HOMEPAGE - LA TUA FOTO - ESCURSIONI

 
FOTO dI ANNALISA ZANCHI

(Stezzano - Bergamo) -
 
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Salita da Colere-Carbonera al Rifugio Albani e al Ferrantino con passaggio alla Val Conchetta il 12 luglio 2009
Per domenica 12 luglio l’idea era di salire al Ferrante passando per il Rifugio Albani. Idea scartata fin da quando ci siamo incamminati verso le pareti della Presolana. Infatti già dal mattino la nebbia impediva la visione di ogni panorama, e così è stato per tutta la giornata. Tuttavia l’escursione è stata gradevole, ci ha permesso di conoscere una zona dove ancora non eravamo stati e ci ha dato idee per future escursioni. Partiamo da Colere. Lasciata l’auto in località Carbonera (1043 m) raggiungiamo la località Piani di Vione (1274 m) dove ci incamminiamo sul sentiero n. 402. Questo sentiero con alcuni ripidi tratti ci avvicina alle pareti della Presolana, alzandosi prima in un bosco e attraversando poi su ghiaioni e pendii erbosi fino a incrociare il sentiero 401/326 che a sinistra porta all’attacco della ferrata della Presolana per il Passo della Porta. Noi proseguiamo a destra passando alti sul bel laghetto di Polzone e con un ultimo strappo raggiungiamo il Rifugio Albani (1939 m). Dopo una breve pausa imbocchiamo il Sentiero delle Orobie Centrali n.401 fino al Passo Scagnello (2120 m) dove avremmo dovuto godere di belle vedute sulla sottostante Valzurio. Ora proseguiamo sul sentiero che ci porta a passare nei pressi del Ferrantino, reso quasi invisibile dalla nebbia, fino a trovare l’inizio della rocciosa cresta che porterebbe al Ferrante. Inutile e soprattutto azzardato salirci, visto il meteo. Continuiamo quindi sul sentiero che passa sotto il versante orientale del Ferrante e dopo qualche saliscendi giungiamo al Passo di Fontanamora (2253 m). Lasciamo il Sentiero delle Orobie Centrali e scendiamo sul sentiero n.404 lungo l’ampia valle Conchetta tra abbondanti fioriture, tra cui le sempre splendide stelle alpine. Passati nei pressi della Malga di Conchetta (1796 m) ci abbassiamo fino alla Malga Polzone (1571 m) e poi giù per la ripidissima strada spaccagambe che ci riporta a Carbonera.
Salita da Colere-Carbonera al Rifugio Albani e al Ferrantino con passaggio alla Val Conchetta il 12 luglio 2009 - FOTOGALLERY
Salita da Colere-Carbonera al Rifugio Albani e al Ferrantino con passaggio alla Val Conchetta il 12 luglio 2009 - FOTOGALLERY
Salita da Colere-Carbonera al Rifugio Albani e al Ferrantino con passaggio alla Val Conchetta il 12 luglio 2009 - FOTOGALLERY
Salita da Colere-Carbonera al Rifugio Albani e al Ferrantino con passaggio alla Val Conchetta il 12 luglio 2009 - FOTOGALLERY
Salita da Colere-Carbonera al Rifugio Albani e al Ferrantino con passaggio alla Val Conchetta il 12 luglio 2009 - FOTOGALLERY
Panorama sul Laghetto di Polzone in Presolana
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Salita da Carona al Monte Chierico dalla Valsambuzza con discesa dalla Val Carisole il 5 luglio 2009
Per oggi si decide di salire al Monte Chierico da Carona. Ci incamminiamo sulla carrabile che conduce ai Rifugi Longo e Calvi fino a raggiungere, poco dopo avere superato la cascata della Val Sambuzza, la Baita Birone ai Dossi (1475 m). Qui lasciamo la strada per incamminarci sul sentiero n. 209 che ci porterà nella Valle Sambuzza. Superiamo una serie di baite fino a giungere alla Baita Vecchia (1862 m) dove si incrocia il sentiero n.208 che proviene dalla Val Carisole. Ignoriamo questo crocevia e proseguiamo sul sentiero n.209 salendo nella valle. Eravamo già passati di qui l’anno scorso in una tersa domenica d’agosto per salire al Pizzo Zerna. Questa volta la giornata è più calda, qualche nuvola in più in cielo, ma la vallata si fa ammirare: prati verdi puntellati di piccoli fiori di numerose varietà diverse e gli ultimi cespugli di rododendro in fiore. Giunti al lago di Val Sambuzza continuiamo sul comodo sentiero per il passo Publino alzandoci leggermente sul lato occidentale del lago fino a trovare le indicazioni per i laghetti di Caldirolo. Ci avviamo su questo sentiero che sale ripido fino ai piccoli laghetti di Caldirolo (2257 m). Ora abbandoniamo il sentiero che ci condurrebbe al passo Publino per risalire con attenzione, aggirando i tratti rocciosi e più ripidi, il versante nordorientale del Monte Chierico (2535 m). Giunti in vetta, segnalata con un omino di pietre, sostiamo solo pochi minuti perchè le nuvole si addensano velocemente facendosi più grige. Scendiamo per il crestone erboso del versante merdidionale fino all’intaglio dove passa il sentiero che collega la Val Sambuzza con la Val Carisole (n.208). Decidiamo di scendere dalla Val Carisole, così, raggiunto il Rifugio Mirtillo, seguendo la strada che costeggia le piste, facciamo ritorno a Carona.
Salita da Carona al Monte Chierico dalla Valsambuzza con discesa dalla Val Carisole il 5 luglio 2009  - FOTOGALLERY
Salita da Carona al Monte Chierico dalla Valsambuzza con discesa dalla Val Carisole il 5 luglio 2009  - FOTOGALLERY
Salita da Carona al Monte Chierico dalla Valsambuzza con discesa dalla Val Carisole il 5 luglio 2009  - FOTOGALLERY
Salita da Carona al Monte Chierico dalla Valsambuzza con discesa dalla Val Carisole il 5 luglio 2009  - FOTOGALLERY
Salita da Carona al Monte Chierico dalla Valsambuzza con discesa dalla Val Carisole il 5 luglio 2009  - FOTOGALLERY
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Giro ad anello con partenza e rientro a Capo Foppa raggiungendo nell’ordine: Sodadura, Aralalta e Baciamorti
il 28 giugno 2009
Dalla località Capo Foppa (1307 m.) imbocchiamo il sentiero n.120 per raggiungere il Rifugio Gherardi ai Piani d’Alben a quota 1650 m.. Il cielo per il momento è limpido, solo nelle valli qualche banco di nebbia e foschia verso la pianura. Raggiunto il rifugio su comodo sentiero ci dirigiamo verso l’ex rifugio Cesare Battisti senza tuttavia raggiungerlo. Prendiamo infatti una traccia di sentiero verso ovest che ci conduce a percorrere il sentiero con segnavia n.9. Percorriamo a mezzacosta i pendii meridionali del Monte Sodadura fino ad arrivare in vista dei Piani di Artavaggio nei pressi del cippo di confine tra la ex Repubblica di Venezia e il Granducato di Milano. Da qui abbandoniamo il sentiero individuando una labile traccia che sale verso la cresta nord-ovest del Sodadura. Raggiunta la cresta e superato un breve balzo roccioso percorriamo un ultimo ripido tratto e giungiamo in vetta al Monte Sodadura (2010 m.). Dalla vetta del Sodadura individuiamo il percorso che dovremo seguire per raggiungere le nostre prossime mete: Aralalta e Baciamorti. Ci mettiamo di nuovo in marcia, sollecitati dai grigi nuvoloni formatisi nel cielo. Scendiamo l’erta cresta nordorientale del Sodadura fino a raggiungere l’omonimo passo (1867 m.) e prendere il sentiero n.101 che ci porta agevolmente alla Bocchetta di Regadur (1853 m.). Proseguiamo ancora qualche metro sul sentiero fino all’intaglio della cresta dell’Aralalta. Individuate le tracce risaliamo zigzagando la costa erbosa e giungiamo all’omino di pietre che ci segnala la vetta dell’Aralalta (2006 m). Ancora pochi minuti di cammino e siamo sul Pizzo Baciamorti (2009 m.). Da qui, ripida discesa fino al passo Baciamorti e ritorno a Capo Foppa percorrendo un largo giro prima su pascoli in fiore e successivamente nel bosco.
Giro ad anello con partenza e rientro a Capo Foppa raggiungendo nell’ordine: Sodadura, Aralalta e Baciamorti  - FOTOGALLERY
Dopo lunga pausa...escursione nel primo giorno d'estate 2009: dalla Forcella Rossa in cresta fino al Lago alto di Porcile  - FOTOGALLERY
Giro ad anello con partenza e rientro a Capo Foppa raggiungendo nell’ordine: Sodadura, Aralalta e Baciamorti  - FOTOGALLERY
Giro ad anello con partenza e rientro a Capo Foppa raggiungendo nell’ordine: Sodadura, Aralalta e Baciamorti  - FOTOGALLERY
Giro ad anello con partenza e rientro a Capo Foppa raggiungendo nell’ordine: Sodadura, Aralalta e Baciamorti  - FOTOGALLERY
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Dopo lunga pausa...escursione nel primo giorno d'estate 2009: dalla Forcella Rossa in cresta fino al Lago alto di Porcile
Domenica 21 giugno 2009: primo giorno d’estate e prima escursione dopo una lunga pausa. Dalla Baita Camoscio(1750 m.) in località San Simone seguiamo il sentiero n.101 dirigendoci verso la Forcella Rossa (2053 m.). Giunti alla forcella risaliamo il ripido pendio erboso che ci porta in breve al Pizzo Rotondo (2237 m.) per poi scendere abbandonando il filo di cresta sui pendii della Quota 2266 e raggiungere il Passo di Lemma (2137 m.). Dal passo percorriamo la panoramica cresta fino a raggiungere la Cima di Lemma (2348 m.) Una volta scesi al Passo di Tartano (2108 m.) decidiamo di raggiungere il più alto dei Laghi di Porcile (2095 m.) per poi prendere il sentiero n.101 che ci riporta velocemente alla Baita Camoscio. P.S. Durante una parte del nostro tragitto abbiamo assistito al passaggio degli atleti del 7° Rally Estivo della Valtartano - Campionato Italiano Skyrunning a coppie.
Panorama verso il Pizzo del Vallone tra Pizzo Rotondo e Passo di Lemma
Veduta su Cima Scala, Cima Lemma e cresta
Dopo lunga pausa...escursione nel primo giorno d'estate 2009: dalla Forcella Rossa in cresta fino al Lago alto di Porcile  - FOTOGALLERY
Dopo lunga pausa...escursione nel primo giorno d'estate 2009: dalla Forcella Rossa in cresta fino al Lago alto di Porcile  - FOTOGALLERY
Dopo lunga pausa...escursione nel primo giorno d'estate 2009: dalla Forcella Rossa in cresta fino al Lago alto di Porcile  - FOTOGALLERY
Dopo lunga pausa...escursione nel primo giorno d'estate 2009: dalla Forcella Rossa in cresta fino al Lago alto di Porcile  - FOTOGALLERY
Dopo lunga pausa...escursione nel primo giorno d'estate 2009: dalla Forcella Rossa in cresta fino al Lago alto di Porcile  - FOTOGALLERY
Dalla cresta verso Cima di Lemma
Vista da Cima Lemma verso est
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Salita con ciaspole a Cima Grem ammantata di neve il 22 febbraio 09
Domenica 22 febbraio, ultima uscita in montagna, prima dello stop forzato. Occasione per rivedere un amico, Daniele, già compagno d’escursione sulla cima Menna. Scegliamo di raggiungere la cima Grem (2049 m), una classicissima dell’escursionismo invernale con ciaspole o sci ai piedi, raccontata già innumerevoli volte dagli altri escursionisti e fotografi di Pieroweb. Notevoli e impressionanti gli accumuli in cresta, in questo inverno di abbondanti nevicate. Lascio qualche foto, e alle prossime escursioni!
Panoramica da Cima Grem verso sud - 22 febbraio 09
Salita con ciaspole a Cima Grem ammantata di neve il 22 febbraio 09 - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole a Cima Grem ammantata di neve il 22 febbraio 09 - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole a Cima Grem ammantata di neve il 22 febbraio 09 - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole a Cima Grem ammantata di neve il 22 febbraio 09 - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole a Cima Grem ammantata di neve il 22 febbraio 09 - FOTOGALLERY
Da Cima Grem l'Alben, il Menna, l'Arera - 22 febbraio 09
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In Val di Scalve salita con ciaspole ai Campelli e sul Monte Campioncino imbacuccato di neve il 15 febbraio 09

Domenica 15 febbraio finalmente in Val di Scalve. Destinazione: Monte Campioncino. Partiamo da Schilpario - Località Fondi (1261 m) seguendo per un tratto la strada che conduce al passo del Vivione. Giunti al rifugio Cimon della Bagozza in località Cimalbosco (1574 m) prendiamo la traccia a destra addentrandoci nel bosco. Impossibile sbagliarsi, la traccia è ben battuta, meta superfrequentata. Passiamo in prossimità della malga Campelli di sotto (1640 m) fino a sbucare in una splendida conca dove troviamo alla nostra sinistra il Monte Gardena (2117 m), di fronte a noi i monti Campione (2174 m) e Campioncino (2096 m) e a sinistra il gruppo della Bagozza. Grande spettacolo!

Panoramica sulla conca dei Campelli di Schilpario
Dalla Madonnina vista sulla conca dei Campelli

Procediamo velocemente per sfuggire all’ombra e raggiungere la soleggiata malga Campelli (1815 m), sommersa da uno spesso manto nevoso, che scivolato sul porticato anteriore la cela quasi completamente. Continuiamo a camminare fino al passo dei Campelli (1892 m) salvo poi accorgerci dell’impossibilità di proseguire verso la meta da quel punto. Ci soffermiamo ad ammirare il panorama sul versante camuno e su quello bergamasco prima di ridiscendere per affrontare la salita al Campioncino dal versante bergamasco, in compagnia di parecchi altri escursionisti, scialpinisti e ciaspolatori. Giungiamo sull’affollata vetta del Campioncino e dedichiamo un po’ di tempo ad osservare le cime che ci circondano.

Da notare l'altezza della neve, raddoppiata rispetto al 15 gennaio, quando al Campioncino erano saliti Piero e Fulvio.

In Val di Scalve salita con ciaspole ai Campelli e sul Monte Campioncino imbacuccato di neve il 15 febbraio 09 - FOTOGALLERY
In Val di Scalve salita con ciaspole ai Campelli e sul Monte Campioncino imbacuccato di neve il 15 febbraio 09 - FOTOGALLERY
In Val di Scalve salita con ciaspole ai Campelli e sul Monte Campioncino imbacuccato di neve il 15 febbraio 09 - FOTOGALLERY
In Val di Scalve salita con ciaspole ai Campelli e sul Monte Campioncino imbacuccato di neve il 15 febbraio 09 - FOTOGALLERY
In Val di Scalve salita con ciaspole ai Campelli e sul Monte Campioncino imbacuccato di neve il 15 febbraio 09 - FOTOGALLERY
Iniziamo a scendere prima dell’arrivo di una moltitudine di scialpinisti, per lasciare loro un po’ di spazio e per non intralciarci a vicenda nel tratto appena sotto la vetta. Ritornati alla malga Campelli sostiamo a goderci un po’ di sole e a rifocillarci prima di ripartire per tornare a valle gustandoci con calma la discesa. Unica nota negativa della giornata la presenza di una decina di motoslitte che, a tratti, hanno tolto la tranquillità che amo ritrovare nelle uscite in montagna.
Dal l Passo vista sulla splendida conca verso Schilpario
Dalla vetta del Campioncino la Val Camonica e le sue montagne
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Salita invernale al Rif. Capanna 2000 e verso l'Arera il 25 gennaio 09

in compagnia di mio fratello Mauro e Piero, Fulvio con Teddy.

Domenica 25 gennaio 2009 io e mio fratello Mauro ci incontriamo con Piero e Fulvio per un’escursione al rifugio Capanna 2000. Partiamo da località Plassa (1169 m) e percorrendo la strada contrassegnata da segnavia n.221 raggiungiamo il rifugo Ca’D’Arera (SABA) a 1560 m. Da qui proseguiamo su sentiero n.222/237 e superando una serie di dossi raggiungiamo infine il rifugio Capanna 2000 (2000 m) in località Pian Cansaccio. Il cielo, un po’ velato appena partiti alla mattina, si è poi aperto lasciando ampi spazi sereni e facendoci ammirare al meglio le cime circostanti Menna, Arera, Grem e Alben. Nel pomeriggio le nuvole sono tornate a oscurare il cielo, creando però dei bei giochi di luce.
Panorama dal Rif. Capanna 2000 verso Cima Foppazzi, Grem e Alben
Salita invernale al Rif. Capanna 2000 e verso l'Arera il 25 gennaio 09 - FOTOGALLERY
Salita invernale al Rif. Capanna 2000 e verso l'Arera il 25 gennaio 09 - FOTOGALLERY
Salita invernale al Rif. Capanna 2000 e verso l'Arera il 25 gennaio 09 - FOTOGALLERY
Salita invernale al Rif. Capanna 2000 e verso l'Arera il 25 gennaio 09 - FOTOGALLERY
Dal Rif. Capanna 2000 verso Grem, Alben e Menna
Dal Rif. Capanna 2000 verso Cima Foppazzi e Grem
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Salita con ciaspole da Carona al Rifugio Calvi in un mare di neve (11 gennaio 09)
Domenica 11 gennaio 2009 si decide di raggiungere una delle mete più gettonate in bergamasca: il Rifugio F.lli Calvi (2015 m). Ci siamo già stati parecchie volte nella bella stagione ma ancora ci manca la versione invernale. Partiti da Carona seguiamo il sentiero che passa sulla carrabile, oltrepassando piccole ma numerose slavine. La traccia è ben battuta, tanto che non sentiamo la necessità di calzare le ciaspole, che ora sarebbero solo un impiccio. Si oltrepassa l’incantevole frazione di Pagliari, ancora più suggestiva con la neve abbondante e raggiungiamo in pochi minuti la cascata di Val Sambuzza dove due scalatori sono impegnati nella sua risalita. Camminiamo all’ombra per un lungo tratto, col cielo che si fa sempre più azzurro e il sole che inizia a occhieggiare al di sopra delle cime più vicine. Raggiunta la diga Fregabolgia (1957 m) il panorama inizia a allargarsi verso alcune delle cime che conosciamo bene, per averle salite o per averle in programma. Laggiù in fondo il Madonnino è un invito a continuare a camminare.
 
Salita con ciaspole da Carona al Rifugio Calvi in un mare di neve (11 gennaio 09) - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole da Carona al Rifugio Calvi in un mare di neve (11 gennaio 09) - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole da Carona al Rifugio Calvi in un mare di neve (11 gennaio 09) - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole da Carona al Rifugio Calvi in un mare di neve (11 gennaio 09) - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole da Carona al Rifugio Calvi in un mare di neve (11 gennaio 09) - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole da Carona al Rifugio Calvi in un mare di neve (11 gennaio 09) - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole da Carona al Rifugio Calvi in un mare di neve (11 gennaio 09) - FOTOGALLERY
 
Panoramica sulla conca del Calvi in un mare di neve - 11 gennaio 09
Raggiungiamo il rifugio e dopo un po’ di riposo decidiamo di proseguire verso il paso Portula. Ora la traccia seppure bene evidente è poco battuta e le ciaspole svolgono il loro lavoro, aiutandoci nella nostra faticosa progressione. Risaliamo alcuni dossi ma poi la traccia finisce e riteniamo opportuno fermarci, lasciando intatto il candido manto di neve dinnanzi a noi. Il panorama è mozzafiato: Aga, Diavolo di Tenda, Grabiasca, Madonnino, Cabianca. Il tutto gustato in completo silenzio sotto un cielo limpido, scaldati dal sole caldo nel candore della neve. Torniamo a valle seguendo lo stesso sentiero mentre finiamo di gustare le vedute che ci hanno riempito gli occhi.
La conca Calvi superbamente innevata - 11 gennaio 09
La conca Calvi superbamente innevata - 11 gennaio 09
Tanta tanta tanta neve - 11 gennaio 09
Tanta tanta tanta neve - 11 gennaio 09
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Salita al Rifugio Benigni e passaggio al Monte Avaro e ai Laghetti di Ponteranica il 3 agosto 08
Per domenica 3 agosto 2008 la destinazione scelta è il rifugio Benigni con digressione al rientro verso i piani dell’Avaro e i laghetti di Ponteranica, zona che mi evoca bei ricordi d’infanzia. Parcheggiamo in località Baita Sciocc (1500 m circa) sulla strada che da Cusio sale ai Piani dell’Avaro. Saliamo facilmente per il sentiero n.108 che quasi pianeggiante ci porta fino alla Casera Valletto e giungiamo più avanti al raccordo con il sentiero che sale da Ornica. Lo oltrepassiamo e il sentiero inizia a salire in maniera più incisiva. Ci addentriamo nella conca ai piedi del Passo Salmurano ignorando il sentiero che porta al passo e proseguendo verso la nostra meta ora su sentiero n.101. Imbocchiamo il canalino roccioso e lo risaliamo fino a sbucare nella conca sovrastante. Continuiamo quindi a salire per qualche ripido tornante fino a raggiungere l’ampio pianoro dove si trova il piccolo Rifugio Benigni (2222 m). Ci prendiamo tutto il tempo per girare nei dintorni del rifugio e poi ripartiamo. Scendiamo per il sentiero dell’andata e arrivati alla fine del canalino prendiamo il sentiero n.101 per il Passo Salmurano, lo raggiungiamo e continuiamo in saliscendi fino a raggiungere la conca della Casera Valletto (o Baita Alta) 1997 m. Risaliti al Colle del Monte Avaro abbandoniamo il sentiero n.101 per prendere una traccia non segnalata ma ben battuta che sale sulla nostra sinistra e ci porta alla bocchetta Tri Omen, da dove si vede la nostra prossima meta: i laghetti di Ponteranica (2105 m). Scendiamo rapidamente e facciamo una meritata pausa gironzolando tra i due laghi. Riprendiamo quindi il cammino su sentiero n.109 e scendiamo per pascoli fino al Rif. Monte Avaro. Qualche tornante su strada asfaltata e siamo al punto di partenza.
Salita al Rifugio Benigni e passaggio al Monte Avaro e ai Laghetti di Ponteranica il 3 agosto 08 - FOTOGALLERY
Salita al Rifugio Benigni e passaggio al Monte Avaro e ai Laghetti di Ponteranica il 3 agosto 08 - FOTOGALLERY
Salita al Rifugio Benigni e passaggio al Monte Avaro e ai Laghetti di Ponteranica il 3 agosto 08 - FOTOGALLERY
Salita al Rifugio Benigni e passaggio al Monte Avaro e ai Laghetti di Ponteranica il 3 agosto 08 - FOTOGALLERY
Salita al Rifugio Benigni e passaggio al Monte Avaro e ai Laghetti di Ponteranica il 3 agosto 08 - FOTOGALLERY
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Salita al Passo di Publino e al Pizzo Zerna (2572 m.) il 16 agosto 2008
Il 16 agosto 2008 decidiamo di salire il Pizzo Zerna. Partiamo da Carona e imbocchiamo la carrozzabile che conduce ai rifugi Longo e Calvi arrivando in breve ad attraversare il caratteristico abitato di Pagliari (1313 m). Dopo una manciata di minuti oltrepassiamo l’imponente e rumorosa cascata che scende dalla Val Sambuzza. Proseguiamo ancora fino a giungere in prossimità della Baita Birone. Qui abbandoniamo la strada per seguire il sentiero n.209 che entra nel bosco e si dirige quasi pianeggiante verso la cascata appena superata poco sotto. Continuiamo a salire attraverso il bosco di abeti e larici superando una serie di baite ben restaurate. Più in alto si prosegue su prati, mentre il sentiero diventa mulattiera. Ci addentriamo nella Val Sambuzza, una bella valle con ampi pascoli, ghiaioni e ruscelli in abbondanza. In tante escursioni verso il Calvi, mai avevo pensato di buttare l’occhio quassù, e me ne pento all’istante. Superiamo il lago di Val Sambuzza (2085 m) e proseguendo il sentiero si fa sassoso e a tratti più ripido. Raggiungiamo il Bivacco Flavio Pedrinelli (2353 m) e il vicino passo di Publino (2368 m) per poi salire tra erba e sfasciumi e guadagnare la cima del Pizzo Zerna (2572 m). Dopo un po’ di riposo si riparte. Ripercorriamo la cresta fino al bivio situato poco prima del passo di Publino da cui parte il sentiero n.219 che più in basso, nel versante valtellinese, va a incrociare la Gran Via Delle Orobie. E così, per sfizio, scendiamo in direzione del sottostante lago di Publino, che non raggiungeremo mai perché poi il sentiero si dirige altrove. Così dopo un po’ di vagabondaggio torniamo al Passo di Publino, quindi al Bivacco Pedrinelli, e infine ci avviamo verso il fondovalle sullo stesso sentiero percorso in mattinata, senza farci mancare numerose soste per godere del panorama da questa splendida valle.
Salita al Passo di Publino e al Pizzo Zerna (2572 m.) il 16 agosto 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Passo di Publino e al Pizzo Zerna (2572 m.) il 16 agosto 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Passo di Publino e al Pizzo Zerna (2572 m.) il 16 agosto 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Passo di Publino e al Pizzo Zerna (2572 m.) il 16 agosto 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Passo di Publino e al Pizzo Zerna (2572 m.) il 16 agosto 2008 - FOTOGALLERY
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Martedì 5 agosto 2008 festeggio il compleanno con una bella camminata in Menna (2300 m)
Su suggerimento di Daniele, mio compagno per questa escursione, si decide di salire alla Cima di Menna partendo dalla frazione Costa Inferiore di Roncobello a quota 1000 m circa. Imbocchiamo il sentiero nei pressi di una chiesetta, scendendo per un prato per poi iniziare a salire su largo sentiero nel bosco. Complici dei lavori di disboscamento/pulizia del bosco, con tronchi e rami che intralciano il cammino, abbiamo qualche difficoltà a individuare la direzione corretta da seguire. Più in alto proseguiamo a zig zag su ripidi prati fino a giungere al passo di Menna (1995 m). Da qui proseguiamo verso la cima restando quasi ininterrottamente in cresta, prima su prati costellati da belle stelle alpine e più in alto su pendio ghiaioso e qualche roccetta. Giungiamo sulla cima di Menna (2300 m) come previsto in poco meno di quattro ore. Per scendere seguiamo lo stesso sentiero dell’andata cogliendo il contrasto tra il lato meridionale della Cima di Menna costituito prevalentemente da prati che digradano dolcemente verso la Val Parina, e il lato nord decisamente più aspro, a formare una verticale bastionata rocciosa. Purtroppo abbiamo incontrato qualche difficoltà nel seguire il sentiero, sia nel bosco sia sui parti sotto il passo di Menna. I segnavia CAI sono pochi e troppo distanziati. Tuttavia è stata una gradevole escursione in un ambiente poco frequentato (abbiamo incontrato solo tre persone in vetta salite da Zorzone) ma di grande bellezza.
Martedì 5 agosto 2008 festeggio il compleanno con una bella camminata in Menna (2300 m) - FOTOGALLERY
Martedì 5 agosto 2008 festeggio il compleanno con una bella camminata in Menna (2300 m) - FOTOGALLERY
Martedì 5 agosto 2008 festeggio il compleanno con una bella camminata in Menna (2300 m) - FOTOGALLERY
Martedì 5 agosto 2008 festeggio il compleanno con una bella camminata in Menna (2300 m) - FOTOGALLERY
Martedì 5 agosto 2008 festeggio il compleanno con una bella camminata in Menna (2300 m) - FOTOGALLERY
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Salita autunnale al Corno Stella (2620 m) da Foppolo e giro dei laghi del Montebello il 5 ottobre 08
Domenica 5 ottobre 2008 decidiamo di salire il Corno Stella. Partiamo da Foppolo seguendo il segnavia n.205 e su strada sterrata costeggiando le piste da sci, raggiungiamo il Passo della Croce (1953 m).
Da qui in una manciata di minuti arriviamo a Montebello. Ora la strada diventa una bella mulattiera (segnavia 204) che semipianeggiante ci conduce fino al lago Moro (2235 m). Attraversiamo lo sbocco del lago e iniziamo a innalzarci sul sentiero che ci porterà in vetta al Corno Stella (2620 m).
Salita al Corno Stella (2620 m) da Foppolo e giro dei laghi del Montebello il 5 ottobre 08  - FOTOGALLERY
Salita al Corno Stella (2620 m) da Foppolo e giro dei laghi del Montebello il 5 ottobre 08  - FOTOGALLERY
Salita al Corno Stella (2620 m) da Foppolo e giro dei laghi del Montebello il 5 ottobre 08  - FOTOGALLERY
Salita al Corno Stella (2620 m) da Foppolo e giro dei laghi del Montebello il 5 ottobre 08  - FOTOGALLERY
Salita al Corno Stella (2620 m) da Foppolo e giro dei laghi del Montebello il 5 ottobre 08  - FOTOGALLERY
Ridiscesi al lago saliamo quindi verso nord sul sentiero n.204A fino a raggiungere il Passo di Valcervia (2318 m). Seguiamo il sentiero per un breve tratto sul versante valtellinese per poi risalire a intuito verso il Passo del Toro (2344 m). Deviamo verso sinistra e raggiungiamo Quota 2377 m, giusto per dare ancora un’occhiata al Lago Moro e ai laghetti che avremmo raggiunto di lì a poco. Torniamo sui nostri passi e dal Passo Toro scendiamo in una conca costellata da numerosi laghi e pozze d’acqua: il lago Basso e Alto delle Foppe e il Lago delle Trote su tutti. Raggiunto il Lago delle Trote il sentiero prosegue pianeggiante verso gli impianti di Montebello. Abbiamo quindi chiuso il nostro anello e nuovamente sulla strada percorsa il mattino torniamo al parcheggio.
Panoramica dal Corno Stella verso le Alpi - foto Annalisa Zanchi 5 ottobre 08
Panoramica dal Corno Stella verso le Alpi - 5 ottobre 08
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Ciaspolata da San Simone al Passo di Lemma e poco oltre...tanta neve, stupendi panorami! (28 dic. 08)
Partiti da San Simone (1650 m) raggiungiamo la Baita Camoscio (1781 m). In seguito ci dirigiamo verso le Baite Fontanini (1851 m) per poi iniziare a risalire il pendio fino a giungere in prossimità del passo Lemma (2137 m). Proseguiamo brevemente in cresta in direzione della Cima Lemma ma poi si decide di tornare indietro mentre il cielo muta di continuo tra schiarite e grigi nuvoloni. Stupendi panorami sui monti che incorniciano San Simone, Pegherolo e Cavallo su tutti.
Ciaspolata da San Simone al Passo di Lemma e poco oltre...tanta neve, stupendi panorami! (28 dic. 08)  - FOTOGALLERY
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Panoramica dal Passo di Lemma - Annalisa Zanchi 28 dicembre 08
Panoramica dal Passo di Lemma - 28 dicembre 08
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Salita con ciaspole ai Piani d'Artavaggio (lunedì 8 dicembre...mia prima ciaspolata in una splendida giornata!)

Visto che la carrozzabile verso Quindicina era impraticabile per neve, lasciamo l’auto alla chiesa di Pizzino (930 m) e risaliamo a piedi la strada. Dopo qualche tornante, su indicazioni di un escursionista, ci avviamo su una strada che sale verso i piani di Artavaggio. Giunti in località Bonetto (1150 m) calziamo le ciaspole. Alcune tracce lasciate dagli escursionisti che ci hanno preceduto ci portano a salire a tratti faticosamente verso le baite di Campo Fiorito e la Baita del Fo. Ci è chiaro che ci stiamo allontanando dai piani di Artavaggio, ma capiamo di essere sulla via per l’ex rifugio Cesare Battisti. Basandoci sulle tracce presenti continuiamo a salire fino a giungere sul sentiero che collega i piani di Artavaggio ai piani dell’Alben e che in breve ci porta al rifugio a quota 1685 m. Dopo esserci riposati un po’ ripartiamo alla volta dei piani di Artavaggio incamminandoci sul sentiero n. 9 che su bei saliscendi ci conduce fino ai Piani (1644 m). Da qui prendiamo la strada per scendere a località Bonetto e quindi a Pizzino.

Salita con ciaspole ai Piani d'Artavaggio (lunedì 8 dicembre...mia prima ciaspolata in una splendida giornata!) - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole ai Piani d'Artavaggio (lunedì 8 dicembre...mia prima ciaspolata in una splendida giornata!) - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole ai Piani d'Artavaggio (lunedì 8 dicembre...mia prima ciaspolata in una splendida giornata!) - FOTOGALLERY
Salita con ciaspole ai Piani d'Artavaggio (lunedì 8 dicembre...mia prima ciaspolata in una splendida giornata!) - FOTOGALLERY
Panoramica ai Piani d'Alben - Annalisa Zanchi 8 dicembre 08
Panoramica ai Piani d'Alben - 8 dicembre 08
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Per domenica 24 agosto 2008 la destinazione è il Monte Aga! Escursione irripetibile!
Partiamo da Carona incamminandoci lungo la strada che porta ai rifugi Longo e Calvi. Attraversiamo Pagliari (1313 m), passiamo davanti alla cascata di Val Sambuzza, oltrepassiamo Baita Birone finché arriviamo al bivio che ci permette di abbandonare la carrozzabile per un più gradevole sentiero. Più in alto ritroviamo la strada (segnavia 224) e in breve giungiamo al rifugio F.lli Longo (2026 m). Superato il rifugio saliamo in direzione del lago del Diavolo (2142 m). Su sentiero n.253, a tratti con ripida salita, ci alziamo sulla sponda sinistra del lago fino a raggiungere il passo di Cigola (2486 m). Il passo si apre sulla Val d’Ambria (Valtellina) e la vista comincia a farsi parecchio gradevole. A sinistra sale la cresta per il Pizzo Cigola, a destra si apre il canalone che ci porterà alla cima. Riprendiamo il cammino e risaliamo l’ampio canalone detritico del versante nord-occidentale del Monte Aga. Qualche roccetta da superare, il pendio un po’ più accentuato, usciamo sulla cresta e infine, piegando a destra guadagniamo la cima del Monte Aga (2720 m). La giornata è da incorniciare, ottima visibilità verso qualunque direzione. Rimaniamo a lungo lassù semplicemente a gustarci il panorama da ogni angolazione. Decidiamo poi di scendere dal versante opposto verso la conca del Calvi percorrendo uno stretto e ripido sentiero tra erba e sfasciumi. In breve siamo all’intaglio a quota 2427 m e ci dirigiamo verso il passo Selletta (2372 m) da dove si scende al lago del Diavolo. Ritornati al rifugio Longo si decide che la giornata è troppo bella per tornarsene subito a Carona. Quindi prendiamo il sentiero n. 258/208 che ci porta fino al lago del Prato. Arrivati al lago, giretto nei dintorni, nonché momento di relax sulla riva e poi giù sulla strada verso Carona. Escursione gustata a fondo, lunga camminata ma estremamente gratificante, coronata da una giornata dal meteo propizio.
Per domenica 24 agosto 2008 la destinazione è il Monte Aga! Escursione irripetibile! - FOTOGALLERY
Per domenica 24 agosto 2008 la destinazione è il Monte Aga! Escursione irripetibile! - FOTOGALLERY
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Per domenica 24 agosto 2008 la destinazione è il Monte Aga! Escursione irripetibile! - FOTOGALLERY
Per domenica 24 agosto 2008 la destinazione è il Monte Aga! Escursione irripetibile! - FOTOGALLERY
Panoramica sulla conca del Calvi dal Monte Aga - foto Annalisa Zanchi 24 agosto 08
Panoramica sulla conca del Calvi dal Monte Aga - 24 agosto 08
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Salita al Rifugio Coca (1892 m) e al Lago di Coca (2108 m) da Valbondione il 17 agosto 08
Domenica 17 agosto 2008 siamo saliti al rifugio Coca e all’omonimo lago. Partiti da Valbondione la giornata si presenta abbastanza grigia, ma non ci scoraggiamo e ci incamminiamo sul sentiero n.301 che una volta attraversato il fiume Serio inizia fin da subito e inerpicarsi con ripidi tornanti nel bosco di faggi e abeti. Di tanto in tanto la vegetazione si dirada e possiamo ammirare i monti che ci sovrastano, purtroppo parzialmente avvolti dalla nebbia. Più in alto delle corde metalliche ci permettono di superare in sicurezza un breve tratto ripido reso sdrucciolevole quindi più pericoloso dall’acqua che vi scorre. Ormai il rifugio abbarbicato sulla roccia ci sovrasta ed è ben visibile, ma è necessario camminare ancora per raggiungerlo. Giunti al rifugio Coca (1892 m) decidiamo di proseguire. Seguiamo il sentiero n.302-323-325 inoltrandoci nell’ampia valle dove scorre il torrente che nasce dal lago. Un ultimo tratto in ripida salita su sfasciumi e giungiamo infine al lago Coca (2108 m) adagiato al centro della cosiddetta “Conca dei Giganti”. La fitta nebbia ci ha impedito la vista delle vette tra le più alte e belle delle Orobie (Redorta, Scais, Coca). Costeggiamo il lago sulla sua sponda orientale e percorrendo poi la sponda occidentale andiamo ad incrociare il sentiero che scende dal rifugio Brunone e torniamo a prendere il sentiero che ci riconduce al rifugio Coca. Dopo una breve sosta al rifugio ci rimettiamo in cammino verso valle. Pochi minuti e inizia a piovere. Scendiamo rapidamente fino a giungere, molto più in basso, ad un bivio. Il sentiero alla nostra sinistra porta alla frazione di Maslana, che non abbiamo mai avuto occasione di visitare. Ha smesso di piovere ed è ancora presto, quindi decidiamo di andarci. Il sentiero scende erto nel bosco spostandosi verso l’interno della valle. Piacevole l’incontro con un bel capriolo, che abbiamo scoperto immobile a osservarci. Proprio mentre scorgiamo i tetti delle case di Maslana e stiamo per uscire dal bosco, ecco che ricomincia a piovere, ora in maniera più intensa e copiosa. Ci fermiamo un attimo al riparo di una grondaia ma non accenna a smettere, quindi ci rincamminiamo verso Valbondione e torniamo al punto di partenza.
Salita al Rifugio Coca (1892 m) e al Lago di Coca (2108 m) da Valbondione il 17 agosto 08) - FOTOGALLERY
Salita al Rifugio Coca (1892 m) e al Lago di Coca (2108 m) da Valbondione il 17 agosto 08) - FOTOGALLERY
Salita al Rifugio Coca (1892 m) e al Lago di Coca (2108 m) da Valbondione il 17 agosto 08) - FOTOGALLERY
Salita al Rifugio Coca (1892 m) e al Lago di Coca (2108 m) da Valbondione il 17 agosto 08) - FOTOGALLERY
Salita al Rifugio Coca (1892 m) e al Lago di Coca (2108 m) da Valbondione il 17 agosto 08) - FOTOGALLERY
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Salita al Monte Madonnino 2502 m da Valgoglio-Bortolotti 1140 m (28 sett 08)
Domenica 28 settembre 2008 siamo saliti al Monte Madonnino. Da località Bortolotti (1140 m) – Valgoglio, imbocchiamo il sentiero n.228 che costeggia la tubazione verde della condotta idraulica inoltrandoci nel bosco. Lo risaliamo fino a una radura dove si trova un bivio. Prendiamo il sentiero alla nostra sinistra e risaliamo alcuni ripidi tornanti fino a giungere a un pianoro dove si trovano diversi edifici ENEL. Saliamo verso nord passando alti sopra il lago Sucotto (1854) e raggiungiamo Baita Cernello (1968 m) in prossimità dell’omonimo lago. Prendiamo il sentiero n.230 che sale verso la Costa d’Agnone e percorriamo la cresta con alcuni marcati saliscendi. Durante la salita la vista spazia sotto di noi verso la zona del Cardeto. Proseguiamo e giungiamo al Portulino (2305 m) da dove intravediamo nella nebbia la traccia di sentiero che si inerpica verso la cima. Da qui per sfasciumi e boccette, camminando nella nebbia tra chiazze di neve e fili d’erba gelati, saliamo verso la vetta del Madonnino a quota 2502 m. Senz’altro avremmo goduto di panorami migliori senza la nebbia, ma avere raggiunto la cima è stato ugualmente soddisfacente. Scendiamo percorrendo uno stretto sentiero su pendio erboso che in pochi minuti ci conduce a riprendere il sentiero n.230. Per tornare a valle cerchiamo una variante al percorso di salita. Seguiamo quindi le indicazioni per la Costa D’Agnone, abbandonando il sentiero n.230 poco sopra Baita Cernello. Il sentiero è solo una traccia che a tratti scompare, ma l’orientamento è abbastanza facile. Così risalita la Costa D’Agnone scendiamo per prati verso le Baite di Agnone Bassa fino a ritrovare il bivio col sentiero n.228 percorso la mattina, quindi di nuovo nel bosco fino a località Bortolotti.
Salita al Monte Madonnino 2502 m da Valgoglio-Bortolotti 1140 m (28 sett 08) - FOTOGALLERY
Salita al Monte Madonnino 2502 m da Valgoglio-Bortolotti 1140 m (28 sett 08) - FOTOGALLERY
Salita al Monte Madonnino 2502 m da Valgoglio-Bortolotti 1140 m (28 sett 08) - FOTOGALLERY
Salita al Monte Madonnino 2502 m da Valgoglio-Bortolotti 1140 m (28 sett 08) - FOTOGALLERY
Salita al Monte Madonnino 2502 m da Valgoglio-Bortolotti 1140 m (28 sett 08) - FOTOGALLERY
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Dalla Pianca salita al Monte Cancervo, al Venturosa, passaggio alla Baita Cancervo,
discesa a Cantiglio e rientro a Pianca (dom 23 nov.08)

Domenica 23 novembre 2008 si decide di salire i monti Cancervo e Venturosa da Pianca (810 m), piccolo abitato adagiato sull’altopiano erboso sopra San Giovanni Bianco. Parcheggiata l’auto nei pressi della chiesa, seguiamo il segnavia n.102 che ci porta a superare Pianca. Usciti sui prati si passa nelle vicinanze di una stalla e di due capanni di caccia, continuando a salire dolcemente ora in un rado bosco. Si risale un colletto sormontato da una croce, visibile ai più attenti dallo stesso abitato di Pianca. Poi il sentiero scende leggermente ma poco dopo riprende a salire ripido aggirando la cuspide rocciosa della Corna Torella e inerpicandosi in una valletta fin sotto le pareti rocciose in direzione di quello che viene definito Pass Catif.
Raggiunto il passo il sentiero ci porta sulla sinistra a risalire un breve tratto roccioso un po’ esposto e attrezzato con catena metallica. Sempre su ripido sentiero si prosegue con stretti tornanti oltrepassando una nicchia ricavata dalla roccia che ospita la statua della Madonna. In breve sbuchiamo in una radura pascoliva dove il sentiero prosegue più agevole fino a trovare un grosso masso con alcune indicazioni.Prendiamo il sentiero sulla destra che ci dovrebbe portare direttamente sul Cancervo, ma probabilmente non notiamo qualche ulteriore deviazione e ci ritroviamo a passare presso la Baita Cancervo (1654 m), struttura gestita dai volontari del Soccorso Montano di San Giovanni Bianco.
Dalla baita individuiamo il sentiero per salire alla cima, risaliamo il costone della montagna e giungiamo alla croce del Cancervo (1835 m).

Dalla Pianca salita al Monte Cancervo, al Venturosa, passaggio alla Baita Cancervo, discesa a Cantiglio e rientro a Pianca (dom 23 nov.08) - FOTOGALLERY
Dalla Pianca salita al Monte Cancervo, al Venturosa, passaggio alla Baita Cancervo, discesa a Cantiglio e rientro a Pianca (dom 23 nov.08) - FOTOGALLERY
Dalla Pianca salita al Monte Cancervo, al Venturosa, passaggio alla Baita Cancervo, discesa a Cantiglio e rientro a Pianca (dom 23 nov.08) - FOTOGALLERY
Dalla Pianca salita al Monte Cancervo, al Venturosa, passaggio alla Baita Cancervo, discesa a Cantiglio e rientro a Pianca (dom 23 nov.08) - FOTOGALLERY
Dopo una breve pausa ripartiamo scendendo in direzione del passo Grialeggio (1707 m).
Dal passo riprendiamo subito a salire verso la prossima meta: il Venturosa. Questo monte si eleva esattamente a nord del Cancervo, tra il passo Baciamorti a nord e il passo Grialeggio a sud. Superato il primo gradone passiamo sui pascoli della Baita del Giacom (1834 m) e poi di nuovo in ripida salita fino alla cima del Monte Venturosa (1999 m)
Ridiscendiamo fino al passo Grialeggio e ora prendiamo il sentiero n.102 che ci riporta con qualche dolce saliscendi alla Baita Cancervo. Da qui decidiamo di ritornare a Pianca passando per Cantiglio sul sentiero n.130, aggirando il versante meridionale del Cancervo. Attraversiamo prima una serie di conche e avvallamenti con rada e bassa vegetazione e qualche pozza ora ghiacciata per l’abbeverata delle mandrie.
Facendoci ingannare da una traccia di sentiero abbandoniamo a nostra insaputa la direzione giusta e perdiamo una buona mezzora. Ripreso il sentiero ora stiamo molto attenti a non perderlo più. Ci inoltriamo in una faggeta, il sentiero non si vede, tutto è ricoperto da foglie e occorre buon occhio per individuare i segni CAI che ci permettono di rimanere sulla traccia corretta. Usciti dal bosco, scendiamo per i prati, con il sentiero che si fa a tratti parecchio ripido, in più, l’ora si sta facendo tarda, quindi tagliamo ulteriormente i tornanti scendendo per una nostra personale “direttissima”.
Finalmente raggiungiamo Cantiglio (1082 m) dove troviamo un cartello che ci indica il sentiero n.131 per rientrare a Pianca.
Ma un altro sbaglio di sentiero è in agguato…Ci ritroviamo a percorrere un sentiero stretto, a tratti invaso da erba alta quanto me e antipatici arbusti. Inoltre una serie di salite e discese davvero erte mettono alla prova le mie povere gambe, ora un po’ stanche. Insomma si prosegue a passo svelto sperando di arrivare nel più breve tempo possibile in vista delle abitazioni di Pianca. A un certo punto il sentierino che stiamo percorrendo va ad innestarsi su un sentiero decisamente più largo, decisamente più battuto e soprattutto decisamente pianeggiante. Non sappiamo come, ma probabilmente a Cantiglio abbiamo infilato la traccia sbagliata, percorrendo forse una scorciatoia? Forse il sentiero n.131 era più pianeggiante ma faceva un giro largo? Poco importa. A quel punto il rientro a Pianca diventa una passeggiata. Giungiamo presto in vista delle case della piccola frazione e in pochi minuti siamo all’auto.
Dalla Pianca salita al Monte Cancervo, al Venturosa, passaggio alla Baita Cancervo, discesa a Cantiglio e rientro a Pianca (dom 23 nov.08) - FOTOGALLERY
Dalla Pianca salita al Monte Cancervo, al Venturosa, passaggio alla Baita Cancervo, discesa a Cantiglio e rientro a Pianca (dom 23 nov.08) - FOTOGALLERY
Dalla Pianca salita al Monte Cancervo, al Venturosa, passaggio alla Baita Cancervo, discesa a Cantiglio e rientro a Pianca (dom 23 nov.08) - FOTOGALLERY
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Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008

Destinazione di domenica 16 novembre 2008 è la Val Taleggio. Raggiunta la località Piani di Quindicina (Pizzino) a quota 1345 m prendiamo il sentiero n.120 in direzione del rifugio Gherardi. Giunti in prossimità della baita di Foppa Lunga (1506 m) risaliamo la costa sulla destra mentre alle nostre spalle il panorama inizia a allargarsi e di fronte a noi le vette orobiche appena innevate si fanno ammirare. Arrivati al rifugio Gherardi (1650 m), adagiato sui pascoli dei Piani d’Alben, proseguiamo in direzione dell’ex rifugio Cesare Battisti (1685 m). Lasciato il rifugio alla nostra sinistra attraversiamo un vallone detritico e proseguendo a mezza costa giungiamo nei pressi della baita Regina e quindi della bocchetta Regadur (1853 m). Camminiamo verso il pianoro della baita Cabretondo (1.869 m) sul sentiero n.101 (Sentiero delle Orobie Occidentali). Poco dopo lo abbandoniamo e, seguendo le orme di chi ci ha preceduto, ci dirigiamo verso la nostra meta. Si risale con un po’ di fatica la spalla del monte e giunti in cresta si prosegue con leggeri saliscendi verso l’omino di pietre in vetta al monte Aralalta (2006 m) e quindi al pizzo Baciamorti (2009 m).

Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
Panoramica dal Pizzo Baciamorti - Annalisa Zanchi 16 novembre 08
Panoramica dal Pizzo Baciamorti - 16 novembre 08
Ampia la vista verso la catena Orobica. La giornata è stupenda e ci lasciamo incantare dalle vette che ci circondano. Scendiamo dal pizzo Baciamorti dirigendoci verso l’omonimo passo, in direzione del massiccio Venturosa-Cancervo. La discesa nel primo tratto è molto ripida, ma, nonostante gli accumuli di neve su questo versante siano un po’ più copiosi, non incontriamo difficoltà. Seguiamo la cresta stando alti sopra la sottostante baita Rudera (1613 m) e giungiamo al passo Baciamorti (1540 m), valico tra la Val Taleggio e la Valle Stabina. Dal passo prendiamo il sentiero che porta verso Capo Foppa e quindi Quindicina (segnavia n.153). Passiamo in prossimità della baita Baciamorti, qualche dolce saliscendi nel bosco prevalentemente di faggi e su qualche pietraia fino a prendere una strada che ci conduce a chiudere il nostro anello.
Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
Salita al Monte Aralalta e Pizzo Baciamorti nella bellissima domenica del 16 novembre 2008 - FOTOGALLERY
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Destinazione di domenica 9 novembre 2008 è il Monte Alben. Partiamo dal passo della Crocetta (1267 m), raggiungibile in auto dal passo Zambla. Il sentiero (segnavia 501/502) sale attraversando una faggeta. Usciti dal bosco superiamo uno sbalzo e proseguiamo zigzagando lungo il canalone che conduce al Col dei Brassamonti (1755 m). Ci dirigiamo quindi verso destra in direzione del passo la Forca su bel sentiero pianeggiante. Un bivio permette di raggiungere in una manciata di minuti la baita Carlo Nembrini. Riprendiamo il sentiero e in breve giungiamo al passo la Forca (1848 m). Da qui a sinistra si sale verso il monte Alben, a destra si sale alla cima la Croce. L’idea è di salire entrambe le cime e iniziamo dall’Alben. Il sentiero si inerpica tra le articolate rocce tipiche dell’Alben. Qualche roccetta da superare con l’aiuto delle mani e un caratteristico buco nella roccia da superare, ma nulla di difficoltoso. Raggiunta la cima qualche foto e si scende di nuovo al passo la Forca per poi risalire e guadagnare cima la Croce (1978 m). Raggiunto il passo Forca ci abbassiamo sul sentiero n.502/503 verso i sottostanti pascoli dell’Alben e le casere Alta e Bassa. Arrivati a un bivio proseguiamo su sentiero n.502 e ci dirigiamo verso destra in direzione Serina. Torniamo a camminare nel bosco di faggi e arriviamo al passo del Sapplì (1516 m). Da lì scendiamo rapidamente fino a un bivio dove abbandoniamo il sentiero n.502 che ci porterebbe all’abitato di Serina e seguiamo le indicazioni per Zambla. Su sentiero pianeggiante e con qualche dolce saliscendi raggiungiamo in successione le località Casina Bianca, Pian della Mussa e Pian della Palla, seguiamo la strada sterrata un po’ noiosa e anonima per tornare infine al passo della Crocetta.
Giro ad anello del Monte Alben (9 novembre 08) - FOTOGALLERY
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Bella escursione al Pizzo Farno (2506 m.) domenica 19 ottobre 2008
Partiamo dalle baite di Mezzeno (1590 m) incamminandoci sul sentiero n.215/217. Saliamo fino a raggiungere un bivio in prossimità di un masso che riporta alcune indicazioni: a sinistra si sale ai Tre Pizzi e al Pietra Quadra mentre a destra si sale verso il passo di Mezzeno e quindi ai Laghi Gemelli (segnavia 215). Proseguiamo oltrepassando la Baita Croce (1933 m), attraversiamo una conca per poi alzarci su ripidi tornanti e raggiungere il passo di Mezzeno (2142 m). Ci dirigiamo ora su facile sentiero a mezza costa verso il passo dei Laghi Gemelli (2139 m). Dal passo proseguiamo in direzione del roccioso Monte Corte tagliando il suo versante ovest, camminando sotto pareti strapiombanti dal particolare colore violaceo. Il sentiero è una labile traccia che spesso scompare nelle pietraie ma qua e là qualche ometto ci aiuta a individuare la direzione corretta. Giunti al passo di Valsanguigno Ovest o Passo del Farno (2320 m) seguiamo la traccia di sentiero che risale l’erbosa cresta sud del Farno fino ad arrivare di fronte all’ultimo sperone roccioso che aggiriamo sulla sinistra. Salendo su ripidi sfasciumi giungiamo alla croce di vetta (2506 m). Scendiamo lungo il versante ovest su ampia costa erbosa mantenendoci alti sui Laghi Gemelli e abbassandoci verso il rifugio. Raggiunto il rifugio prendiamo il sentiero n.215/216 che risale verso i passi Mezzeno e Gemelli. Al bivio seguiamo il n.215 che ci porta al passo Mezzano e da lì scendiamo alle baite seguendo il sentiero percorso la mattina.
Bella escursione al Pizzo Farno (2506 m.) domenica 19 ottobre 2008  - FOTOGALLERY
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