sentiero Alto per Ol Simal il 17-18 agosto 2014

PIZZO REDORTA (3038 m) da Fiumenero (790 m) – Rif. Brunone (2295 m) il 10-11 settembre 2016

PIZZO REDORTA (3038 m) da Fiumenero (790 m) – Rif. Brunone (2295 m) il 10-11 settembre 2016

Il Pizzo di Redorta con i suoi 3038 m di altezza rappresenta uno dei pochi ‘tremila’ presenti nelle Alpi Orobie. Seconda cima orobica dopo il Pizzo Coca (3050 m), a pari altezza con la Punta di Scais, pure di 3038 m. Domina con la sua possente struttura, l’Alta Val Seriana e la sua mole si impone alla vista risalendo la Valbondione. Per andare in Redorta si sale una bella e selvaggia lunga vallata percorsa dal Fiume Nero, si pernotta in un rifugio isolato, si risale una piccola vedretta, si scala una cresta rocciosa con tratti delicati di facile alpinismo che richiedono adrenalina, si conquista una vetta panoramicissima !

PERCORSO, consigliabile la salita in due giorni.
Distanza : Km 20,15
Dislivello : 2700 m
Tempi: ore 14 circa

PRIMO GIORNO: Fiumenero (790 m) > Rif. Brunone (2295 m) sul sentiero 227
Dislivello: 1500 m circa
Tempi : h 4
Difficoltà: per escursionisti, con brevi tratti anche attrezzati di media difficoltà

SECONDO GIORNO: Rif. Brunone (2295 m) > Pizzo Redorta (3038 m) Dislivello : 743 m
Tempi: h 3 in salita, poco meno in discesa
Difficoltà: Per Escursionisti Esperti il tratto sul sentiero CAI 252 fino alla vedretta di Scais e alla Bocchetta di Scais, Solo per EE F+ dalla Bocchetta di Scais alla vetta in grado di affrontare alpinismo facile con tratti anche esposti di arrampicata alpinistica di 1° e 2° grado, molto impegnativa soprattutto in discesa nel tratto roccioso ed esposto sopra la bocchetta di Scais
Equipaggiamento: oltre a quello normale, servono ramponi (Vedretta di Scais), picca (non indispensabile, possono bastare anche bastoncini se la situazione lo consente) e casco (dalla Bocchetta di Scais lungo la cresta finale) ; se si vuole essere sicuri anche imbrago, qualche cordino e uno spezzone di corda da 25 m (utili in caso su roccia bagnata o per persone in difficoltà). La sicurezza non è mai troppa !
Il Redorta va affrontato con la dovuta preparazione, con l’appoggio di persone esperte e con previsioni e situazione meteo sicure, stabili

SALITA: Rif. Brunone > Sentiero 302 > Sentiero 252 fino alla Vedretta di Scais > Vedretta di Scais con ramponi > Bocchetta di Scais (2905 m) > Cresta nord > Pizzo Redorta
DISCESA: in senso inverso rispetto al percorso di salita dal Pizzo Redorta fino al Rif. Brunone e poi a Fiumenero


Sul sentiero 227 in arrivo al Rif. Brunone salendo da Fiumenero
Sul sentiero 227 in arrivo al Rif. Brunone salendo da Fiumenero
Sul sentiero 227 in arrivo al Rif. Brunone salendo da Fiumenero
Sul sentiero 227 in arrivo al Rif. Brunone salendo da Fiumenero- 2
Al rif. Brunone (2295 m)...panoramica dopo la pioggia
Al rif. Brunone (2295 m)...panoramica dopo la pioggia
Al rif. Brunone (2295 m)...panoramica dopo la pioggia con schiarita al tramonto
Al rif. Brunone (2295 m)...panoramica dopo la pioggia con schiarita al tramonto

Siamo in 4, Prisca, Sara, Maurizio ed io.
Da tempo ci frullava in testa il progetto di salire in Redorta, la montagna imponente che Prisca da casa sua, da Gromo San Marino, vede da una vita !
Riusciamo ad organizzarci per una due giorni settembrina con previsioni meteo favorevoli, che, a parte possibili rovesci pomeridiani, ci assicura una domenica di bel tempo anche in quota fin verso il primo pomeriggio.

PRIMO GIORNO, sabato 10 settembre 2016 Arrivati alla frazione Fiumenero, pochi chilometri prima di Valbondione (Alta Val Seriana), parcheggiamo l’auto poco prima del piccolo cimitero.
Di fronte al parcheggio, seguendo un rustico cartello indicatore, prendiamo il sentiero 227 che ci travasa dall’asfalto al bosco.
Il sentiero si snoda sul lato sinistro della valle avendo a destra lo spumeggiante Fiume Nero.
Saliamo sino ad incontrare la conoide del Campiol, punto terminale del profondo e selvaggio vallone della Valsecca, che culmina, in alto all’omonimo passo, tra Pizzo Poris e Diavolino.
A quota 1125 m circa , grazie ad un solido ponticello passiamo sull’altro lato della valle.
Ci inerpichiamo per pochi metri nel bosco per poi procedere con pendenza regolare , costeggiando a destra nere e lisce placche rocciose con spettacolari cascatelle d’acqua e avendo sotto, a sinistra, il rumoroso torrente.
Tra boschetti e radure con ampio giro verso destra, lasciato a sinistra il detritico Piano di Campo, risaliti un bel po’ in quota, passiamo su una passerella metallica semimascherata da balze erbose che supera una cascata originatasi dal torrente che scende dalla Valle dell’Aser nella quale ci stiamo addentrando (1500 m circa ).
Ora, guardando a sinistra (ovest) , osserviamo la mole del Pizzo del Diavolo di Tenda, coperto da nebbia, digradante a destra verso il Pizzo dell’Omo e del Salto e a sinistra verso la cima del Pizzo Poris. Siamo nella Valle dell’Aser, dove , su un ponticello di legno, guadiamo il torrente , che ci porta sul lato destro orografico (nostra sinistra).
Mentre rovesci di pioggia ci obbligano a coprirci ben bene, guadagniamo quota, risalendo su numerosi tornanti, mentre il terreno diviene sempre più sassoso.
Con un ultimo sforzo saliamo ad incrociare il ‘Sentiero delle Orobie’, proveniente dal Rif. Calvi, mentre la pioggia cessa e le cime, ancora un po’ coperte di nebbie, tornano a farsi rivedere.
Seguendo il tracciato verso destra tra roccette ed erbe raggiungiamo l’accogliente Rif. Brunone (2295 m) dopo circa 4 ore di cammino da Fiumenero.
Ci attardiamo in rifugio in attesa della cena, rinunciando a salire, come intenzione, al Passo della Scaletta, immerso nella nebbia.
Verso il tramonto le nebbie si dissolvono, il cielo si rasserena e ci regala la visione di uno splendido tramonto soprattutto verso il Pizzo del Diavolo di Tenda con un ‘Rosso di sera bel tempo si spera!’. Ci corichiamo per tempo per alzarci presto domenica mattina e salire di buon’ora in Redorta appena si fa chiaro.

SECONDO GIORNO, domenica 11 settembre 2016.
Di buon mattino, alle prime luci, col cielo sereno, ci incamminiamo sul sentiero 302, superiamo la deviazione a destra per il ‘Sentiero Basso’ e poco dopo abbandoniamo il sentiero principale per immetterci a sinistra nel segnavia n. 252, seguendo le indicazioni su roccia ‘Redorta-Scais’.
Risaliamo il pendio su sfasciumi ed erbe con corti tornanti per poi effettuare una traversata verso sinistra su pietraia in direzione dell’imponente Pizzo Redorta.
Saliamo su sentiero pietroso-roccioso accanto al torrente che scorre in uno stretto alveo roccioso per poi gettarsi in una fragorosa cascata nella sottostante valle.
Entriamo in una vasta conca detritica (2540 m) in cui osserviamo quel che resta della Vedretta di Redorta.
Raggiungiamo la base di un erto canalino che rimontiamo con attenzione su roccette scistose e sfasciumi. Non siamo soli, con noi gli amici ‘Sempreverdi’ del CAI di Provaglio e e due del CAI Ponte S. Pietro, Emanuela Longhi e marito.
Dalla sommità del canalino ,dirigendoci verso destra con una diagonale in salita, perveniamo alla base della Vedtretta di Scais (2710 m), ridotta ai minimi termini a fine stagione estiva.
Calzati i ramponi, attraversiamo la vedretta , tenendoci ai margini del lato destro in direzione della evidente Bocchetta di Scais, situata fra la tondeggiante’Fetta di Polenta’ verso nord e il Pizzo di Redorta verso sud.
A sinistra della ‘Fetta din polenta’ visibile la Punta di Scais (3038 m) con la sua aguzza cuspide rocciosa.
In decisa salita, puntando bene i ramponi, specie nei tratti ghiacciati, raggiungiamo la Bocchetta di Scais (2905 m).
Breve sosta per togliere i ramponi, che lasciamo lì, insieme ai bastoncini.
E qui sotto a chi tocca, ci aspetta il tratto più difficile ed impegnativo dell’ascesa al Redorta.
Purtroppo, in assenza di neve, non è possibile risalire il canalino a destra della Bocchetta, che consentirebbe di evitare il primo tratto difficile della cresta nord.
In arrampicata risaliamo in un diedro quasi verticale il primo salto di roccia friabile che ci porta alla Bocchetta vera e propria.
Affrontiamo quindi il primo tratto con l’aiuto della corda fissa che ci consente di superare un salto di roccia friabile.
Seguendo poi l’indicazione di un ometto, saliti in arrampicata su placche rocciose con attenzione e prudenza, sul filo di cresta, ci abbassiamo appena sotto sul versante esposto a precipizio sul Canale Tua e sulla vallata di Coca per risalire il più difficile (specie in discesa) tratto d’arrampicata della cresta nord di Redorta.
Rientrati poi sul versante sud, seguendo i pochi ometti presenti, risaliamo, sempre con l’aiuto delle mani e quasi sempre su sfasciumi, pietraie, rocce, in traverso o in ripida salita, fino alla cresta di vetta, dove il sentiero ricompare e ci porta sull’aerea cima del Pizzo di Redorta (3038 m) dov’è posta una croce metallica con l’effigie del Cristo delle Vette inciso sul legno e una targa in memoria.
Brevissima sosta per veloci foto di vetta alla croce e allo splendido panorama che si ammira soprattutto verso NE dove si erge il Re dei nostri ‘Tremila’, il Pizzo di Coca, mentre verso SO si staglia all’orizzonte il triangolare e inconfondibile Pizzo del Diavolo di Tenda con il Diavolino, verso Nord i dirimpettai Fetta di Polenta, Torrione Curò, Punta di Scais, Porola e, sullo sfondo, le Alpi Retiche con gli imbiancati gruppi di Brernina e Disgrazia.
Scendiamo di buon passo per raggiungere gli amici del CAI di Provaglio che ci potrebbero dare una mano nella discesa che si prospetta impegnativa.
Infatti li raggiungiamo ed essi ci prestano con grande disponibilità il loro aiuto, assicurandoci alla corda nel tratto esposto sopra la Bocchetta di Scais. Un grande grazie a loro per il grande aiuto !
Dalla Bocchetta scendiamo la vedretta con facilità per neve rammollita.
Gli amici rientrano, noi ci fermiamo per il pranzetto al sacco ed un meritato cincin col Genepi di Prisca !
Poi non ci rimane che abbassarci al Rif. Brunone, sostare per un buon ristoro, aspettare che smetta di piovere e scendere la lunga valle del Fiume Nero e rientrare a casa stanchi ma contenti di essere saliti per la prima volta sulla seconda vetta delle Alpi Orobie !

Salendo dal Rif. Brunone sul sent. 252 alla Vedretta e Bocchetta di Scais
Salendo dal Rif. Brunone sul sent. 252 alla Vedretta e Bocchetta di Scais
Bella vista dalla Bocchetta di Scais
Bella vista dalla Bocchetta di Scais
Panoramica salendo dalla Bocchetta di Scis (2905 m) al Pizzo Redorta (3308 m)
Panoramica salendo dalla Bocchetta di Scis (2905 m) al Pizzo Redorta (3308 m)
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Alla croce di vetta del Pizzo Redorta (3038 m)
Alla croce di vetta del Pizzo Redorta (3038 m)
Dalla croce di vetta del Pizzo Redorta (3038 m) vista verso gli altri 'Giganti Orobici'
Dalla croce di vetta del Pizzo Redorta (3038 m) vista verso gli altri 'Giganti Orobici'
Dalla cresta di vetta del Pizzo Redorta (3038 m) vista verso gli altri 'Giganti Orobici'
Dalla croce di vetta del Pizzo Redorta (3038 m) vista verso gli altri 'Giganti Orobici'- 2
     
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