HOMEPAGE - LA TUA FOTO - ESCURSIONI

 

Maurizio
FOTO dI MAURIZIO SCALVINI

(Almè - Bergamo - )

2010 - 2011 - 2012 - 2013 - 2014

da agosto a dicembre 2009

ottobre 2008 - luglio 2009

 
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BIVACCO CANTONI ( VAL LIA ) - 29 luglio 2009
Mercoledì 29 Luglio 2009. Isolaccia Valdidentro, cioè vacanze. Questa è forse la mia escursione preferita. Anche se c'è tanto asfalto da pestare e per tre quarti si viaggia su stradina. Potrei evitarlo, ma preferisco partire dagli impianti sportivi del paese. Però la Val Lia ad un certo punto mi regala la visione mozzafiato della Cima Piazzi. E questo mi ripaga di tutto! Poco oltre la Malga Boron dalla gippabile si stacca il sentiero che, passando dal Dosso Penaglia, mi porta al Bivacco Cantoni. Nessuna difficoltà, ma a volte le pendenze tirano mica male. Soprattutto per risalire lo strappo finale, sulla morena del bivacco. Purtroppo il ghiacciaio si è ritirato in maniera paurosa, metto per confronto uno scatto di quattro anni fa. Ma lo spettacolo è ancora entusiasmante!! Siamo al suo cospetto. Vicinissimi e in posizione assolutamente sicura. Io starei ore a guardare questo mondo di ghiaccio!! Bellissimo!! Ma il mio è un giudizio di parte: so con certezza che nel mio cuore c'è un fiocco di neve. E' un'escursione piuttosto lunga e fortunatamente nel mese centrale dell'estate la stradina viene chiusa al traffico. Possono passare solo i residenti e chi si procura il permesso, a pagamento, in comune. Vale davvero la pena seguire il consiglio trovato su un cartello del Parco Nazionale dello Stelvio. Qui non siamo nel parco....Ma non facciamo gli schizzinosi.
BIVACCO CANTONI ( VAL LIA ) 29 luglio 2009 - FOTOGALLERY
BIVACCO CANTONI ( VAL LIA ) 29 luglio 2009 - FOTOGALLERY
BIVACCO CANTONI ( VAL LIA ) 29 luglio 2009 - FOTOGALLERY
BIVACCO CANTONI ( VAL LIA ) 29 luglio 2009 - FOTOGALLERY
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CROCE DEL MONTE SCALE - 28 luglio 2009
Martedì 28 Luglio 2009. Sono in vacanza. Pian del Vino, frazione di Isolaccia Valdidentro. Guardo fuori dalla finestra e dirimpetto vedo l'impervio versante sud del Monte Scale. Ho a disposizione il pomeriggio. Il sole è una fornace, ma scappo su: basta un'ora. Dopo venti minuti i tornanti della strada muoiono davanti le Torri di Fraele, sapientemente valorizzate. In fondo al Lago delle Scale prendo il sentiero che risale il versante più dolce. Nessuna pendenza troppo sostenuta. Sono pini mughi e radure. Sono i Laghi di Cancano e montagne striate. Sono i nostri compagni di salita. Sono un Forte, una Croce e un Soldato che insieme a noi guardano gli splendidi panorami della vetta. Forse hai visto l'inferno, Soldato. Cosa pensi, ora che sei in paradiso. Cosa hanno visto i tuoi occhi? Ti porto giù con me, sulle rive del Lago delle Scale. Penso alle tue fatiche, al tuo dolore, alle tue paure. Adesso guarda insieme a me i boschi, le montagne e i ghiacciai, le acque tranquille, i pescatori ottimisti. Guarda il sole che scende e colora le rocce. E' ora di andare via. Si chiama pace. La devo anche a te. Non ti dimentico.
CROCE DEL MONTE SCALE 28 luglio 2009 - FOTOGALLERY
CROCE DEL MONTE SCALE 28 luglio 2009 - FOTOGALLERY
CROCE DEL MONTE SCALE 28 luglio 2009 - FOTOGALLERY
CROCE DEL MONTE SCALE 28 luglio 2009 - FOTOGALLERY
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PASSO DI ZEBRU' NORD - 27 luglio 2009
Lunedì 27 Luglio 2009. Nonostante la quota elevata questa è una gita facilissima. Difficoltà: zero assoluto. Dall'Albergo Ghiacciaio dei Forni, sopra Santa Caterina Valfurva, prendo la mulattiera militare e salgo verso i ruderi di una caserma. Gli scarponcini vanno da una parte, gli occhi dall'altra: a destra il ghiacciaio dei Forni me li ruba in continuazione. Poi lo sguardo attraversa il filo spinato e la Val Cedec si apre immensa sul Gran Zebrù. Un lunghissimo falsopiano porta al rifugio Pizzini - Frattola. Per le anime stanche esiste anche un servizio di Taxi-Jeep, che percorre la sterrata del fondovalle e lo raggiunge. Ma il sentiero è infinitamente meglio: a parte lo strappo fino alla caserma, poi è quanto di più rilassante si possa immaginare! Ed anche salire dal rifugio al Passo di Zebrù è tutt'altro che impegnativo. Il cartello dice 50 minuti. Sono trecento metri precisi di dislivello. Se la quota non da problemi basta mezz'ora. Davvero! E' l'unica difficoltà esistente. Cronache dal passo: matasse di filo spinato a coronare le vette. Rocce multicolori a disegnare la Val Zebrù. I ghiacciai del Cevedale, del Pasquale e dei Forni a imbiancare il panorama. E io ho un debole per la neve. E' un mondo una spanna più in alto degli altri. I pascoli si spingono fino a 2800 metri. Le mucche pure! Senza Taxi-Jeep.
PASSO DI ZEBRU' NORD -27 luglio 2009 - FOTOGALLERY
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PASSO DI ZEBRU' NORD -27 luglio 2009 - FOTOGALLERY
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RIFUGIO OLMO domenica 19 luglio 2009
Domenica 19 Luglio 2009. Venerdì di tempeste: noci di ghiaccio e scorci da magone dalle parti dell'orto. Per rialzare il morale niente di meglio dell'allegra brigata del Piero - Pieroweb. Appuntamento alla festa del Rifugio Olmo, ex baita Olone. La truppa sale dal Passo della Presolana. Io parcheggio molto prima. Attraverso un piccolo ponte e vado a scoprire Rusio, mezzo rosario di case nell'angolo più bello di Castione. Solo i residenti possono entrarci in macchina...Ma è un peccato: questi acciottolati meriterebbero il rispetto di passi silenziosi. Cornello dei Tasso docet. Ma è comunque un gioiellino da visitare! Per salire al rifugio prendo la sterrata a sinistra del ponticello. Bolli CAI 317. La salita, tutta nel bosco, non è per nulla tremenda. Arrivo al bivio per San Peder. Non faccio nemmeno in tempo ad accendere il cervello per prendere una decisione... Che gli scarponcini hanno già deviato a destra. Mi promettono che in cinque minuti siamo su. La chiesina guarda il mondo: alta sopra le vallate, piccola al cospetto della Presolana Occidentale. Splendida culla di pace: chi l'ha costruita sapeva come si nutre la fede. Tra andata, foto e ritorno è volata via mezz'ora: adesso si fa sul serio. Il bosco è fitto, non concede visuale: tiro su deciso tra gippabili e scorciatoie. Poi il bosco finisce e nasce la Baita di Campo. Porta d'ingresso di uno spettacolare mondo di calcare, pascoli e foreste. Heidi potrebbe sentirsi a casa quassù, quasi quasi la cerco!
RIFUGIO OLMO domenica 19 luglio 2009- FOTOGALLERY
RIFUGIO OLMO domenica 19 luglio 2009- FOTOGALLERY
RIFUGIO OLMO domenica 19 luglio 2009- FOTOGALLERY
RIFUGIO OLMO domenica 19 luglio 2009- FOTOGALLERY
RIFUGIO OLMO domenica 19 luglio 2009- FOTOGALLERY

La Presolana domina, capolavoro assoluto e regina delle Orobie. A sinistra un dolce sentiero dal nome CAI 327, mi porta fino al Passo di Olone. Ci trovo un cartello che indica le Coste di Bares. Ormai mi sono rassegnato: i miei scarponcini sanno leggere. Si sono già incamminati, inutile opporsi! Mi portano tra stelle alpine e campanule. La Valzurio ai miei piedi, la Presolana alle mie spalle. L'anima è serena come il cielo. E' ora di andare al rifugio. Non c'è traccia della truppa. Tempo cinque minuti e in avanscoperta arriva Antonio col suo gruppo di marciatori. Gli altri sono più indietro. Immortaliamo i momenti della Messa appena cominciata. Il coro Idica e tante anime raccolte ai piedi della Madonna, nella sua cattedrale di roccia. Struggente ascoltare "Signore delle cime". E' mezzogiorno: le salsicce fumano, gli stomaci brontolano: è assalto!! Antonio immortala l'ultimo sospiro delle salamelle. E quando ormai pensavamo che la dolomia li avesse rapiti...Ecco apparire la truppa col suo carico di allegria!! Spuntano uno alla volta: Piero in testa, poi Teddy, Fulvio...e tutti gli altri. Sono proprio loro!! Giustamente hanno sfruttato la giornata ultra meravigliosa: difficile trovarne così a metà luglio!! Hanno girovagato e sono un pelino in ritardo sulla tabella di marcia. Anche per loro meritatissima pausa mensa in mezzo al prato. Tra battute, risate e foto arriva il momento di separarci e ripartire. Grazie ragazzi....Ci rivedremo! Solo soletto percorro cento metri e mi giro per un ultimo scatto.Il sorriso va da un orecchio all'altro. Per un'altra giornata così metterei subito la firma, anche due!! Devo solo scoprire dove. Intanto mi sto allenando: ho già riempito due quaderni a quadretti! Stra-bellissima!! Una di quelle giornate che ti restano per sempre dentro!!  Adesso aspetto con ansia le foto di Piero, Fulvio e Antonio. Io ho visto la Presolana di qua, loro quella di là Due facce dello stesso capolavoro. CIAO....e grazie ancora per la compagnia!!
RIFUGIO OLMO domenica 19 luglio 2009- FOTOGALLERY
RIFUGIO OLMO domenica 19 luglio 2009- FOTOGALLERY
RIFUGIO OLMO domenica 19 luglio 2009- FOTOGALLERY
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ANELLO DEL RIFUGIO LONGO - domenica 12 luglio 2009

Domenica 12 Luglio 2009. Divertente variante che permette di salire e scendere dal Rifugio Longo con un itinerario insolito, quasi ad anello. Da Carona prendo la classica stradina di Pagliari e giro al cartello di legno, sulla bella mulattiera che mi conduce al Baitone. Pit-stop alla fontana. Proseguo sulla mulattiera piatta e ritorno sulla stradina del Longo. I panorami cancellano la monotonia della salita. Anzi! Grazie alla facile stradina ci si può guardare di più in giro. Il Lago della Cava è uno smeraldo! Ma occhio a sinistra: devo beccare il sasso e il cartello che indicano il sentiero CAI 254 per il passo Venina. Mi ritrovo su tratti di mulattiera militare, ormai vecchi di cent'anni, e raggiungo la Baita Masoni. Faccio attenzione ai sassi bollati e risalgo il pascolo abbandonato. La vista sulla zona Cabianca - Pizzo del Becco è superba! Proseguo e ignoro un primo cartello. Ne raggiungo un secondo e abbandono il 254. Giù di lì! Il sole sta per fare definitivamente marameo. Arrivo in breve ad un canale secco. Inizia il divertimento. Pochi metri e una cascatella da vita al canale. Salgo sul muretto sinuoso e lo percorro fino ad una prima galleria. Aggiro la piccola costola della montagna e risalgo sul muretto. Il viaggio è pianeggiante e ingentilito da fioriture stupende. L'acqua entra in una nuova e corta galleria....Pure io!! Non essendoci alternativa è stata attrezzata con rialzi di cemento per poterla percorrere Troppo bello!! Appena uscito resto impressionato da una immensa spaccatura piena di neve, che lacera la roccia. Poi il canale sparisce definitivamente nella pancia della montagna. Continuo sul sentiero pianeggiante, attrezzato nell'ultimo tratto, e arrivo al Lago del Diavolo. Trovo meringhe di neve nell'acqua e cavalli in divieto di sosta sulla diga! Scendo sul sentiero che costeggia due bei laghetti e arrivo al Longo. Oggi cronoscalata da Carona in MTB!! Bici distrutte dalla fatica! Dal cortiletto prendo il sentiero CAI 258 che scende nella Valle del Monte Sasso. Trovo valanghe e pecore. Un bel fondovalle fiorito e mi ritrovo su di un nuovo canale coperto. Il sentiero prosegue a sinistra con un andamento spettacolare. Viaggio alto sopra il Lago della Cava. Percorro tratti un po' esposti e ponticelli di legno poco rassicuranti. Numerose corde fisse sono posizionate su quasi tutto il tragitto. E' un tratto molto suggestivo che regala qualche brivido, ma è fattibile praticamente da chiunque. Sbuco sulla stradetta nei pressi della Baita dell'Armentarga. Scendo verso il Lago della Cava andando a vedere alcune bellissime cascatelle del Brembo. Una la chiamo la Cascata Rossa, per il colore della roccia. E' piccola, ma per me è la più bella in assoluto del Brembo!! Sono al laghetto. E' nato dove è stata scavata la ghiaia per la costruzione delle dighe quì intorno. Il posto è splendido e il colore delle sue acque è unico!! Passo davanti il nuovo Crocifisso e torno a Carona, seguendo la consueta stradina del Prato del Lago....E dalle labbra esce un grazie. Rifarò questo bellissimo giro tra qualche mese, quando i larici saranno d'oro.

APPENDICE : Alleluia, Alleluia! - Ore 13.40 Sono al Crocifisso: un grazie, due foto e riprendo la discesa. Il cielo è un unico nuvolone grigio. Ore 13.42 Metto piede sulla gippabile del Calvi. Un ragazzo sulla trentina appena arrivato lì da Carona mi chiede un'informazione. "Scusi , è questo il Prà del Lac?" E' nuovo del posto. Rispondo di sì. " E il lago dov'è?! " Il tono con cui lo dice innervosisce le mie orecchie. Pacatamente gli dico: " Se sali alle panche quà sopra lo vedi. E' dietro quel dossetto quì davanti, in fondo al prato. " Ed arriva la pugnalata: " Ah...Allora siamo al Prà del Lac....E' tutto quì...! " La sua delusione è palpabile. Ore 13.42 e trenta secondi. Sento il sangue bollire in ogni cellula. Con immensa fatica trattengo i bastoncini inferociti, che di loro spontanea volontà vogliono trapassarlo da parte a parte! Giuro, per un momento penso: Adesso lo ammazzo, lo resuscito e lo riammazzo...Perchè ammazzarlo una volta sola non è sufficiente!! Ma scherziamo?? Siamo in uno dei più bei posti della Valle! E' appena arrivato, non ha ancora visto un bel niente e se ne esce con un.." E' tutto quì?" Ha idea, questo mezzo pirla, di quante persone al mondo farebbero immediatamente la firma per essere al suo posto? E' mai stato nell'oncologia di un ospedale? E' mai stato in un ospizio? Ha mai visto una persona in carozzella? Lo sa quante persone non hanno mai potuto...O non potranno mai più fare quello che lui sta facendo adesso? Lo conosco da trenta secondi e mi stà già immensamente sulle pa...!! Lo guardo: ai miei occhi la pelle del suo muso vale infinitamente meno della pelle dello stracchino. Ho deciso: gliela pelo via. Ore 13.43 All'improvviso la Misericordia Divina, la manifestazione soprannaturale, l'inspiegabile!! Contro la mia volontà apro la bocca e gentilissimamente gli parlo del Lago della Cava, gli spiego per bene come raggiungerlo. Gli descrivo quanto è bello! Nooo!! Non è possibile, ancora non ci credo!! Sono scioccato!! Dovevano uscire dalla mia bocca fulmini e tempeste e invece..... E' un miracolo!! Per forza!! Soltanto Lui poteva cambiare le mie parole!! Adesso ho la prova che Dio esiste!! Adesso lo so!! E so anche cosa farò se mai dovessi incontrare di nuovo quel coso là. ( Troppo chiamarlo uomo! ) Mi farò piccolo, piccolo, piccolo. Passerò da un orecchio e gli entrerò nella testa.... E finalmente scoprirò cosa significa galleggiare nel sottovuoto spinto! Alleluia, Alleluia!

ANELLO DEL RIFUGIO LONGO - domenica 12 luglio 2009 - FOTOGALLERY
ANELLO DEL RIFUGIO LONGO - domenica 12 luglio 2009 - FOTOGALLERY
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ANELLO DEL MONTE COLLE domenica 5 Luglio 2009
Stavolta dò i numeri: 118, 117, 119, 121. Sono, in sequenza, i sentieri che ho percorso per effettuare questo perfetto giro ad anello. Risalgo il prato dietro il palazzetto del ghiaccio di Piazzatorre e giro a sinistra su una pianeggiante sterrata. Dopo pochi metri ecco a destra il paletto segnaletico. Indica il sentiero CAI 118 che sale dritto sul poderoso argine post alluvione '87. In cima un bosco ci accoglie nella sua ombra e comincia un'infinita serie di serpentine dalla pendenza sostenuta. Ci faranno guadagnare circa cinquecento metri di dislivello. Un bel traversone a destra e il bosco si apre. Sfioriamo un capanno ed in breve siamo alla Baita di Montesecco, attrezzata a bivacco. Non resta che raggiungere il Passo di Monte Colle....E fermarsi ad ammirare gli splendidi panorami. A sinistra parte la traccia che sale al Monte Secco. Ho proseguito a destra, sul sentiero che con un traverso scende tra i larici. E dietro un costolone mi sono affacciato sui prati che ospitano la Baita Croce di Monte Colle. Luogo solitario e orfano di escursionisti, ti scolpisce negli occhi un panorama impossibile da dimenticare! Anche qui sembra di essere in una cartolina....Delle più belle che esistano!! Ho avuto come sottofondo musicale la belante compagnia di un gregge di pecore. Quante!! Ne ho immortalate solo una parte. C'erano pure cavalli, mucche e torelli. Mancavano solo i pastori e sarebbe stato un presepio, l'asino lo facevo io!! Mi incammino sul 117. Due larici giganteschi dominano una fontana. Trovo altre mucche ai Baitelli e gente al lavoro alla Baita dell'Orso. La stanno sistemando. Uno sguardo intorno e si capisce al volo perchè lo stanno facendo! E arrivo al Forcolino di Torcola. Ecco il 119 che mi fa scendere senza problemi fino ad un lungo stallone. Il sentiero continua verso le Torcole. Col senno di poi sarebbe stata la scelta migliore. Prendo invece il 121 che scende a destra. Ma il sentiero e il sottoscritto vengono inghiottiti dall'erba lussureggiante, impossibile trovare la traccia. Scendo a vista lungo i pratoni, comunque vada in fondo si sbuca sulla gippabile nei pressi della Casera di Torcola Vaga. La serpeggiante stradina mi riporta preciso preciso al palazzetto. Tanto di cappello a questo bellissimo e praticamente sconosciuto giro. Non ho incrociato nessun altro escursionista. Per i miei orari sono partito molto tardi: sono transitato dalla Baita dell'Orso che era mezzogiorno. Il ragazzo che stava lavorando mi ha detto che ero la seconda persona che passava di lì quella mattina. Era appena passato uno straniero. Italia - Resto del mondo....1 - 1. ( Mi scuso: purtroppo sono partito tardi e alcune foto soffrono dei contrasti violenti della luce del mezzogiorno )
ANELLO DEL MONTE COLLE domenica 5 Luglio 2009 - FOTOGALLERY
ANELLO DEL MONTE COLLE domenica 5 Luglio 2009 - FOTOGALLERY
ANELLO DEL MONTE COLLE domenica 5 Luglio 2009 - FOTOGALLERY
ANELLO DEL MONTE COLLE domenica 5 Luglio 2009 - FOTOGALLERY
ANELLO DEL MONTE COLLE domenica 5 Luglio 2009 - FOTOGALLERY
ANELLO DEL MONTE COLLE domenica 5 Luglio 2009 - FOTOGALLERY
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Sabato 4 Luglio 2009. Piero ha chiamato a rapporto i suoi fotografi. Destinazione il Curo'. Dalle mie parti si dice: tirarsi la zappa sui piedi! Ho visto fotografi scatenati e macchine fotografiche che fumavano! Ma non poteva essere altrimenti: che spettacolo!! Stambecco Mirko ci ha guidato, tra miniere e poiat, al suggestivo Osservatorio faunistico sopra Maslana. Una casa che nasce dalla roccia! Davvero bello! Altro spettacolo: ammirare il piccolo scavatore che sta liberando il sentiero panoramico sopraffatto dalla valanga! Neve a metri!! Per non parlare dei fiori. Pieno di fiori! Di tutti i tipi. Si passava letteralmente da un'aiuola all'altra!! E poi siamo arrivati al rifugio. Ho fatto la salita e pausa mensa in compagnia di Fulvio, sua moglie e Teddy, cane da neve. Possono testimoniare che dalla mia bocca e uscita più volte le frase...E' una cartolina!! Davvero!! Non servirebbero didascalie per le foto: parlano da sole! Ma non le mie. Me la sono presa un po' comoda. Mi sono distratto tra fragoline e dolcetti del pasticciere Antonio.... Le belle foto, sono sicuro, le hanno catturate i veri foto-artisti..... Fulvio, Piero, Ettore, Antonio....E tutti gli altri! Ci hanno dato dentro! Stambecco Mirko ci ha portato, un bel gruppetto, a scoprire il sentiero invernale. Siamo scesi da lì. Spettacolare anche lui!! Pendenza tosta e catene in abbondanza! Ma è fattibile. Passa molto vicino alle cascate, assumono tutta un'altra dimensione. Con qualche brivido giù per la schiena siamo tornati all'osservatorio, dove si chiude il mio resoconto. Ho lasciato la compagnia lì. Come dicevo prima, le belle foto le hanno fatte gli altri...Ma chiudo con uno scatto che, sono sicuro, nessun'altro ha osato fare! Grazie a tutti quelli che c'erano.
1° PIEROWEB DAY AL CURO' sabato 4 luglio 09 - FOTOGALLERY
1° PIEROWEB DAY AL CURO' sabato 4 luglio 09 - FOTOGALLERY
1° PIEROWEB DAY AL CURO' sabato 4 luglio 09 - FOTOGALLERY
1° PIEROWEB DAY AL CURO' sabato 4 luglio 09 - FOTOGALLERY
1° PIEROWEB DAY AL CURO' sabato 4 luglio 09 - FOTOGALLERY
1° PIEROWEB DAY AL CURO' sabato 4 luglio 09 - FOTOGALLERY
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LAGHETTI DI PONTERANICA....E MONTE AVARO....E VALLETTO.....E...venerdì 3 luglio 2009.
Venerdì 3 Luglio 2009 Il macchinario dove lavoro non funziona bene e oggi vengono ad aggiustarlo: ferie. Sono quattro giorni che le nuvole si divertono a mandarci un temporale quotidiano. Quante volte ho sentito dire che ai laghetti di Ponteranica c'è sempre brutto! Decido di sfidare la sorte e andare a controllare. Parto dai Piani dell'Avaro. Prendo il sentiero 109A e tra pascoli verdissimi, quest'anno è così dappertutto, salgo su quel lungo cupolone che è il Monte Avaro. Cima di una facilità disarmante, ingiustamente trascurata. E' un balcone di prima categoria. Dovrei andare ai laghetti, ma il Valletto mi tenta troppo. Passo nell'ancora innevata conca del suo versante meridionale. Prendo il sentierino che porta al Valletto e mi imbatto in una numerosa colonia di stambecche e prole, in trasferta dal Benigni. Ma è probabile, visto che sono in espansione, che abbiano deciso di mettere su casa proprio in questa zona. Il sentiero che porta alla vetta del Valletto corre in cresta. Un po' faticoso, ma per niente impegnativo. Posso condividere i bellissimi panorami di lassù con uno stambecco che mi aspetta pochissimi metri sotto la cima. E' un maschio adulto, giovane e solitario. L'ipotesi dell'espansione prende quota. Ho visto i laghetti dall'alto e adesso scendo per raggiungerli. Torno sui miei passi, mi abbasso qualche decina di metri e decido di infilare un ripido canale erboso che scende dritto nella conca. E' la prima volta che prendo questa sconosciuta scorciatoia. Supero il tratto più ostico e ormai nella conca mi accorgo che in basso su un grande sasso stazionano altri stambecchi. Sono sottovento, non faccio rumore e mi avvicino. Sono 3 femmine e un cucciolo. Non mi sembrano le stesse incontrate durante la salita. Hanno un atteggiamento strano. Poi il cucciolo alza la testa. Azz....E' una volpe!! La prima in assoluto che vedo!! Assisto alla scenetta. Lei sta mangiando qualcosa e guarda le stambecche. Loro non mollano il sasso e controllano lei. Perlustra ancora nei dintorni del sasso poi si allontana leggermente. Si ferma, si gira, si siede...E solo allora mi vede! Incrociamo i nostri sguardi. Il tempo di capire che non sono uno stambecco e fugge via dietro i sassi. Che emozione!! Sono ormai in vista del sentiero che sale alla forcella del Triomen. Quattro passi pensando ancora alla volpe e sono su. Ecco i laghetti. Per la precisione uno e mezzo: quello inferiore è per metà sepolto da alcuni metri di neve. Riuscirà a sciogliersi tutta? Quello superiore offre lo spettacolo del Valletto che da qui sembra inaccessibile e del suo sasso fiorito in mezzo all'acqua. Per me è tempo di rientrare, per oggi basta e avanza!! Ah, già....Quì c'è sempre brutto....Urka!!....Che brutto che ho trovato!!!
LAGHETTI DI PONTERANICA....E MONTE AVARO....E VALLETTO.....E...venerdì 3 luglio 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTI DI PONTERANICA....E MONTE AVARO....E VALLETTO.....E...venerdì 3 luglio 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTI DI PONTERANICA....E MONTE AVARO....E VALLETTO.....E...venerdì 3 luglio 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTI DI PONTERANICA....E MONTE AVARO....E VALLETTO.....E...venerdì 3 luglio 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTI DI PONTERANICA....E MONTE AVARO....E VALLETTO.....E...venerdì 3 luglio 2009 - FOTOGALLERY
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BOCCHETTA DI FORCOLA DAI PIANI DI PEDENOLO - 30 giugno 2009
Giovedì 30 Luglio 2009. Stavolta mi spingo, lo scoprirò strada facendo, nel regno delle due ruote....A pedali. Parcheggio poco oltre il Rifugio Solena, appena sopra il Lago di Cancano, presso una bella area pic-nic. Mi inoltro nella valle Forcola, su una sterrata che ha rimaneggiato un'antica mulattiera militare. Il tracciato originale riprende vigore appena giro a destra, verso i Piani di Pedenolo. Superato il primo balzo scosceso, la mulattiera comincia a ricamare questo vastissimo pascolo. Serpentine senza fretta portano alle tre Bocchette di Pedenolo. La più alta è a 2790 metri. La raggiungo sfiorando antiche baracche del '15 - '18: restano solo travi di legno per terra. Era la mia meta, ma mi aspettavo di scollinare su di un panorama più ampio. Alle mie spalle, guardando verso la valle Forcola, mi sono accorto di numerosi ciclisti a zonzo sulle tante mulattiere militari della zona. Accurata occhiata alla cartina e rapida decisione: raggiungo la vicina Bocchetta di Forcola. Scenderò da lì. Durante il tragitto verifico che le anime a due ruote superano di gran lunga gli escursionisti. Mezza dozzina a piedi contro una ventina in sella. Anche le bici mi hanno salutato: due parlavano italiano, quattro francese, il resto in tedesco. Un piccolo giro del mondo, mentre ammiravo l'imponente gruppo dell'Ortles dalla bocchetta. Torno alla macchina percorrendo per intero la valle di Forcola coi suoi franosi versanti. Qua e là i ciclisti sono costretti a spingere i loro bolidi ecolocigi. Fanno fatica, ma hanno tutta l'aria di divertirsi parecchio! E' un'escursione abbastanza lunghetta, forse più adatta ai pedali. Io resto fedele ai miei scarponcini: ci mettono più tempo, ma non corro il rischio di forarli
BOCCHETTA DI FORCOLA DAI PIANI DI PEDENOLO - 30 giugno 2009 - FOTOGALLERY
BOCCHETTA DI FORCOLA DAI PIANI DI PEDENOLO - 30 giugno 2009 - FOTOGALLERY
BOCCHETTA DI FORCOLA DAI PIANI DI PEDENOLO - 30 giugno 2009 - FOTOGALLERY
BOCCHETTA DI FORCOLA DAI PIANI DI PEDENOLO - 30 giugno 2009 - FOTOGALLERY
 
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LAGHETTO DELLA PAURA - domenica 28 giugno 2009

Domenica 28 Giugno 2009. Di nomi bizzarri in giro per le Orobie se ne trovano tanti. Mai un lago di montagna ha avuto un nome più immeritato! Il Laghetto della Paura è un piccolo ma affascinante specchio d'acqua a due passi dal trafficatissimo Rifugio dei Laghi Gemelli. Difficilissimo incrociare qualcuno sulle sue rive. In alta stagione si incontra una persona. In altissima...Due!! Il resto dell'anno zero! Eppure dalla vecchia baita sul sentiero che costeggia i Laghi Gemelli, bastano pochissimi minuti per raggiungerlo. Partito da Mezzeno, dopo aver raggiunto il passo omonimo, sono sceso al Rifugio. Qualche foto tra chiesina, diga e baite e poi sù a vedere il laghetto. Non ci sono indicazioni, ne sentieri. Si sale dritti dietro la baita. Si va a vista, senza problemi. Cinque minuti ed ero al colletto dove inizia la breve discesina che porta alle sue rocciose rive. Come volevasi dimostrare non ho incrociato nessuno......Nemmeno il Laghetto!!! Ancora coperto da metri di neve e ghiaccio!! Ho pensato perciò di inserire due foto scattate lo scorso agosto, per mostrare la veste estiva del posto. Altro che paura!! E' l'ultimo lago naturale della zona ed è bellissimo. Certo, confronto agli altri è minuscolo. Ma è un laghetto vero! Non è una pozzanghera! Una visitina da quelle parti non è tempo sprecato. Girovagando li intorno si scoprono vedute inusuali sul rifugio e la zona dei laghi Casere e Marcio. Tornato al Passo di Mezzeno sono sceso alla Baita Valle della Croce, dove mi sono fermato per uno spuntino. Stavo ammirando lo splendido Arera, quando un ragazzo sul sentiero lì accanto si ferma per aspettare la sua ragazza, appena dietro. Si gira e vede L'Arera. Entusiasta le dice, parole testuali: " Guarda che spettacolo!! Sembrano le Tre Cime di Lavaredo!!" Lei annuisce. Forse esagera un pochino. Entro nella Baita e leggo la prima pagina del diario. Forse quel ragazzo non ha tutti i torti.

LAGHETTO DELLA PAURA - domenica 28 giugno 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTO DELLA PAURA - domenica 28 giugno 2009 - FOTOGALLERY
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RIFUGIO BENIGNI ( e Cima di Valpianella ) - Domenica 21 giugno 2009

Domenica 21 Giugno 2009 Lo confesso: il Benigni è il mio rifugio preferito. Anche se ha la fama di essere una cattedrale del brutto tempo. Falso. So che se arrivo lassù presto, posso imbattermi in scenari che più belli non si può. Anche oggi non mi posso lamentare. Il mitico canalino sotto il rifugio è stato recentemente parecchio addomesticato. Ma mette in difficoltà ancora molte persone. Eppure c'è di peggio! Se le condizioni sono quelle giuste, bel tempo e terreno asciutto, io preferisco raggiungere il Passo di Salmurano e mettere la freccia a sinistra. Seguendo il filo dello spartiacque si arriva all'inizio di una bastionata che ospita un impervio canalino erboso. Un sentierino lo risale per intero: preferisco chiamarlo "stambeccovia". Tassativamente vietata con terreno bagnato!! Si parte attaccando un canalino roccioso di pochi metri, quasi verticale. Non è attrezzato, ma gli appigli e i pianetti sono abbondanti. Si sbuca sul canale erboso e cominciano lunghi minuti di purgatorio: il sentierino tira che è una meraviglia e vince in un colpo solo quasi tutto il dislivello! In cima si riesce sullo spartiacque e, continuando a salire, si affrontano con cautela un paio di brevissimi traversi un po' esposti (attenzione!). Ma ormai siamo arrivati. Eccoci di colpo sul grande pianoro che ospita il Benigni. Arriviamo alla piastra d'orientamento...Ed ecco il rifugio! Troppo bello lassù!! Che meraviglia!! Gironzolando per fotografare l'ancora ghiacciato Lago Piazzotti, ho incrociato l'immancabile stambecca in posa. Poi sono salito a godermi il panorama dalla Cima di Valpianella e sono sceso alla Bocchetta di Trona, dove passa il Sentiero delle Orobie. Sono così tornato al Benigni per fare mie le parole del cartello a pochi passi dal rifugio. Dimenticavo: la Stambeccovia non mi sono mai azzardato a farla in discesa, non ci penso proprio!! E' troppo impegnativo scendere da lì! Perciò giù dal classico canalino per il rientro. Ma non tutto intero: ogni volta che mi arrampico lassù ci lascio un pezzettino di cuore. Per me al Benigni c'è sempre il sole!

Piccola appendice, foto 33:
Domenica 26 Agosto 2007, giornata stupenda. Si inaugura il nuovo ampliamento del Rifugio Benigni. Sono anche io lassù. Alla fine della messa il prete tira fuori la fisarmonica e intona "Signore delle Cime". Cantiamo tutti, anche io. Non dimenticherò mai quel momento.

RIFUGIO BENIGNI ( e Cima di Valpianella ) - Domenica 21 giugno 2009 - FOTOGALLERY
RIFUGIO BENIGNI ( e Cima di Valpianella ) - Domenica 21 giugno 2009 - FOTOGALLERY
RIFUGIO BENIGNI ( e Cima di Valpianella ) - Domenica 21 giugno 2009 - FOTOGALLERY
RIFUGIO BENIGNI ( e Cima di Valpianella ) - Domenica 21 giugno 2009 - FOTOGALLERY
RIFUGIO BENIGNI ( e Cima di Valpianella ) - Domenica 21 giugno 2009 - FOTOGALLERY
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Foppolo. Ovvero: quando il cemento costava poco. Qui si è stati generosi. Si poteva fare meglio, ma ho visto anche di peggio! Eppure basta girare l'angolo dell'ennesima stupidata edilizia, ed ecco che la natura ti si fa incontro prepotente. Anzi: proprio sopra la testa di Foppolo si stende una coroncina di laghetti naturali uno più bello dell'altro! Una volta era così anche per Carona e Valgoglio, poi sono arrivate le dighe. Qui no, sono rimasti selvaggi. Tranne il Lago Moro, alzato da un minuscolo sbarramento. L'ho raggiunto per primo, attraversando i colossali sbancamenti delle nuove piste del Valgussera e del Montebello. Come sciatore dovrei essere contento. Come escursionista no. Quelle ferite hanno bisogno di tanta, tanta, tantissima erba. Spero ne sia valsa la pena. Visto che ero ad un tiro di schioppo, ho fatto una puntatina sul Corno Stella. Tempio da sempre di uno splendido e famoso panorama. Dimora da poco tempo di una nuova colonia di stambecche e stambecchini. Li ho incontrati percorrendo la cresta che scende direttamente al Passo di Valcervia, raggiunto dal sentiero CAI 204. Col sentiero 204/A mi sono portato al secondo Passo di Valcervia, dove inizia la discesa verso i Laghetti. Ma prima, con una breve deviazione sono salito sullo spallone più alto, proseguimento del Montebello. Da lì è possibile vedere tutti i laghetti in un colpo solo! Li ho raggiunti uno per uno, anche quello proprio sotto la piramide del Monte Toro. Ci si arriva grazie ad una brevissima traccia che si stacca dal sentiero principale. Peccato sia poco individuabile. I più alti sono ancora ghiacciati. Il più basso, il Lago delle Trote, è già punzecchiato dalle lenze dei pescatori. E' un angolo magnifico che Foppolo custodisce all'insaputa di parecchi escursionisti. La maggior parte resta in zona Lago Moro - Corno Stella. Ma chi prova ad avventurarsi sul sentierino che si intrufola tra i Laghetti...Ci ritorna. Garantito! E' una conca aspra e dolcissima al tempo stesso, regalo di una Foppolo che non ti aspetti.

LAGHETTI DI FOPPOLO ( E CORNO STELLA ) domenica 14 giugno 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTI DI FOPPOLO ( E CORNO STELLA ) domenica 14 giugno 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTI DI FOPPOLO ( E CORNO STELLA ) domenica 14 giugno 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTI DI FOPPOLO ( E CORNO STELLA ) domenica 14 giugno 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTI DI FOPPOLO ( E CORNO STELLA ) domenica 14 giugno 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTI DI FOPPOLO ( E CORNO STELLA ) domenica 14 giugno 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTI DI FOPPOLO ( E CORNO STELLA ) domenica 14 giugno 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTI DI FOPPOLO ( E CORNO STELLA ) domenica 14 giugno 2009 - FOTOGALLERY
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MONTE CAMPAGANO sabato 13 giugno 2009

Bel viaggio nell'emozionante Valcanale. Per ammirare lo spettacolo delle sue vette dolomitiche, ho scelto quel lungo balcone semipianeggiante che è la vetta del Campagano. Ci sono arrivato grazie al sentiero CAI 265 che toccando le Baite di Zulino, porta alla bellissima forcella omonima. Da lì un sentierino, oltrepassando la baita, si porta sulla cresta e senza troppe difficoltà si raggiunge la vetta. E' la prima volta che salgo quassù. A sud lo sguardo si spalanca sulla grande bastionata calcarea dominata dell'Arera. A nord lo sguardo scivola sui torrenti dell'incontaminata Valsanguigno. Due mondi opposti a chiudere l'orizzonte. Sulla via del ritorno, poco sotto la Baita bassa di Zulino, ho preso il bel sentiero totalmente pianeggiante che porta al Rifugio Alpe Corte. Molto frequentato e amato per la sua facilità di accesso. Ma con una pecca che non riesco a digerire. Amo ascoltare il silenzio delle montagne. Per me è una tortura sentire il rumore snervante provocato dal generatore posto proprio sotto il cortile del rifugio. Le comodità hanno un prezzo, ma questo non sono disposto a pagarlo. E' più forte di me. Mi sono allontanato perchè sapevo che, fatti pochi passi, lo splendido ambiente della Valcanale avrebbe cominciato a suonarmi tutta un'altra musica.

MONTE CAMPAGANO sabato 13 giugno 2009- FOTOGALLERY
MONTE CAMPAGANO sabato 13 giugno 2009- FOTOGALLERY
MONTE CAMPAGANO sabato 13 giugno 2009- FOTOGALLERY
MONTE CAMPAGANO sabato 13 giugno 2009- FOTOGALLERY
MONTE CAMPAGANO sabato 13 giugno 2009- FOTOGALLERY
MONTE CAMPAGANO sabato 13 giugno 2009- FOTOGALLERY
MONTE CAMPAGANO sabato 13 giugno 2009- FOTOGALLERY
MONTE CAMPAGANO sabato 13 giugno 2009- FOTOGALLERY
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RIFUGIO CALVI lunedì 1 giugno 2009

Lunedì, 1° Giugno 2009. Dopo il servizio sull'ottobrata al Calvi, ecco le foto estive. Facciamo....Quasi estive! Spiegazione: la temperatura era frizzantina quanto basta per far fumare i camini a Pagliari. Le vette mostravano una leggera pennellata di neve fresca e i giganti che coronano la conca del rifugio hanno ancora un innevamento...A metri!! E' uno spettacolo, poche parole: la conca del Calvi è una meraviglia!! L'erba dovrà lottare duramente, il bianco non molla. Come mia abitudine ho girovagato. E proprio in mezzo alla neve ho scoperto che è solo questione di tempo......L'estate è pronta a decollare.

RIFUGIO CALVI lunedì 1 giugno 2009 - FOTOGALLERY
RIFUGIO CALVI lunedì 1 giugno 2009 - FOTOGALLERY
RIFUGIO CALVI lunedì 1 giugno 2009 - FOTOGALLERY
RIFUGIO CALVI lunedì 1 giugno 2009 - FOTOGALLERY
RIFUGIO CALVI lunedì 1 giugno 2009 - FOTOGALLERY
RIFUGIO CALVI lunedì 1 giugno 2009 - FOTOGALLERY
RIFUGIO CALVI lunedì 1 giugno 2009 - FOTOGALLERY
RIFUGIO CALVI lunedì 1 giugno 2009 - FOTOGALLERY
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Sabato 30 Maggio 2009 Tra le escursioni brevi, questa è una piccola ma impagabile incursione in un angolo quasi selvatico e bellissimo delle Orobie. La conca di Mezzeno è uno dei punti di partenza più gettonati per raggiungere i Laghi Gemelli. Tantissima gente prende quella direzione. Pochi quelli che al sasso segnaletico mettono la freccia a sinistra e si avventurano sul sentiero 217 dei Tre Pizzi. Come se fosse una escursione di serie B. Se sapessero cosa si perdono! Gli scarponi si ritrovano all'improvviso sull'insospettabile e splendido altopiano della Baita di Campo. Gli scarponi camminano e gli occhi si perdono in panorami mozzafiato, con l'Arera a dominare l'orizzonte. Spuntano i tre Pizzi e il sentiero, mai ripidissimo, sale al loro cospetto raggiungendo la selvaggia conca col laghetto del Pietra Quadra. L'ho trovato con gli straordinari azzurri e blu del disgelo. Avrei voluto salire in vetta al Pietra Quadra, ma la neve era troppo abbondante e dura. Così ho preferito raggiungere il nuovissimo rifugio costruito appena al di la della conca. Altro suggestivo belvedere a picco su Trabuchello. Impressionante guardare giù! E' un'escursione corta, con poco dislivello, appena faticosa e i panorami ti costringono a tornarci. In tre parole: è un capolavoro!

PICCOLA APPENDICE Purtroppo il laghetto è senza nome. Qualcuno lo chiama laghetto dei Tre Pizzi. Ma è prendendo il sentiero per la vetta del Pietra Quadra, che si costeggia il laghetto. Per questo lo chiamo così.

LAGHETTO DEL PIETRA QUADRA 30 maggio 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTO DEL PIETRA QUADRA 30 maggio 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTO DEL PIETRA QUADRA 30 maggio 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTO DEL PIETRA QUADRA 30 maggio 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTO DEL PIETRA QUADRA 30 maggio 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTO DEL PIETRA QUADRA 30 maggio 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTO DEL PIETRA QUADRA 30 maggio 2009 - FOTOGALLERY
LAGHETTO DEL PIETRA QUADRA 30 maggio 2009 - FOTOGALLERY
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Domenica, 24 Maggio 2009. Gran bella camminata sul groppone della Valtaleggio. Ho raggiunto il Passo di Baciamorti partendo da Capofoppa, sopra Pizzino. Da lì comincia una panoramica traversata che seguendo più o meno il crinale della montagna porta dritta sulla vetta del Pizzo Baciamorti, poi sul dirimpettaio Aralalta e infine sulla piramide perfetta del Sodadura. Baite, pascoli e pozze aggiungono ulteriore bellezza a questo itinerario tra i più appaganti e belli delle Orobie. Ci si mantiene in quota grazie a sentieri facili, percorribili da chiunque. Solo il sentierino che sale al Sodadura richiede un passo più attento. Da lassù ho deciso di chiudere l'anello scendendo verso la baita Aralalta. Un bel sentiero pianeggiante mi ha portato ai muri rosa dell'ex Rifugio Battisti. Siamo ai Piani d'Alben, immenso giardino che ospita anche il Rifugio Gherardi e le sue folle che abbrustoliscono al sole. Io invece ho avuto il mio bel da fare per tenere a bada le mosche che a tutti i costi volevano entrare nelle inquadrature. E ci sono riuscite! I puntini che vedete in alcune foto sono proprio loro!! Avrei potuto cancellarle col computer.....Ma in fondo fanno parte del paesaggio pure loro.

BACIAMORTI - SODADURA (domenica 24 maggio 2009) - FOTOGALLERY
BACIAMORTI - SODADURA (domenica 24 maggio 2009) - FOTOGALLERY
BACIAMORTI - SODADURA (domenica 24 maggio 2009) - FOTOGALLERY
BACIAMORTI - SODADURA (domenica 24 maggio 2009) - FOTOGALLERY
BACIAMORTI - SODADURA (domenica 24 maggio 2009) - FOTOGALLERY
BACIAMORTI - SODADURA (domenica 24 maggio 2009) - FOTOGALLERY
BACIAMORTI - SODADURA (domenica 24 maggio 2009) - FOTOGALLERY
BACIAMORTI - SODADURA (domenica 24 maggio 2009) - FOTOGALLERY
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CANALINO DEI SASSI - CANCERVO - VENTUROSA - 20 maggio 2009

CANALINO DEI SASSI - CANCERVO E VENTUROSA Mercoledì, 20 Maggio 2009. Tra le possibili vie per salire al Cancervo, il Canalino dei Sassi è la più breve e secondo il mio parere la più bella in assoluto. Ma te la fa pagare cara. Parte abbastanza calmo, ma appena giri l'angolo ti castiga con un interminabile serie di ripidi tornantini in pieno sole. Dall'alto sorveglia un grande e isolato faggio a strapiombo sulle rocce. Sembra impossibile che tra le tormentate guglie sopra di noi possa snodarsi un sentiero. Invece, dopo un breve traverso, si apre un canale erboso molto stretto, culla di un sentierino che letteralmente è una scala santa. Molto più che ripido!! E' il mitico Canalino dei Sassi. Un mare di sassi che caratterizzano l'ultimissimo tratto di salita. Una piccola Madonnina ci avverte che la penitenza è finita. Anzi! A sorpresa si apre un mondo insospettabile, un altopiano fatto di conche frastagliate, prati e faggete rigogliose. Il sentiero lo attraversa a mezza costa con un lunghissimo traverso appena appena ondulato. Splendida ricompensa che ci porta dritti alla Baita dei Volontari del Soccorso di San Giovanni Bianco. Il giro tradizionale prevede poi di salire al Cancervo, scendere al passo di Grialeggio e conquistare il Venturosa. Altra panoramica cavalcata a cui non mi sono sottratto nonostante il panorama velato dall'afa. Per fare pausa mensa ho scelto di scendere alla semi-sconosciuta Baita Caduta. Bel balcone sulla Valtaleggio ad un tiro di schioppo dalla ben più famosa Baita del Giacom. Fama più che meritata. Uno dei più appaganti belvedere della valle! Tornato al passo di Grialeggio ho preso la mulattiera che scende alla Baita della Vecchia. Impressionante la devastazione causata dalla valanga scesa appena prima della baita! Il bosco è stato letteralmente sventrato!! Una scia di alberi ribaltati e spezzati che scende parecchio verso il basso. A ben guardare la strada verso Cespedosio non è lontanissima da dove si è fermata! Ho preso il sentierino che tira giù dritto e l'ho raggiunta. Un bel pezzo di strada asfaltata mi ha riportato alla macchina. Ma non fa niente, il panorama è bello anche da lì.

Quest'inverno salendo a Cespedosio avevo notato la grande valanga scesa dal Cancervo. Ma scendere dal Grialeggio e vedere di colpo il bosco scomparire......Impressionante!! Oltretutto il sentiero scende per un bel pezzo proprio lungo la striscia devastata dalla valanga e si è dovuti intervenire alla grande con la motosega per liberarlo! Si è creato un canale cui bisognerà prestare molta attenzione negli anni a venire. Pensare che erano solo fiocchi di neve!!

CANALINO DEI SASSI - CANCERVO - VENTUROSA - 20 maggio 2009 - FOTOGALLERY
CANALINO DEI SASSI - CANCERVO - VENTUROSA - 20 maggio 2009 - FOTOGALLERY
CANALINO DEI SASSI - CANCERVO - VENTUROSA - 20 maggio 2009 - FOTOGALLERY
CANALINO DEI SASSI - CANCERVO - VENTUROSA - 20 maggio 2009 - FOTOGALLERY
CANALINO DEI SASSI - CANCERVO - VENTUROSA - 20 maggio 2009 - FOTOGALLERY
CANALINO DEI SASSI - CANCERVO - VENTUROSA - 20 maggio 2009 - FOTOGALLERY
CANALINO DEI SASSI - CANCERVO - VENTUROSA - 20 maggio 2009 - FOTOGALLERY
CANALINO DEI SASSI - CANCERVO - VENTUROSA - 20 maggio 2009 - FOTOGALLERY
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VALZURIO - COLLE PALAZZO - CIMA DI TIMOGNO - 19 maggio 09

VALZURIO - COLLE PALAZZO - CIMA DI TIMOGNO Martedì, 19 Maggio 2009. Nessun cartello vi indicherà la strada da seguire. Salire da Valzurio alla Cima di Timogno passando da Colle Palazzo, vuol dire affrontare una lunghissima e faticosa cavalcata, che regala però panorami di incomparabile bellezza. Anche solamente raggiungere il Colle Palazzo varrebbe da solo l'escursione, tanto è bello il posto!! Immensa distesa di pascoli, caratterizzati da una notevole quantità di baite quasi tutte recuperate. Alcune sono di dimensioni davvero notevoli. Ci ero già stato altre volte, ma non avevo mai proseguito fino al Timogno. Tramite stradine e piste si arriva fino alle Case Campello. Costeggiandolo a sinistra, ci si deve portare nel punto più alto del pascolo: lì parte un sentierino ben tracciato che sale brevemente nel bosco. Poi attacca con una pendenza massacrante il filo della dorsale e si sbuca in cima alla bella conca di Rem. Appare la Presolana con una visione mozzafiato! Il sentierino, tenendo più o meno il filo dello spartiacque, ci porta facilmente e con pendenze dolci alla Baita alta di Remescler. Il Timogno è ormai lì, ma restano ancora oltre duecento metri di dislivello da superare. Il sentierino parte in maniera umana, ma poi prende di petto lo strappo finale, senza concedere alle gambe la consolazione di qualche tornante! Tira su dritto, in nome della fatica pura! Ma ne vale la pena, eccome! La Presolana da qui appare come un maestoso quadro di roccia e sassi. Sassi che contraddistinguono anche i pascoli via via incontrati lungo il cammino. Sono praticamente tutti contornati da massicci muri di pietre a secco. Impressionante a tal proposito il pascolo delle Case Campello! Gran bella escursione da affrontare con un buon allenamento nelle gambe e che con un po' di attenzione non presenta problemi di orientamento. L'istinto mi suggerisce di tornare da queste parti a scoprire i colori di metà ottobre.

DA VALZURIO A COLLE PALAZZO Lasciata l'auto a Valzurio, prendere la stradina denominata via Plazzo, che si apre sul retro della chiesa. Si entra subito nel bosco che non abbandoneremo più fino all'arrivo a Colle Palazzo. Questa pista cementata dalla pendenza vertiginosa ci porterà a transitare davanti una baita e spianandosi arriveremo ad un bivio. Prendere la salita decisa a sinistra e tirare dritto al successivo bivio. Nuovo falsopiano e qui prestare attenzione: come la pista accenna ad uscire dal bosco per dirigersi verso una radura con baitella, abbandonare la stradina. A destra si apre uno stretto sentiero che dopo pochi metri si allarga nella vecchia mulattiera che sale a Colle Palazzo. Dopo una serie di ripidi tornanti la mulattiera si addolcisce ed arriviamo ad un altro bivio con minuscola sorgente. Ignorare le deviazioni a destra e sinistra e tirare dritto. Un nuovo bel traversone quasi pianeggiante ci fa sbucare all'improvviso sui prati del Colle Palazzo, poco più in alto del gruppo di baite con la chiesina. Continuare sulla mulattiera che sale a sinistra e in pochi metri si raggiunge la sterrata che sale dalla località Dosso, poco sopra Nasolino. Prendendo verso destra, appena oltre lo stagno, la stradina pianeggiante costeggia alcune baite poi comincia a salire con decisione. Seguendo sempre la strada in salita ai successivi bivi, si arriva alle Case Campello.

Davvero un peccato che questa bella escursione al cospetto della Presolana non abbia l'onore di essere bollata e segnalata come invece meriterebbe alla grande!! Non esiste nemmeno una straccio di cartello a Valzurio che indichi la stradina per Colle Palazzo. Per questo ho provveduto a descrivere come arrivarci.

 

VALZURIO - COLLE PALAZZO - CIMA DI TIMOGNO - 19 maggio 09 - FOTOGALLERY
VALZURIO - COLLE PALAZZO - CIMA DI TIMOGNO - 19 maggio 09 - FOTOGALLERY
VALZURIO - COLLE PALAZZO - CIMA DI TIMOGNO - 19 maggio 09 - FOTOGALLERY
VALZURIO - COLLE PALAZZO - CIMA DI TIMOGNO - 19 maggio 09 - FOTOGALLERY
VALZURIO - COLLE PALAZZO - CIMA DI TIMOGNO - 19 maggio 09 - FOTOGALLERY
VALZURIO - COLLE PALAZZO - CIMA DI TIMOGNO - 19 maggio 09 - FOTOGALLERY
VALZURIO - COLLE PALAZZO - CIMA DI TIMOGNO - 19 maggio 09 - FOTOGALLERY
VALZURIO - COLLE PALAZZO - CIMA DI TIMOGNO - 19 maggio 09 - FOTOGALLERY
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Domenica 17 Maggio 2009. C'era una volta l'ovovia di Piazzatorre. Gli ovetti entravano nel bosco. Salivano, salivano e diventavano piccolissimi. Entravano in un regno che si chiama " Torcole ". Offrivano neve d'inverno e prati d'estate. Un giorno gli ovetti si addormentarono. Tutti insieme, uno accanto all'altro. In punta di piedi sono salito a visitare il loro regno assopito. Stradine sentieri e pascoli mi hanno portato su un piccolo colle pianeggiante: il Monte Torcola. Uno stagno, qualche baita.....E un panorama che riempie gli occhi e il cuore. E come in ogni favola che si rispetti anche in questa c'è un drago. Un mostro bruttissimo avvinghiato alla vetta più alta. Forse un giorno arriverà un principe con la sua spada. Lì dove gli ovetti si abbracciano un biglietto dice che lo spettacolo è finito. Ma io sul Monte Torcola, accanto uno stagno, tra boschi pascoli e baite ho visto che la favola continua.
Piccola appendice: Ho inserito due foto " brutte ". La 25 e la 30. Avrei potuto chiudere un occhio e proporre solo quelle " belle ". Ma non sarebbe stato onesto.

MONTE TORCOLA - 17 maggio 2009 - FOTOGALLERY
MONTE TORCOLA - 17 maggio 2009 - FOTOGALLERY
MONTE TORCOLA - 17 maggio 2009 - FOTOGALLERY
MONTE TORCOLA - 17 maggio 2009 - FOTOGALLERY
MONTE TORCOLA - 17 maggio 2009 - FOTOGALLERY
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SULLE TRACCE DELLA FERROVIA PERDUTA - maggio 2009

Le sbarre del passaggio a livello sono state tolte da un bel po'. Ma io me le ricordo bene: bianche e alte svettavano sulla provinciale della Valle Imagna accanto alla stazione di Almè. Ero un bambino e quando passavo di li avevo una gran paura che mi cascassero in testa! Quelle sbarre non si sarebbero mai più abbassate. Avevo quattro anni quando il treno della Valbrembana fu ucciso. Forse l'avrò anche visto passare, ma nessuna immagine del treno è rimasta nella mia memoria. Da Zogno in su, là dove arrugginivano le rotaie ora se la godono le biciclette. Anche nel mio paese è successo, ma nella mia zona sono rimasti " al rustico " alcuni tratti del vecchio sedime. Ci ho fatto camminare le mie scarpe. Un piccolo viaggio tra le stazioni di Petosino e Villa d'Almè. Si sono inciampate in alcune foto. Addirittura dalle parti della pineta di Almè resistono alcuni metri si sassi originali dell'ex massicciata. Potrebbero essere in assoluto gli ultimi rimasti. Proprio in quel punto stanno costruendo un percorso scuola di mountain bike. Non so che fine faranno quei sassi. Ne ho portati a casa una manciata. Non sono sassi normali: hanno una storia.

SULLE TRACCE DELLA FERROVIA PERDUTA - maggio 2009 - FOTOGALLERY
SULLE TRACCE DELLA FERROVIA PERDUTA - maggio 2009 - FOTOGALLERY
SULLE TRACCE DELLA FERROVIA PERDUTA - maggio 2009 - FOTOGALLERY
SULLE TRACCE DELLA FERROVIA PERDUTA - maggio 2009 - FOTOGALLERY
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E' il mio debutto ufficiale in quel di Fraggio. Partenza da Pizzino, meta finale i Piani di Artavaggio. Avevo preso spunto per questa escursione, da una vecchia guida che descriveva la decadenza di Fraggio. Non posso sapere come fosse prima, ma mi sono imbattuto in belle ristrutturazioni. Per me Fraggio è un bel posto! Eccome!! E' vero, ci sono anche dei ruderi spettrali. Anche salendo verso i Piani di Artavaggio ci si deve scontrare con numerose baite e stalle crollate. Ora c'è una nuova sterrata che attraversando queste bellissime conche pascolive, sale fino ai piani. Speriamo che venga sfruttata per recuperare tutto. Sarebbe bellissimo.

PIZZINO - FRAGGIO - ARTAVAGGIO - 9 maggio 2009 - FOTOGALLERY
PIZZINO - FRAGGIO - ARTAVAGGIO - 9 maggio 2009 - FOTOGALLERY
PIZZINO - FRAGGIO - ARTAVAGGIO - 9 maggio 2009 - FOTOGALLERY
PIZZINO - FRAGGIO - ARTAVAGGIO - 9 maggio 2009 - FOTOGALLERY
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MONTE SUCHELLO (1541 m.) - domenica 3 maggio 2009

Domenica 3 Maggio 2009. Altra piccola montagna dal bel panorama. Il Suchello fa da spartiacque tra Valbrembana e Seriana e proprio verso quest'ultima offre gli scorci migliori. Sono partito da Aviatico ed all'inizio una ripida stradina cementata tira un po' il collo, ma è un attimo. Dalla bella forca di Aviatico il sentiero comincia a salire nel bosco, concedendo lunghi tratti con pendenze rilassanti. Lo strappo più marcato è quello finale che dalla Baita Suchello risale l'anticima. Si scende ad un vicino colletto e bastano quattro passi per risalire l'ultimo prato che porta alla croce. Nonostante la leggera foschia, si intuisce che il panorama dev'essere notevole. Ma con un'inaspettata sorpresa: l'Alben è talmente vicino che praticamente nasconde quasi tutte le montagne dell'alta Valbrembana. Quattro vette nella zona del Tre Signori e poi stop. Incredibile, ma vero, da quassù non si vede neanche un centimetro dell'Arera, presenza fissa dei panorami delle altre vette. Una piccolissima pugnalata al cuore per il mio binocolo abituato a passarle in rassegna una ad una! Resta comunque una facile e piuttosto corta escursione, molto adatta per esempio a chi vuole partire tardi ed arrivare in vetta per mezzogiorno

Facile e panoramica salita al Monte Suchello (1541 m.) da Aviatico il 3 maggio 09 - FOTOGALLERY
Facile e panoramica salita al Monte Suchello (1541 m.) da Aviatico il 3 maggio 09 - FOTOGALLERY
Facile e panoramica salita al Monte Suchello (1541 m.) da Aviatico il 3 maggio 09 - FOTOGALLERY
Facile e panoramica salita al Monte Suchello (1541 m.) da Aviatico il 3 maggio 09 - FOTOGALLERY
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PIZZO GRANDE DEL SORNADELLO - venerdì 1° maggio 2009

Non pensavo proprio che lassù ci fosse un balcone del genere!! Per fortuna l'ho scoperto. Sono partito da Alino pensando di dover affrontare una lunga stradina asfaltata. E invece, altra bella sorpresa, pochi metri e mi sono infilato su una bella mulattiera nel bosco, che per fortuna non è stata cancellata dalla stradetta. Poi una gippabile mi ha portato da Cà Boffelli alla bocchetta del Ronco con accanto la cima del Monte Molinasco. Siamo appena a 1100 metri. Ma basta superarla e sembra come per magia di venire catapultati in alta montagna. Gli occhi incrociano baite, stagni e panorami sempre più immensi. E quando si arriva alla croce del Pizzo Grande...... Sembra incredibile che una cima così modesta possa regalare uno spettacolo di questo livello! Un panorama di serie A!! Uno pensa che per toccare il cielo con un dito si debba salire molto in alto....Errore! Salite sul Sornadello: il cielo lo si può toccare anche lì.

PIZZO GRANDE DEL SORNADELLO - 1° maggio 09
PIZZO GRANDE DEL SORNADELLO - 1° maggio 09
PIZZO GRANDE DEL SORNADELLO - 1° maggio 09
PIZZO GRANDE DEL SORNADELLO - 1° maggio 09
PIZZO GRANDE DEL SORNADELLO - 1° maggio 09
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Sabato 25 aprile 2009. A sci fermi sono tornato ai Piani di Bobbio. Da Ceresola di Valtorta. Niente ressa e code. Solo zaini e scarponi a spasso su un metro di neve. Non dappertutto, ma in certi punti forse anche di più! Impianti di risalita, stradette e rifugi hanno manipolato in maniera evidente il territorio. Eppure l'ambiente dei Piani di Bobbio e riuscito a mantenere il suo fascino. Un susseguirsi di morbide onde che poi mandano verso il cielo immensi bastioni di calcare. Questa è una descrizione fotografica incompleta. A metà mattina le nuvole hanno cominciato a fare festa e non sono riuscito a catturare tutto quello che avrei voluto. Ma nel mirino, con grande mia sorpresa, sono finite due marmotte. Non me l'aspettavo proprio di risentire il loro fischio! Che bello! Il modo migliore per concludere questa rilassante camminata. Questo angolo delle Orobie offre anche terreni e salite impegnative.....Ma per oggi va bene così!

PIANI DI BOBBIO 1l 25 aprile 09 - FOTOGALLERY

PIANI DI BOBBIO 1l 25 aprile 09 - FOTOGALLERY
PIANI DI BOBBIO 1l 25 aprile 09 - FOTOGALLERY
PIANI DI BOBBIO 1l 25 aprile 09 - FOTOGALLERY
PIANI DI BOBBIO 1l 25 aprile 09 - FOTOGALLERY
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Sabato 18 Aprile 2009. All'improvviso verso le 10 il cielo si apre, dopo una mattinata parecchio incerta. Scappo sul Linzone! Alle 10.30 metto il primo piede sul sentiero che parte dal cimitero di Roncola San Bernardo. Un classico. Per tanti ha rappresentato il battesimo dell'escursionismo. Anche se corto, lo trovo appagante: panorama bellissimo e tracciato non banale. Sapevo che il beltempo non sarebbe durato, ma a farmi scappare dalla vetta è stato il vento gelido che la spazzava. Per la precisione: guanti, berretto, micropile,pile pesante, giacca antivento....E ancora mi tremava il pizzo delle mutande dal freddo!! Ho avuto il tempo di scattare qualche foto, che però non rendono giustizia alla bellezza del luogo. Lo riproporrò come si deve! Ho fatto un resoconto rapido attraverso le didascalie delle foto. Mi permetto di fare un commento: Questo sentiero in certi tratti è un tripudio di bolli dei più disparati colori. Oltre al segnavia CAI 571, se ne vedono di rossi, gialli, verdi, blu. D'accordo che Bergamo è la patria di Arlecchino.... Ma guardate le foto 16 e 17......Non è che si è esagerato un pelino? Ipotesi: Quando hanno bollato...O avanzava la vernice, o c'era un nebbione che non vedevano la punta delle dita! Comunque sia...Meglio l'abbondanza che la carestia!!

TOCCATA E FUGA SUL LINZONE il 18 aprile 09 - FOTOGALLERY
TOCCATA E FUGA SUL LINZONE il 18 aprile 09 - FOTOGALLERY
TOCCATA E FUGA SUL LINZONE il 18 aprile 09 - FOTOGALLERY
TOCCATA E FUGA SUL LINZONE il 18 aprile 09 - FOTOGALLERY
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SANTUARIO DI SOMBRENO (aprile 2009)

Se ne sta appollaiato sull'ultima collinetta del Parco dei Colli di Bergamo.
E' la prima cosa che vedo quando apro la finestra della camera da letto, quando esco sul terrazzo, quando lavoro nell'orto. Lo vedo vestito coi ciliegi fioriti in primavera, poi quasi sparire nel verde lussureggiante dell'estate. Splendere insieme a tutti gli altri caldi colori dell'autunno e mi ruba il cuore quando la neve lo accarezza d'inverno. Il Santuario di Sombreno è parte del mio sguardo, quando lo vedo so di essere a casa. Adagiato sui boschi è un magnifico belvedere sulle pianure e sul Linzone. C'è una breve stradina, tanto stretta quanto impervia, ma non passo di là. Queste foto raccontano il percorso che faccio abitualmente per salirci. Le ho scattate nei giorni scorsi, in vari momenti della giornata. Col cielo di nuvole e col cielo di sole. Parlano dei miei passi sulla Ciclabile della Quisa, del ramo che conduce a Villa Agliardi, dell'antica cascina all'inizio della scalinata che da lì lo raggiunge. Parlano delle due chiese che trovi lassù, dei capolavori che custodiscono, dell'osso ritrovato nella piana del Gres. C'è tanto da vedere, la storia di questi muri è cominciata nel XII secolo. Ma la storia più emozionante me la racconta la vecchissima cascina segnata dal tempo. Racconta la mia infanzia, il mondo che mi stava vicino: cascine e " lobbie " con le pannocchie di granoturco stese a seccare. Cortili di terra battuta e polvere infinita. Carretti di legno carichi di fieno. Stalle e mucche, latte che andavi a comprare dal contadino con la bottiglia di vetro. Latte che faceva la panna. Sulla collina la grande e preziosa storia del bellissimo Santuario di Sombreno, tra boschi e cielo. Ai suoi piedi la piccola storia di un grande mondo svanito. Era solo l'altro ieri.

SANTUARIO DI SOMBRENO  - FOTOGALLERY
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L'ACQUA DEL BREMBO...Brembo 2009 contro Brembo 2008
Premessa importante: la mia famiglia deve tantissimo al Brembo. Ci ha dato di che vivere.
Un anno fa preciso, dal mio paese scesi in riva al Brembo cercando belle foto. Erano 15 anni che non passavo da quelle parti! Restai scioccato nel trovarmi di fronte un torrentello con quattro dita di acqua, sperduto tra le piante: davvero troppo chiamarlo fiume! Da notare che ad Almè il Brembo ha già ricevuto l'apporto di tutti i suoi affluenti!...Ed era in condizioni miserevoli! Mi sono chiesto che fine avesse fatto il fiume della mia infanzia, quando ci giocavo, e quello della mia adolescenza, quando ci lavoravo. Ho rielaborato alcune di quelle foto, 6 Aprile 2008, per accostarle a quelle fresche fresche di giornata: 5 Aprile 2009. Non ho cercato la qualità. Ho cercato gli stessi punti di ripresa....Non c'e storia! Il 2009 straccia senza pietà il 2008 versione carestia. Non guardate il "contorno". Guardate l'acqua! E' proprio tutta un'altra cosa, per fortuna!! E la caterva di neve in quota, regalo dell'indimenticabile inverno appena finito, dovrebbe tenerlo bello in forma per un bel pezzo. A proposito di neve: facile restare impressionati da foto che fanno il confronto di posti che l'anno scorso sopportavano mezzo metro di neve e quest'anno sono letteralmente sommersi! Meno evidente accorgersi che queste differenze riguardano anche i fiumi. Si è portati a pensare che l'acqua di un fiume sia fatta di pioggia. Vero. Ma dentro quell'acqua, in realtà, si nasconde tantissima neve che ha cominciato il suo viaggio verso il mare. Io oggi a quella neve nascosta nel Brembo ho augurato buon viaggio. Ciao Brembo, che la pioggia e la neve ti siano sempre amiche.
L'ACQUA DEL BREMBO...Brembo 2009 contro Brembo 2008  - FOTOGALLERY
L'ACQUA DEL BREMBO...Brembo 2009 contro Brembo 2008  - FOTOGALLERY
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Madonna della Castagna (per S. Pasqua 2009)
Quando a volte sento il bisogno di accendere una candela, lascio che i miei piedi si incamminino tra prati e boschi. Una bella ciclabile mi consente in mezz'ora di raggiungere da Almè il Santuario della Madonna della Castagna. Ci vado quando è deserto e silenzioso. Era il 28 Aprile 1510. Apparve a due contadini del luogo. Sono passati cinquecento anni. Ma questo Santuario è rimasto " povero ": inutile cercare qui lo sfarzo, la grandiosità, i capolavori di altre chiese. La luce che entra dalle finestre illumina delicatamente un ambiente modesto. Ma è il pregio che apprezzo di più. Niente " fronzoli " da ammirare, c'è quello che serve per pregare: silenzio, banchi per sedersi o inginocchiarsi e qualcuno a cui rivolgere le proprie preghiere. Serve altro? Con queste poche foto ho catturato la luce di poche finestre e di qualche lumino....Ma non quella dell'anima. Ognuno deve accenderla da se. Questo è un luogo adatto per provarci.
Madonna della Castagna (per S. Pasqua 2009)  - FOTOGALLERY
Madonna della Castagna (per S. Pasqua 2009)  - FOTOGALLERY
Madonna della Castagna (per S. Pasqua 2009)  - FOTOGALLERY
Madonna della Castagna (per S. Pasqua 2009)  - FOTOGALLERY


Il Santuario si trova nel comune di Valbrembo ed è già all’interno del parco dei Colli di Bergamo.
Indico un solo itinerario stradale per raggiungerlo.
Sulla SS.470.dir della Valbrembana, al semaforo di Paladina (presto sostituito da un rondò ) svoltare a destra per chi proviene da Dalmine, a sinistra per chi proviene da Villa d’Almè. Seguire la strada principale e in tre curve ci si ritrova sul lungo rettilineo di via Bergamo, poi via Sombreno. La prima strada a sinistra che si incontra è via Madonna della Castagna che porta al Santuario. E’ servito dalla linea 19 dell’ ATB. La fermata è a 400 metri. Di fianco al Santuario c’è un ampio parcheggio.
Tra questo e le case adiacenti si apre una stradina sterrata che si trasforma immediatamente in una ciclabile, che con percorso sinuoso tra campi e boschi consente di raggiungere, attraverso una suggestiva forcella, la pista ciclabile della Quisa, sul versante opposto dei Colli. Quest’ultima pista ha vari accessi: Sombreno (frazione di Paladina), Almè (zona piscine), Petosino (frazione di Sorisole), Ramera (frazione di Ponteranica).
Il mio consiglio è quello, anche se non ci sono indicazioni precise in loco, di scovare questi capolinea e raggiungere il Santuario a piedi attraverso queste piste. Garantito: ne vale la pena!

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Narcisata nel mio giardino 27 marzo 09
27 Marzo 2009: Alcuni scatti molto particolari. Per farli non mi sono dovuto muovere da casa: nemmeno di un centimetro! Mi è capitato più volte di vedere lo stupore della gente che passando davanti al mio giardino, rimane colpita dalla "narcisata" che in questo momento è al massimo dello splendore. Quella della Roncola è tutta un'altra cosa, ma penso che a modo suo anche questo sia un piccolo, grande spettacolo della natura.
Narcisata nel mio giardino 27 marzo 09  - FOTOGALLERY
Narcisata nel mio giardino 27 marzo 09  - FOTOGALLERY
Narcisata nel mio giardino 27 marzo 09  - FOTOGALLERY
Narcisata nel mio giardino 27 marzo 09  - FOTOGALLERY
Narcisata nel mio giardino 27 marzo 09  - FOTOGALLERY
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Traversata, sugli scoscesi fianchi del Cancervo, da Pianca a Cantiglio di S. Giovanni Bianco il 22 marzo 09
PROLOGO
Sentiero che affronto per la prima volta. Talmente sconosciuto che: Cento metri dopo la partenza neanche mi accorgo di essere arrivato ad un bivio (mal segnalato) e sbaglio strada. Continuo a perdere vistosamente quota, ma proseguo imperterrito. Alzo bandiera bianca quando mi areno nel cortile di una bella, antica casa. Il gentile proprietario, mentre dice " non sei il primo che sbaglia ", mi riposiziona su un invisibile sentierino nel bosco lì accanto. Quello giusto è 200 metri di dislivello più in alto! Poche piante dopo esco su dei ripidi pratoni selvatici, avvisto la Santella Madonna della Pietà e la raggiungo a naso. Adesso ci siamo! Morale della storia: mai sottovalutare la propria ignoranza!

PRESENTAZIONE
Bella traversata più lunga e ondulata di quello che potrebbe apparire sulla carta. L'arrivo a Cantiglio non è dei migliori: si viene accolti da baite e stalle miseramente crollate. Se ne salvano pochissime. Poi scorgi la colorata Baita Presanella che mescola la sua voglia di vivere, col ricordo dell'eccidio che durante la seconda guerra mondiale portò la morte su questi prati. Prati su cui veglia in disparte la bella chiesetta di San Lucio. E alle sue spalle quello che per me è il gioiello di Cantiglio: la splendida fontana - abbeveratoio. Non siamo su una vetta, gli orizzonti da quassù non sono immensi, deve provvedere l'anima ad allargarli. A me personalmente bastano così come sono. Ho incontrato una decina di escursionisti. Non so come sia nelle altre stagioni, non ci sono mai stato. Oggi a Cantiglio c'era la pace. Tornato a Pianca la scritta sbiadita alla partenza del sentiero assume un'altro significato.
 
Traversata, sugli scoscesi fianchi del Cancervo, da Pianca a Cantiglio di S. Giovanni Bianco il 22 marzo 09  - FOTOGALLERY
Traversata, sugli scoscesi fianchi del Cancervo, da Pianca a Cantiglio di S. Giovanni Bianco il 22 marzo 09  - FOTOGALLERY
Traversata, sugli scoscesi fianchi del Cancervo, da Pianca a Cantiglio di S. Giovanni Bianco il 22 marzo 09  - FOTOGALLERY
Traversata, sugli scoscesi fianchi del Cancervo, da Pianca a Cantiglio di S. Giovanni Bianco il 22 marzo 09  - FOTOGALLERY
Traversata, sugli scoscesi fianchi del Cancervo, da Pianca a Cantiglio di S. Giovanni Bianco il 22 marzo 09  - FOTOGALLERY
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Domeniche 8 e 15 Marzo 2009. Zona Cespedosio: i "miei" posti di funghi, da sempre. I funghi sono solo una scusa: il cestino può anche restarsene totalmente vuoto. In realtà mi bastano i panorami che si possono ammirare anche semplicemente percorrendo la strada che collega Brembella a Cespedosio. Di solito gironzolo da quelle parti tra Maggio e Novembre. Conosco molto bene la bellezza straordinaria delle faggete che a metà ottobre infiammano la conca tra il Cancervo e il Venturosa. Provvederò a documentarla. Ma non ero mai salito in inverno, con la neve. Ci sono tornato per due domeniche di fila e ho scoperto il volto innevato dei tanti posti che frequento col cestino in mano. Ho camminato sui selciati di una Cespedosio quasi fuori dal mondo, in bilico tra rovine e ristrutturazioni. Ho ritrovato le imperterrite caprette che sorvegliano la sterrata che sale alle baite Campelli e Campo. Mi sono imbattuto nelle parole del signor Giacomo, proprietario del bosco attraversato dalla valanga scesa dal Venturosa: " Ho settant'anni, ma non ho mai visto una cosa del genere in vita mia! " La tantissima neve di quest'inverno regala a Cancervo e Venturosa un'aria forse un po' severa, ma affascinante. Ad addolcire il tutto ci pensano i tanti fiori che invocano la primavera. Uno spettacolo che non costa nemmeno tanta fatica: basta solo la voglia di incamminarsi su stradine e sterrate che passano ai loro piedi. Ho mescolato le foto di queste due domeniche, ma ho diviso il racconto in due parti: una dedicata soprattutto a Cespedosio e Venturosa. L'altra alla semplice ma appagante salita sulla sterrata che porta alle baite Campelli e Campo
 
Cespedosio e Venturosa l'8 marzo 09
NEI DINTORNI DI CESPEDOSIO 8-15 marzo 09- Cespedosio e Venturosa - FOTOGALLERY
NEI DINTORNI DI CESPEDOSIO 8-15 marzo 09- Cespedosio e Venturosa - FOTOGALLERY
NEI DINTORNI DI CESPEDOSIO 8-15 marzo 09- Cespedosio e Venturosa - FOTOGALLERY
NEI DINTORNI DI CESPEDOSIO 8-15 marzo 09- Cespedosio e Venturosa - FOTOGALLERY
NEI DINTORNI DI CESPEDOSIO 8-15 marzo 09- Cespedosio e Venturosa - FOTOGALLERY
NEI DINTORNI DI CESPEDOSIO 8-15 marzo 09- Salita alle Baite Campelli e Campo il 15 marzo 09 - FOTOGALLERY
NEI DINTORNI DI CESPEDOSIO 8-15 marzo 09- Salita alle Baite Campelli e Campo il 15 marzo 09 - FOTOGALLERY
NEI DINTORNI DI CESPEDOSIO 8-15 marzo 09- Salita alle Baite Campelli e Campo il 15 marzo 09 - FOTOGALLERY
NEI DINTORNI DI CESPEDOSIO 8-15 marzo 09- Salita alle Baite Campelli e Campo il 15 marzo 09 - FOTOGALLERY
NEI DINTORNI DI CESPEDOSIO 8-15 marzo 09- Salita alle Baite Campelli e Campo il 15 marzo 09 - FOTOGALLERY
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*** GUARDARE ***

Vi presento uno scritto che non è opera mia, ma di una persona che regolarmente tiene una rubrica sul bollettino parrocchiale del  mio paese. Rubrica dedicata alla montagna, ma non solo. Non lo conosco di persona, di sicuro saprà dirti di più il nostro curato, don Mauro Tribbia. Si chiama Fausto e trovo molto bello ciò che ha scritto in questa pagina. Penso che chiunque ami la montagna in un certo modo non possa che ritrovarsi perfettamente nelle sue parole. Arrivano al cuore e spiegano molto bene perchè certe persone sentono il bisogno di tornare lassù. Davvero bravissimo, le ultime frasi sono poesia pura! Io mi ci riconosco in pieno.

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Cornello dei Tasso...bellissimo borgo antico di Val Brembana (22 febb. 09)
Domenica 22 febbraio 2009. Doveva essere una domenica sugli sci, ma ben presto un piccolo acciacco fisico ha deciso che dovevo fare altro. Mentre tornavo a casa, all'improvviso la decisione. Vado a vedere Cornello dei Tasso. Ebbene sì: sono passato centinaia di volte ai suoi piedi, ma non ero mai salito a visitarlo! Che sorpresa: bellissimo, un gioiello assoluto!! Ci sono arrivato verso mezzogiorno, non c'era in giro quasi nessuno. Per descrivere ciò che ho provato, dico solo che il mio sogno sarebbe poter vivere in un posto dove non esistono automobili. Un posto in mezzo al verde, dove la natura viene a trovarti sulla porta di casa. Un posto dove i propri passi hanno ancora tutto il loro valore. Un posto che forse ha un nome: Cornello dei Tasso.
Cornello dei Tasso...bellissimo borgo antico di Val Brembana (22 febb. 09)  - FOTOGALLERY
Cornello dei Tasso...bellissimo borgo antico di Val Brembana (22 febb. 09)  - FOTOGALLERY
Conello dei Tasso...bellissimo borgo antico di Val Brembana (22 febb. 09)  - FOTOGALLERY
Cornello dei Tasso...bellissimo borgo antico di Val Brembana (22 febb. 09)  - FOTOGALLERY
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Sci di fondo ai Piani dell'Avaro (25 gennaio 09)
Domenica 25 Gennaio 2009. Sciatore da una vita, quattro anni fa ho scoperto lo sci di fondo. Colpa di mia sorella che mi ha spinto a provare. Risultato: amore a prima vista! Dicono sia uno sport molto faticoso, ma non è vero: per me abituato a fare su e giù dalle Orobie, non è così. Anzi, ho pure il coraggio di dire: " Se questo è un castigo..... Mandatemene un altro!.... Uguale!! Se poi ho la fortuna di venire castigato sulla più panoramica e assolata pista della bergamasca, in una giornata come questa, aggiungo: che bello!! C'è un segreto per non fare fatica e lo svelo dopo. La pista dell'Avaro è stata recentemente rimodellata. Già, tecnicamente, era tutt'altro che banale. Ora è diventata di sicuro più faticosa. Ma per fortuna è rimasta quello straordinario e soleggiatissimo belvedere d'alta quota, affacciato sui vari rami dell'alta Valbrembana e non solo. Lascio ai "campioni" il compito di filare a manetta contando i chilometri: io quando salgo lassù, non posso fare a meno di incantarmi a guardare il panorama che mi abbraccia! Mi guardo intorno e, vigliaccamente, lascio che facciano tutto i miei sci: sono loro che decidono quanti giri fare, se andar piano o veloci. Sono loro che ogni tanto prendono e in tutta libertà vanno a curiosare nei paraggi della pista. Sono loro che ansimano in salita, sono loro che gocciolano sudore. Sono loro che fanno fatica! Ripeto: sono loro! Io in realtà..... Li accompagno e basta. Il segreto è tutto quì. Nota bene: succede la stessa cosa in estate con zaino e scarponi: funziona!
Sci di fondo ai Piani dell'Avaro (25 gennaio 09) - FOTOGALLERY
Sci di fondo ai Piani dell'Avaro (25 gennaio 09) - FOTOGALLERY
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Quattro passi ad Almè in un'Epifania di neve (6 gennaio 2009)
Gennaio 2009: la Befana è passata e ci ha portato una bella spruzzata di neve. Io ne ho approfittato per andarmene a spasso per il mio paese. Prima sono sceso lungo la ciclabile che porta al mio amatissimo Brembo. Poi mi sono goduto le stradette deserte del centro storico. Ci sono nato. Almè non è certo un paese turistico. Ma qualche sorpresina è capace di regalarla. Nevicava. Qualcuno odia la neve. Qualcuno lo chiama maltempo.....A me sembrava solo poesia: di neve.
Quattro passi ad Almè in un'Epifania di neve (6 gennaio 2009) - FOTOGALLERY
Quattro passi ad Almè in un'Epifania di neve (6 gennaio 2009) - FOTOGALLERY
Quattro passi ad Almè in un'Epifania di neve (6 gennaio 2009) - FOTOGALLERY
Quattro passi ad Almè in un'Epifania di neve (6 gennaio 2009) - FOTOGALLERY
Quattro passi ad Almè in un'Epifania di neve (6 gennaio 2009) - FOTOGALLERY
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Ciclabile della Quisa in veste invernale il giorno di S. Stefano 2008...uno spettacolo della natura!
Qualche foto scattata la mattina di Santo Stefano sulla ciclabile della Quisa, già proposta in veste autunnale. Ma, a riprova di quanto affermavo in quella presentazione, bastano due dita di neve e......sembra una fiaba! Alle sette e mezza ero in piedi, ma ho aspettato con impazienza che il sole cominciasse a colorare l'alba. Poi giù di corsa in mezzo ai campi a scattare foto. Spero di essere riuscito a catturare almeno un pochettino la magia di quei momenti. Pensavo di essere il solo e invece, sorpresa bellissima, ho incrociato tantissime persone: chi a piedi, chi di corsa, chi in mountain bike. E pure la mia macchina fotografica era stracontenta perchè ce n'erano in giro altre.....Che come lei non sapevano più da che parte girarsi per scattare! E' stato il più bel regalo di Natale che ho ricevuto! Il fatto è che sono semigiovane ( ho 45 anni ), e questi spettacoli li apprezzo per quello che sono: uno straordinario e immenso regalo! Così come l'andare in montagna a camminare, a cercare funghi o a sciare. Poter fare tutte queste cose è un privilegio che non è concesso a tutti. Per quanto mi riguarda, vale infinitamente di più una passeggiata come quella di queste foto, che rinchiudersi per ore dentro un centro commerciale a riempirsi gli occhi con specchietti per le allodole. Quando mi capita di andarci resisto un'ora, massimo un'ora e mezza......Poi scappo! Nussuno di quei luccicanti negozi potrà mai competere con le meravigliose vetrine della natura che Qualcuno lassù ha piazzato con generosità anche quì sulle nostre splendide Orobie. Ma anche ai loro piedi. Se ci fosse un biglietto d'ingresso io pagherei qualunque cifra per potermi immergere in certi panorami. Invece il bello è che tutto 'sto ben di Dio è gratis! Lui non fa saldi, i gioielli ce li regala!! Queste cose a vent'anni non le sapevo.
Ciclabile della Quisa in veste invernale il giorno di S. Stefano 2008...uno spettacolo della natura! - FOTOGALLERY
Ciclabile della Quisa in veste invernale il giorno di S. Stefano 2008...uno spettacolo della natura! - FOTOGALLERY
Ciclabile della Quisa in veste invernale il giorno di S. Stefano 2008...uno spettacolo della natura! - FOTOGALLERY
Ciclabile della Quisa in veste invernale il giorno di S. Stefano 2008...uno spettacolo della natura! - FOTOGALLERY
Ciclabile della Quisa in veste invernale il giorno di S. Stefano 2008...uno spettacolo della natura! - FOTOGALLERY
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Colorata salita autunnale da Carona al Lago Cabianca e al Rifugio Calvi (fine ottobre 08)
Il Calvi è frequentatissimo da Carona. Già questa conca è bella di suo, ma arrivarci in autunno nel momento i cui i boschi cambiano colore è fantastico. Il mio consiglio spassionato è quello, una volta raggiunta la diga del Fregabolgia, di attraversarla: proprio da lì parte un bel sentiero che va a sfiorare una presa d'acqua e poi sale ripido ad incrociare quello bollato bianco-rosso che proviene dal Calvi. Si prende a destra e in pochissimi minuti si arriva a quell'eccezionale belvedere che è il lago Cabianca, neanche mezz'ora dalla diga. Per me il miglior balcone in assoluto da cui ammirare Diavolo e Diavolino. Se avete la fortuna di beccare una giornata come questa lo spettacolo è indimenticabile! Per raggiungere il rifugio basta poi tornare su propri passi e seguire fedelmente il segnavia bianco-rosso. Il sentiero in alcuni punti non è evidentissimo, ma i bolli sono numerosi. Qualche breve saliscendi e ci si affaccia sulla conca del Pian dell'Asino: da lì è tutta discesa fino al rifugio, immettendosi per l'ultimo tratto sul sentiero CAI 226, che scende dal Passo Portula. Però sono sicuro che questa poco impegnativa deviazione al lago Cabianca, sia sconosciuta alla stragrande maggioranza di quanti salgono al Calvi, che di solito tirano dritto sulla sterrata che costeggia il lago Fregabolgia. Grave errore non lasciare che gli scarponi vadano a curiosare nei dintorni dei sentieri più battuti! Per esempio: quanti conoscono la chiesina poco prima della diga del Fregabolgia? E' a 20 metri dalla sterrata. Guardate la foto 18: la si intravede a sinistra in mezzo ai larici......Ma quanti hanno mai percorso quei venti metri? Ho messo le foto in rigoroso ordine cronologico, per evidenziare il forte contrasto tra i colori mattutini ed i caldi toni del primo pomeriggio. Tranne la foto 19 che volutamente ho accostato alla 20: assolutamente identico punto di ripresa, ma quanto cambia un posto in tre ore!
Colorata salita autunnale da Carona al Lago Cabianca e al Rifugio Calvi (fine ottobre 08)    - FOTOGALLERY
Colorata salita autunnale da Carona al Lago Cabianca e al Rifugio Calvi (fine ottobre 08)    - FOTOGALLERY
Colorata salita autunnale da Carona al Lago Cabianca e al Rifugio Calvi (fine ottobre 08)    - FOTOGALLERY
Colorata salita autunnale da Carona al Lago Cabianca e al Rifugio Calvi (fine ottobre 08)    - FOTOGALLERY
Colorata salita autunnale da Carona al Lago Cabianca e al Rifugio Calvi (fine ottobre 08)    - FOTOGALLERY
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Salita al Canto Alto da Cler (Sedrina) il 22 novembre 2008 con vento, freddo e fiocchi di neve
Sabato 22 Novembre. Le previsioni dicevano: vento forte, freddo e qualche fiocco di neve. Così stamattina ho dato un'occhiata fuori dalla finestra e poi ho dato uno sguardo alle web-cam. Ho capito al volo che era molto meglio salire su quella che considero un po' la montagna di casa mia: il Canto Alto. Pochi minuti in macchina e raggiungo Cler, frazione di Sedrina. Trovo bellissimo salirci da questo versante: il sentiero CAI 507 "tira" subito impietoso, ma quando arrivi ai Prati Parini ti regala una suggestiva, lunga cavalcata che, a mezzacosta, sale lentamente fino allo strappo finale. Obbligatorio gironzolare sui sentierini nei suoi paraggi: si possono scoprire angoli affascinanti fatti di cascine, orti, vallette e capanni. Il vento massacrava, ma si poteva assistere al contrasto micidiale tra l'impressionante muro del Fohn a nord, e la luminosissima giornata sulla pianura. Sulla via del ritorno le nubi in valle si sono aperte, lasciando intravedere le cime innevate. E le ombre hanno cominciato ad allungarsi sulle dorsali del Canto Alto. Piccola grande montagna a un passo da casa.

Salita al Canto Alto da Cler (Sedrina) il 22 novembre 2008   - FOTOGALLERY
Salita al Canto Alto da Cler (Sedrina) il 22 novembre 2008   - FOTOGALLERY
Salita al Canto Alto da Cler (Sedrina) il 22 novembre 2008   - FOTOGALLERY
Salita al Canto Alto da Cler (Sedrina) il 22 novembre 2008   - FOTOGALLERY

Qualche commento:  
Cler - Minuscolo grumo di case stile presepio. Anche quì bisogna avere pazienza, prima che il sole venga a scaldare le ossa di che ci abita.
Il Canto Alto e il nuovo rifugio in costruzione - Guardo l'ultimo strappo prima della vetta. In basso a destra si intravede, in costruzione, quello che sarà il primo rifugio alpino del Parco dei Colli.
Dalla vetta. Muro del Fohn sopra la conca di Zogno - Ecco ciò che si vedeva guardando in direzione nord. Ogni tanto arrivavano fino al Canto Alto fiocchi di neve in libera uscita. Troppo bello!
Dalla vetta. I Colli di Bergamo - Contraltare: ecco ciò che si vedeva guardando in direzione sud. Di nuovo: troppo bello!
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Sulle Torcole di Piazzatorre, scollinando poi dal Forcellino di Torcola e giù fino alla casera del Monte Colle (16 nov. 08)

Domenica 16 Novembre: bellissima escursione sulle Torcole di Piazzatorre, scollinando poi dal Forcellino di Torcola, e quindi giù fino alla casera del Monte Colle, sopra Valleve.
Sono salito dal palazzetto del ghiaccio di Piazzatorre, sentiero CAI 121, in realtà una tortuosa stradina cementata al servizio degli impianti di risalita. In quota ho proseguito sulla gippabile che a destra risale la pista "Panoramica", arrivando al colletto e da lì, con un bel traversone quasi pianeggiante sempre su stradina, ho raggiunto la Torcola Soliva e il Torracchio. Ho girovagato senza fretta su questo magnifico balcone, affacciato sui vari rami dell'alta Valbrembana.
Tornato al colletto, ho percorso senza difficoltà piste, dorsali e sentieri arrivando al Forcolino di Torcola. Ho proseguito oltre, in leggera discesa, fino alla casera del Monte Colle: splendido sentiero, caratterizzato dalla presenza di un numerosi e giganteschi larici secolari. Uno dei posti più belli che abbia mai visto! Non mi aspettavo di trovare ambienti e panorami del genere, davvero magnifici. A parte qualche cacciatore e un gruppo di temerari saliti alle Torcole in mountain-bike, non ho incontrato nessun altro escursionista. Proprio zero assoluto! Un vero peccato, i posti meritano: certi angoli, quanto a bellezza, possono sorprendere anche persone abituate a panorami grandiosi.
Unica avvertenza: sono presenti numerosi capanni di caccia. Fare attenzione.

Sulle Torcole di Piazzatorre, scollinando poi dal Forcellino di Torcola e giù fino alla casera del Monte Colle (16 nov. 08)  - FOTOGALLERY
Sulle Torcole di Piazzatorre, scollinando poi dal Forcellino di Torcola e giù fino alla casera del Monte Colle (16 nov. 08)  - FOTOGALLERY
Sulle Torcole di Piazzatorre, scollinando poi dal Forcellino di Torcola e giù fino alla casera del Monte Colle (16 nov. 08)  - FOTOGALLERY
Sulle Torcole di Piazzatorre, scollinando poi dal Forcellino di Torcola e giù fino alla casera del Monte Colle (16 nov. 08)  - FOTOGALLERY
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Sulle Torcole di Piazzatorre, scollinando poi dal Forcellino di Torcola e giù fino alla casera del Monte Colle (16 nov. 08)  - FOTOGALLERY
Sulle Torcole di Piazzatorre, scollinando poi dal Forcellino di Torcola e giù fino alla casera del Monte Colle (16 nov. 08)  - FOTOGALLERY
Sulle Torcole di Piazzatorre, scollinando poi dal Forcellino di Torcola e giù fino alla casera del Monte Colle (16 nov. 08)  - FOTOGALLERY
Un paio di foto meritano un commento:
- Da Carona al Pizzo del Diavolo - Non so se si riesca anche da altri luoghi, ma, oltrepassato il Forcolino di Torcola è possibile immortalare nello stesso scatto Carona e il Pizzo del Diavolo.
- Larici secolari - Scendendo dal Forcolino verso il Monte Colle, si resta impressionati dall'eccezionale presenza di maestosi larici secolari. Questi due dello scatto, ad occhio, dovrebbero essere attorno ai venticinque metri di altezza.
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Ciclabile della Quisa (8 novembre 08)
Sabato 8 Novembre. Questa non è una vera e propria escursione come quelle che sono abituato a fare sulle mie amatissime montagne, però..... Quando non mi è possibile raggiungerle, ho la fortuna di avere letteralmente sulla porta di casa un "giretto" che non considero affatto una soluzione di ripiego, anzi! Davanti a casa mia si apre la Piana di Almè, che è già Parco dei Colli di Bergamo. E dritto un chilometro davanti a me si staglia il Santuario di Sombreno. Quello che si vede nella foto 01 è praticamente ciò che vedo quando guardo fuori da casa mia. Per un paese piccolo quasi tutto cementificato non è poco! Ho scattato la foto 200 metri più sù, all'inizio della ciclabile che dal paese scende a prendere quella "della Quisa". Un torrentello che nasce dal Canto Alto e percorre questa zona del Parco con andamento parecchio sinuoso. Bastano pochissimi passi e si entra in un altro mondo: campi coltivati, pascoli, capanni, animali al pascolo, boschi, radure. Si viaggia spesso in mezzo al bosco sul bordo del torrente, ai piedi delle colline. Non si costeggia nessuna strada asfaltata, c'è solo un tripudio di verde che regala spesso la sensazione di essere lontanissimi dalla civiltà. Invece Città Alta è solo ad un tiro di schioppo, davvero! Un ramo della ciclabile raggiunge un grande stagno, il Laghetto del Gres: un insospettabile gioiellino, nascosto tra le piante. Ogni tanto prendo e vado a farmi un bel giro fino lì a piedi. In qualunque stagione e con qualsiasi tempo. Queste foto hanno i colori dell'autunno. Ma amo andarci quando nevica o il gelo fa fiorire abbondante la brina. Tutto diventa semplicemente fiabesco. Troppo riduttivo chiamarla freddamente pista ciclabile. In realtà è una splendida camminata e un sorprendente, magnifico tuffo nella natura. Assolutamente da provare!
Ciclabile della Quisa (8 novembre 08) - FOTOGALLERY
Ciclabile della Quisa (8 novembre 08) - FOTOGALLERY
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VALZURIO: DA SPINELLI AL MONTE FERRANTE (19 ottobre 08)
Domenica 19 Ottobre: mi sono regalato la splendida escursione da Spinelli alla vetta del Ferrante. Da restare ammutoliti, davanti a tanta bellezza! Salgo in Valzurio e non posso fare a meno di pensare che DIO abbia dimenticato un pezzetto di Paradiso proprio lì! Ho messo le foto idealmente in fila, ma al contrario: dalla vetta alla macchina. Proprio così, scendendo! Spiegazione: sono parecchio mattiniero e oggi pensavo di essere partito addirittura tardi. Ma arrivato in quota la vallata era ancora dentro lunghe ombre che ne castigavano la straordinaria bellezza. Perciò solo foto scattate man mano scendevo. Tranne una: guardate che contrasto tra le foto 15 e 16, scattate in orari diversi! Ultima nota: l'alta Valzurio è un gioiello assoluto, da girare in lungo e in largo. Incredibile, ma vero: dalle baite del Moschel al Ferrante e ritorno, ho incontrato solo dieci escursionisti. Dieci, lo giuro, dieci!! Li ho contati. Di cui cinque sul versante di Colere! Devo commentare la foto 04, scattata lungo il sentiero di cresta, che dall'arrivo delle seggiovie di Colere scende al passo Scagnello. Un rombo e vengo raggiunto da una quindicina di trialisti, età 30-50 anni. In fila indiana, come niente fosse, mi oltrepassano, salgono fino al monte Ferrantino e proseguono oltre! Nota bene: è il Sentiero delle Orobie!! Ho risposto alla loro puzza e ai loro saluti mandandoli...... Posso capire che percorrano stradine e mulattiere, ma solo se lo fanno per lavoro o per raggiungere baite e stalle di loro proprietà. Risalire un sentiero in moto, per puro divertimento, fino alla cima di una montagna, quello proprio no!! Non avevano risalito le stradine degli impianti, versante di Colere: scendendo ho visto che erano saliti proprio dalla Valzurio, dove ci sono divieti in tal senso. I segni sul sentiero erano netti. E' forse questa la ragione dei pochissimi escursionisti?....Non aggiungo altro.
VALZURIO: DA SPINELLI AL MONTE FERRANTE (19 ottobre 08) - FOTOGALLERY
VALZURIO: DA SPINELLI AL MONTE FERRANTE (19 ottobre 08) - FOTOGALLERY
VALZURIO: DA SPINELLI AL MONTE FERRANTE (19 ottobre 08) - FOTOGALLERY
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