Up Sabato 18 Febbraio 2017 – M.te Segade e anello del Fioraro Slideshow

Testo by Andrea Carminati L’anello completo intorno al Fioraro era un sogno skialp da anni, studiando le mappe e aspettando pazienti il periodo giusto (non troppa neve, né troppo poca, tempo stabile, visibilità perfetta). Sabato l'abbiamo realizzato, è un itinerario d'altri tempi in zone remote, si sente il sapore di maglioni pesanti, pantaloni di flanella, sci di legno da due metri, attacchi da fabbro su scarponi pesanti ingrassati... come ristoro un po' di polenta fredda e un cicchetto di grappa per scaldarsi. È un timido omaggio a Sugliani, ai pionieri dello scialpinismo orobico, al CAI esploratore di cent'anni fa. Partiamo da Madonna delle Nevi, saliamo in Pigolotta e da lì su per Arale, Arletto e il costolone che corre sopra il Rif. Balicco fino al grande “omone” vicino al Passo Porta dal quale con lungo traverso ci arrampichiamo alla Bocchetta di Budria tra mille inversioni nello stretto finale. Da qui si apre il fantastico mondo nord-orobico; togliamo le pelli, degradiamo alla sella che separa il Pizzo del Vento dallo spartiacque principale e ci buttiamo alla sua sinistra su pendii vergini e farinosi. Dopo un breve pianoro ci si apre davanti ancora uno strepitoso pendio vergine sempre di farina zuccherina, scendiamo urlando come bimbi fino a che la Val Budria non diventa dirupante, ripelliamo, raggiungiamo le Baite Saroden, quindi la Baita Pradelli di Pedena e poi, faticosamente su pendio assolato e ripido, il Passo Pedena, che divide la Val Budria da quella del Bitto di Albaredo ed è incuneato tra i monti Fioraro e Pedena. Ci attende un meraviglioso pendio di quasi 700 metri di dislivello (avete capito bene) con neve sempre commovente fin circa a tre/quarti della discesa, dove bisogna aggirare un dirupo con cascata di ghiaccio (attenzione, passaggio chiave) tenendosi sulla destra, un po’ di “ravanaggio”, ultime curvette ed eccoci sulla provinciale Albaredo – Passo San Marco, naturalmente innevata e battuta. Ripelliamo, ma nessuno di noi si immagina che sia così lunga arrivare all’omino del San Marco: quasi 7 kilometri di strada, per fortuna qualche variante per i prati nella valletta d’Orta accorcia leggermente il percorso! In vista del Segade il gruppo si divide: chi ha tempo e voglia va in vetta e scende la mitica parete Sud, gli altri tirano dritti al Passo San Marco “a riveder la bergamasca” e scendono dalla strada “toboga” innevata. Di riffa o di raffa ci si ritrova a Madonna delle Nevi, dopo un fantastico anello completo, per l’ormai classico brindisi di spumante e torte. Un giorno che ricorderemo, è stata la giornata skialp perfetta.

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